Genova, alta tensione in carcere a Marassi: celle a fuoco, agenti aggrediti, proteste violente e un morto tra i degenti nel centro clinico
di Redazione
Tutto è partito dall'insofferenza di un condannato a trent'anni per omicidio, appena trasferito da un altro penitenziario
Un giorno di ordinaria follia in carcere a Marassi, tra celle incendiate, agenti aggrediti, proteste violente e persino la morte di un detenuto malato ristretto nel Centro clinico del penitenziario. Così il Sappe segnala l'emergenza e chiede interventi al ministero e al governo. Come spiega il segretario regionale SAPPE per la Liguria Vicenzo Tristaino, “la situazione nel carcere di Marassi è davvero allarmante. Ieri pomeriggio hanno assegnato nella casa circondariale di piazzale Marassi un detenuto, italiano, entrato in carcere nel 2004 con fine pena 2034 per omicidio: ha girato in 77 istituti e aggredito più poliziotti; per farlo entrare in cella ci sono volute oltre due ore di mediazione, con la presenza di Comandante e Direttore. Nel frattempo, è purtroppo deceduto un altro detenuto affetto da tante patologie all’interno del Centro Clinico: poco dopo, un altro detenuto ha pensato bene di incendiare cuscino e materasso all'interno della propria cella ma, fortunatamente, grazie al tempestivo intervento dei poliziotti penitenziari, il fuoco non riusciva a propagarsi. Per finire, poi, stamattina due Agenti sono stati aggrediti da un detenuto, per fortuna senza gravi conseguenze, e, poco dopo, il detenuto spaccava le mandate del blindo piegandolo, continuando a minacciare che, non appena uscirà dalla sua cella, manderà in ospedale uno o più poliziotti come ha fatto in altri istituti”.
Tristaino stigmatizza i gravi episodi ed esprime solidarietà ai poliziotti di Marassi: “Con questi ulteriori gravi eventi critici sale vertiginosamente il numero dei poliziotti coinvolti da detenuti senza remore in fatti gravi. Esprimiamo la massima solidarietà e vicinanza a tutti i colleghi del Reparto di Marassi: ma quest’ultimo episodio deve far riflettere i vertici del Provveditorato di Torino, da cui dipende Genova per una scelta politica sbagliata a cui speriamo si vorrà porre rimedio istituendo di nuovo il PRAP nel capoluogo ligure. Ci vuole una completa inversione di rotta nella gestione delle carceri, siamo in balia di questi facinorosi. Facciamo appello anche alle autorità politiche regionali e locali: in carcere non ci sono solo detenuti, ma ci operano umili servitori dello Stato che attualmente si sentono abbandonati dalle Istituzioni… Abbiamo bisogno di personale, il rischio fa parte del nostro lavoro, ne siamo consapevoli, ma giocare al massacro con livelli di sicurezza che non permettono minimamente di tutelare l’incolumità dei lavoratori non è accettabile!”.
“Il Sappe - conclude Tristaino - accusa ancora una volta l’Amministrazione Penitenziaria di scarsa attenzione sulla problematica dei detenuti stranieri che sta rendendo il lavoro della Polizia Penitenziaria sempre più difficile”.
Per restare sempre aggiornati sulle principali notizie sulla Liguria seguiteci sul canale Telenord, su Whatsapp, su Instagram, su Youtube e su Facebook.
Condividi:
Altre notizie
Pietra Ligure: via alle festività con Confuoco, premio al cittadino dell'anno e Benvenuti in Liguria
21/12/2025
di Gilberto Volpara
Sanremo, casinò: jackpot da 80mila euro all’Hold’em poker
21/12/2025
di Redazione
La Spezia: cambia sesso a 13 anni, via libera del tribunale, "Percorso consapevole e tutelato"
21/12/2025
di Redazione
