Genova, a Telenord il sindaco Bucci apre il caso dello 'scrittore misterioso': "Un grande genovese pubblicherà un libro"
di Stefano Rissetto
Si tratta di un esordiente, non è un letterato, la presentazione dell'opera di debutto sarà uno degli eventi nella "Capitale italiana 2023 del libro"
“C’è un grande personaggio genovese che sta per pubblicare un libro”. Così il sindaco Marco Bucci a Telenord, nel corso di un “Primo Piano” con il nostro direttore Giampiero Timossi, prendendo spunto dal rango di Genova capitale del libro per l'anno in corso.
Si tratta di un esordiente, non appartiene alla categoria dei letterati, la presentazione dell'opera di debutto sarà uno degli eventi del calendario legato a Genova 2023.
Immediata divampava così la curiosità attorno all’identità dell’autore, ancor prima che su genere e contenuto dell’opera, mentre il primo cittadino a telecamere spente stornava con un monnalisiano sorriso i sospetti da se stesso e dal suo “gemello” Giovanni Toti.
E dire che il libro sembrava un oggetto obsoleto, da “boomer”, soppiantato dall’elettronica e dagli sceneggiati televisivi. Poi accade che proprio un volume, per giunta autoprodotto, causa il primo vero fatto politico dalle elezioni dello scorso anno, interrompendo un tran tran in cui sia destra che sinistra sembrano ferme ai canapi, in attesa del palio delle Europee distante ormai pochi mesi. E’ infatti il pamphlet del generale Vannacci, che per ora il correttore automatico farebbe deragliare nell’artista di “Vengo anch’io? No, tu no”, a seminare il sospetto che la vera opposizione alla destra potrebbe nascere da destra. Si vedrà. Per ora nessuno ha commentato "Fondi un partito, poi vediamo quanti voti prende", come a suo tempo aveva detto Fassino di Grillo.
Quanto all’anonimato, per ora tutelato da Bucci e dal suo staff, conta fino a un certo punto. Da qualche anno si pubblicano romanzi firmati Elena Ferrante, ma non esiste una scrittrice con quel nome: dicono sia Domenico Starnone, oppure la moglie Anita Raja, il critico Goffredo Fofi, gli editori Sandro Ferri e Sandra Ozzola; perfino il filosofo, poeta e logico genovese Marcello Frixione. Chi si firma Ferrante, questa la sola certezza, vende oltre dieci milioni di copie, si fa tradurre in quaranta lingue in tutto il mondo e adattare per cinema e tv. Alla metà degli anni Settanta il giornalista politico Gianfranco Piazzesi pubblicò in forma anonima “Berlinguer e il Professore”, romanzo fantapolitico premonizione del compromesso storico destinato a superare le 400mila copie. L’autore replicò con “I soldi in Paradiso”, chiamando a recitare anche Gianni Agnelli, prima di confessare. Via Fani, con i fiori che cedono il passo alle pistole, era ancora lontana. Non troppo.
Bucci ha lanciato il sasso, resta da capire quanto occorrerà attendere per capire se si tratti di un “Gattopardo”, di una “Bocca del Lupo” o di un già sentito come “Genova è la città che amo”. Tolti gli scrittori professionisti come l’apuo Maurizio Maggiani, esclusi i grandi genovesi già approdati in libreria come Renzo Piano, fuori concorso i postumi che sarebbero numerosissimi data la ghigliottina demografica che incombe sulla città, l’incertezza resta. Forse sarà una sorpresa autentica, forse un segreto come la lettera rubata di Poe.
In attesa del nome e del titolo, già che si parla di letteratura e di Genova capitale del libro, c’è un piccolo grande romanzo del 1986 che si chiama “Il filo dell’orizzonte” e prende spunto dal buio del terrorismo, per intenderci via Fracchia e la vittima rimasta a lungo senza nome, ma poi prende tutt’altra direzione ed è forse il ritratto moderno più riuscito della nostra città, disegnato da un pisano di campagna che insegnò in via Balbi e andò a finire davanti all’Atlantico per morire da portoghese, si chiamava Antonio Tabucchi e voleva molto bene a Genova e ad alcuni genovesi. Sono già passati oltre undici anni dalla sua morte, uno in più di quelli richiesti dalle regole della toponomastica. Prima di rivelare il nome dello scrittore misterioso, il sindaco Bucci e la giunta potrebbero dedicare una via, una piazza o un monumento a un artista che ha fatto di Genova, in poco più di cento pagine, come Parigi Madrid e Lisbona una capitale della sua letteratura. Tutto quello che abbiamo è dimenticanza, scrisse un poeta caro proprio a Tabucchi, che aveva a cuore anche l'autore di un altro verso: di tutto resta un poco.
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