Genova, città di imprese centenarie

di Paolo Lingua

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Genova, città di imprese centenarie

La metà del secolo XIX rappresentò una svolta di cambiamento per Genova: oltre alla nascita di quella che per quei tempi poteva essere una new economy ci furono profonde modifiche urbanistiche e strutturali, oltre che i primi fenomeni di immigrazione dalle provincie confinanti e dalla Sardegna, con cui esisteva un rapporto storico. In gran parte tutto cominciò con Cavour che aveva capito il potenziale della città e inserì un ruolo portante industriale accanto a quelli consolidati portuali e commerciali. Genova così, con un fenomeno di crescita che si sarebbe sviluppato sino allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, fu la prima “capitale economica” dello Stato Unitario decollato nel 1861. In questa chiave storica va inquadrato il rilancio del registro delle Camere di Commercio del registro istituito nel 2011 e che censisce le attività che hanno più di un secolo. Vale la pena di segnalare che proprio Genova è la città che detiene questo singolare record: 152 imprese già iscritte (ma c’è una nuova tornata di adesioni che si chiuderà il prossimo 31 luglio). Seguono Torino (135), Milano (118) e Firenze (116) .

Vale la pena di fare una riflessione sulle imprese più note. Si comincia dall’Ansaldo, creazione cavouriana: una azienda pubblico-privata che aveva il ruolo di fare la spinta alla prima grande industrializzazione di quello che sarebbe diventato il Regno d’Italia (ferrovie, navi, siderurgia, ecc.). Al tempo stesso fiorivano gli istituti di credito in funzione di un rapporto di filiera positiva con l’industria: La Cassa di Risparmio (che già aveva radici rinascimentali) e la Banca Passadore. Poi industriale sofisticate come la Elsag oppure organ9izzazione del lavoro come la Compagnia Pietro Chiesa per il traffico del carbone, con imprese come la Premuda, il registro del Rina e persino modelli mediatici come Il Secolo XIX.  Pilastri del turismo che si muoveva accanto agli spostamenti del mondo d’affari: alberghi come l’ Hotel Savoia a Genova e l’ Excelsior Palace di Rapallo. Nella crescita anche urbanistica degli edifici del centro e della trasformazione delle periferie industriali, ecco sorgere anche imprese commerciali di qualità che ancora oggi sono simboli di eccellenza.  Si va dalla produzione dolciaria di qualità come il gruppo Rossignotti (con il bar Mangini) o l’imprese Romanengo (che ha già più 200 anni), Rivara, Klainguti, Viganotti o Armanino per la frutta secca.. Oppure punti di stile e di moda come    Finollo o Giglio Bagnara.  Si tratta, a volerla rileggere controluce, d’una rassegna di realtà di alto consumo per un ceto dirigente (imprenditoriale e professionale) e d’una qualità della vita in crescendo. Genova era ormai la capitale industriale, la capitale portuale e quella finanziaria sede della prima Banca d’Italia e della prima Borsa. Si muovevano gli architetti e i progettisti, nasceva un centro cittadino in continua trasformazione con uffici dirigenziali sul modello europeo. E’ l’epoca di via XX Settembre e di Piazza Corvetto che strizzano l’occhio a Parigi. La rivalutazione delle imprese centenarie che ancora esistono, funzionano e hanno resistito è sempre una base sulla quale ricostruire e continuare a puntare a crescere.