Genoa, Nicola: "A Torino per regalarci un salto di mentalità"

di Marco Innocenti

5 min, 53 sec

"Turn over? Ci saranno dei cambi ma preferisco chiamarlo casting"

Genoa, Nicola: "A Torino per regalarci un salto di mentalità"

Dopo l'esordio da tre punti contro il Sassuolo, Davide Nicola torna in sala stampa per presentare la doppia sfida settimanale, giovedì in Coppa Italia contro il Torino e domenica in campionato in casa del Verona dei tanti ex, primo fra tutti Ivan Juric.

"La partita col Sassuolo per me è già archiviata - ha commentato Nicola - Il Torino è un avversario con 10 punti in più di noi in campionato, è una squadra molto fisica, con giocatori che possono determinare la partita in ogni momento, che attacca spesso la profondità e arriva a prediligere l'attacco sugli spazi laterali. Sono molto aggressivi e giocano in casa quindi sappiamo di trovarci davanti una gara tosta e sappiamo quello che vogliamo fare".

Sull'ipotesi di turn over: "Sicuramente cambieremo qualcosa ma correggerei la parola turn over con la parola casting - precisa il tecnico - Durante la consueta riunione con gli staff, vedremo chi può giocare due partite in 4 giorni. E' possibile che ci siano dei cambi ma è possibile che giochi anche gente che ha giocato già contro il Sassuolo. Questa è una partita da dentro o fuori, che ci permette di fare uno step sulla mentalità che vogliamo avere. Ogni gara ci può regalare consapevolezza, fludità e convinzione nei nostri mezzi. Sono 28 anni che il Genoa non si regala i quarti di Coppa ma quello che vogliamo fare è soprattutto valutare l'aspetto emotivo dei giocatori. Mi auguro che ne possa nascere una bella partita, di sano agonismo e di idee".

Quanto vale la vittoria contro il Sassuolo per l'ambiente e dove può migliorare questa squadra? "Noi, vista la condizione di classifica, è chiaro che dobbiamo migliorare su tutto ciò che riguarda la prestazione in campo. Di certo in questi primi cinque giorni abbiamo lavorato sulle priorità: questa squadra sa giocare ma deve interpretare il gioco più in verticale, costruendo da dietro col portiere senza rilanciare. Ma non mi piace nemmeno una squadra che mandi troppi effettivi a partecipare alla costruzione perché questo poi ci scopre nell'occupazione degli spazi. Abbiamo la necessità di capire che il Genoa deve lottare dovunque, contro chiunque, esprimendo la propria identità".

La formazione sarà fatta anche in ottica della gara di domenica contro il Verona? "Noi abbiamo l'esigenza di essere chiari - spiega ancora Nicola - Mi è stato chiesto di valutare l'intera rosa anche se non ho tanto tempo a disposizione. Da questo punto di vista per me è importante capire chi è nelle condizioni di partecipare a questa sfida fantastica che è la salvezza e quindi, dopo queste due gare, ci sarà un confronto con la società durante il quale io darò le mie idee. Guarderò anche l'aspetto emotivo, quello caratteriale e chi è consapevole di dover fare una battaglia da qua alla fine".

Esordio al Ferraris e ora giocherà proprio a Torino, un'altra piazza particolare per lei. Un'emozione in più? "L'emozione dell'esordio al Ferraris mi ha accontentato, è stata un'emozione fortissima ma era quello che volevo e che cercavo. Questi colori per me hanno una gratificazione particolare ma io faccio l'allenatore e devo sapere di appartenere a una storia importante come quella rossoblu pur riuscendo a fare le mie valutazioni con la necessaria lucidità. Chiunque mi conosca sa benissimo che io sposo una causa al 100% e rappresento la squadra che alleno in tutto e per tutto. A Torino rivedrò degli amici che conosco ma per me esiste solo il Genoa adesso"

Sulla gara secca, a volte le motivazioni possono fare sorprese? "Sì, io direi che una gara così, da dentro o fuori, serve anche per andare oltre i propri limiti. Lo scopo ultimo è quello di fare uno step di mentalità, resettare tutto e ripresentarci fra tre o quattro giorni con motivazioni, mentalità e aggressività. La motivazione nasce da un motivo lo dice la parola stessa, da un bisogno, non te la può dare nessuno perché nasce dentro di te. Domani faremo la partita al massimo delle nostre possibilità, cercando e volendo fare risultato. Per me non c'è motivazione differente fra campionato e Coppa. E' questo che alla fine fa la differenza e trasforma la squadra che ha fame e vuole raggiungere ogni obiettivo. Noi adesso abbiamo l'esigenza di focalizzarci sull'importanza della concentrazione, individuale e di squadra. Se fai questo e fai del tuo meglio, fa la differenza, oggi e per il futuro. I cambi saranno da valutare con grande attenzione perché noi non ci possiamo permettere di perdere giocatori. Lavoriamo in piena sinergia con lo staff medico ma è chiaro che abbiamo bisogno di valutare alcuni giocatori che non hanno i 90' nelle gambe ma che possono diventare importanti magari per uno spezzone di gara".

Il Sassuolo era una squadra che faceva molto gioco, il Torino è una squadra che gioca in modo molto diverso. "Per noi la gara contro il Sassuolo era particolare - ha precisato Nicola - Oltre a dover studiare il modo di aggredirli, dovevamo anche valutare che è una squadra con molto palleggio. Contano molto di più gli spazi che non i punti di riferimento ma noi siamo riusciti a chiudere alcune giocate che loro fanno abitualmente. A me però interessa capire se questo è un palleggio lontano dal creare pericoli allora non mi fa paura. Il Torino è squadra molto forte fisicamente, che fa un palleggio molto piu verticale quindi la velocità nella lettura che dovremo avere è molto diversa. Per questo ci preparermo anche oggi".

Le scelte di formazione saranno condizionate dalle opportunità di mercato, in entrata ma soprattutto in uscita? "Le scelte sono fatte sempre in funzione dell'avversario, della nostra condizione e solitamente per me non esiste mai un Genoa A o B ma solo giocatori funzionali alla gara che andiamo a fare. Tenendo conto dello stato di forma e di far coesistere anche i giocatori trovando degli equilibri, potendoli far giocare insieme a compagni che abbiamo caratteristiche complementari. A me interessa fare una valutazione più approfondita".

E il dualismo Radu-Perin? "Io la mia gerarchia l'ho stabilita. Quando sono arrivato, conoscevo Perin e mi è sembrato logico partire dalle certezze. Mattia è per me importanissimo, come Radu. Le competizioni sono diverse, le motivazioni per me sono importanti e mi sembra logico che Radu possa darci una mano in una competizione diversa".

E su Destro? C'è la possibilità di vederlo in campo? "L'incontro con Mattia è stato semplicemente bellissimo. Siamo stati chiari l'uno con l'altro e quindi partendo con una disanima molto leale, siamo passati allo step successivo, potendo valutare la sua condizione nei test opportuni e abbiamo impostato il programma. Lui, se è in forma, ha movimenti importantissimi. Ha grande motivazione e va messo in condizione di integrarsi piu velocemente possibile, con la squadra e individualmente. Si metterà a disposizione per il suo minutaggio attuale ma mi ha dimostrato un sentimento di grande rivalsa e io cerco anche questo in questa fase".