Gaza, Orlando attacca Fitto: “Assente sulle sanzioni a Israele, strumento della linea ignobile del governo”
di Marco Gramigni
Orlando attacca Fitto: assente al voto UE sulle sanzioni a Israele, “strumento della linea pavida e ignobile del governo Meloni”.
Andrea Orlando torna a puntare il dito contro la maggioranza e, in particolare, contro Raffaele Fitto, commissario europeo e rappresentante italiano nella Commissione UE. L’occasione è fornita dalla recente riunione del collegio dei commissari europei, durante la quale si è discusso dell’introduzione di sanzioni – definite “blande” dallo stesso Orlando – nei confronti di Israele, in risposta all’aggravarsi della crisi umanitaria a Gaza e alla prosecuzione dell’invasione giudicata “illegittima”.
Secondo l’ex ministro PD, l’assenza di Fitto da quell’incontro non è stata una svista né una casualità, ma l’ennesima dimostrazione della “pavida e ignobile” posizione del governo italiano di fronte al conflitto in Medio Oriente.
“Alla stretta, Fitto è stato tutt’altro che moderato – scrive Orlando – e la sua italianità lo ha reso strumento della posizione ignobile e pavida del nostro governo.”
Il post pubblicato sui social rappresenta anche una rivendicazione politica da parte dell’ex ministro, che ricorda di essersi sempre opposto, anche all’interno degli organismi dirigenti del PD, alla scelta di votare Fitto come vicepresidente della Commissione europea. Una scelta, a suo dire, incoerente con i principi dell’europeismo, considerato che Fitto rappresenta “un gruppo sostanzialmente e storicamente antieuropeo”.
Orlando critica anche la motivazione, avanzata allora da alcuni esponenti del centrosinistra, secondo cui votare contro un vicepresidente italiano sarebbe stato un gesto “antieuropeo”, facendo notare che, per statuto, i commissari europei non rappresentano il Paese d'origine, ma l’intera Unione Europea.
“Si disse che chi consigliava di non votare Fitto era preda di pregiudizi. Mi pare, invece, che di giudizi si trattasse – conclude – peraltro tutt’altro che difficili da formulare se solo ci si fosse attenuti alla logica della politica oltre i condizionamenti provinciali. Oggi i nodi vengono al pettine. E vanno sciolti o recisi. Non si può tacere di fronte a questa vergogna.”
Con queste parole, Orlando invita implicitamente anche il Partito Democratico a riflettere su alcune scelte passate, sottolineando la necessità di assumere posizioni più nette nei confronti del governo e della sua linea in politica estera.
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