Genova, due detenuti violenti trasferiti al carcere di Marassi. La penitenziaria non ci sta: "Liguria non deve diventare la pattumiera del Piemonte"

di Lorenzo Aluigi

2 min, 16 sec

Si tratta di due delinquenti condannati rispettivamente a 23 anni e all'ergastolo

Genova, due detenuti violenti trasferiti al carcere di Marassi. La penitenziaria non ci sta: "Liguria non deve diventare la pattumiera del Piemonte"

Le ultime due assegnazioni di detenuti violenti al carcere di Marassi non sono andate giù alla Polizia Penitenziaria, che sottolinea come la struttura non abbia una sezione dedicata a questo tipo di prigionieri.

Di seguito il comunicato:

Il carcere di Genova Marassi non può e non deve essere la  sede dove allocare “detenuti  violenti”  o  meglio  la  Liguria  non  deve diventare “la  pattumiera"  del Piemonte” - dichiara il portavoce Fabio Pagani - dopo  le ultime due assegnazioni di questa  settimana   per ordine e sicurezza dal Piemonte alla Liguria e in questo caso a Genova Marassi . Per la cronaca sono stati assegnati a MARASSI due pericolosi/violenti  detenuti , il primo  proveniente  da Torino  P.C.  condannato a  23 anni  di  carcere per resistenza , ricettazione, oltraggio, lesioni, minacce atti persecutori, rapina, furto, danneggiamento , trasferito a Marassi per essersi arrampicato sul cortile passeggi del carcere Lorusso e Cotogno di Torino. Per ordine e sicurezza ha girato circa 23 istituti Penitenziaria  da Ancona - Foggia - Pesaro - Frosinone - Trani  -  Viterbo  -  Ariano Irpino  e  ora  ristretto  a  Marassi  ,  mentre  il  secondo detenuto Italo/Camerunense condannato all’ergastolo M.N.C. da Luglio 2018 ha 
girato quasi tutto il Piemonte ( Vercelli - Ivrea - Torino - Biella ) ed ora ristretto a Marassi,  tradotto dopo aver aggredito brutalmente due Poliziotti penitenziari e distrutto un Ufficio a Biella   - non è possibile commenta PAGANI - che MARASSI  e  gli  istituti  della  Liguria, diventino  “luoghi  ove  allocare  detenuti  violenti  del Piemonte”  -  anche  perché  a  MARASSI  ad  oggi  non  esiste  una  sezione  per 
detenuti violenti ex art.32 e tali assegnazioni rischiano di compromettere Ordine e Sicurezza dell’istituto. Per questo abbiamo chiesto, e continueremo a chiedere, a RUSSO ( Capo del DAP ) NORDIO ( Ministro della Giustizia ) che quella fase di cambiamento   annunciata si trasformi in atti concreti e non solo in proclami di rito. La  Polizia  Penitenziaria  non  può  essere  l’agnello sacrificale  alle criticità ataviche  del  sistema  penitenziario.  Occorre  restituire  dignità  lavorativa e condizioni di sicurezza alle donne e agli uomini dei baschi blu. Solo così – chiude Fabio PAGANI - lo Stato potrà recuperare credibilità ed autorevolezza all’interno dei gironi infernali delle nostre prigioni”.