G20, a Genova un dibattito su intelligenza artificiale tra scienza e società
di Edoardo Cozza
Nell'ambito delle iniziative della presidenza del consiglio dei ministri ecco la discussione organizzata dall'IIT sul ruolo della robotica nelle nostre vite
Nell’ambito degli incontri del G20 affidati dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri a più interlocutori, si è tenuto a Genova, nella Sala del Maggior Consiglio, l’evento speciale “Visioni del futuro. Intelligenza Artificiale e Robotica: dialogo tra scienza e società” organizzato dall’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT).
L’evento ha sollevato un dibattito sull’influenza che Intelligenza Artificiale (AI) e robotica avranno sul nostro futuro: dal mondo del lavoro, agli aspetti etici, dalle frontiere dell’esplorazione spaziale, fino all’applicazione dell’IA in campo musicale. In questo contesto si inseriscono le attività di ricerca IIT che prevedono un utilizzo dell’intelligenza artificiale volto a migliorare la qualità della vita delle persone e supportare gli esseri umani in tutte le aree scientifiche in un’ottica di inclusività, sostenibilità e etica.
“Quando il Ministero ci ha chiesto di organizzare un evento sull’AI, abbiamo ritenuto fosse opportuno inserire anche l’ambito della robotica che per noi in IIT è anche strettamente connesso con l’intelligenza artificiale. Reputo questo evento un’ottima possibilità per IIT, ma anche per Genova per dimostrare che qui si sta consolidando quella massa critica necessaria per valorizzare la tecnologia avanzata in tutto il Paese. Noi dal punto di vista scientifico possiamo mostrare le nostre competenze, poi sono gli investitori italiani e europei che devono credere nelle potenzialità che la ricerca racchiude” ha dichiarato Giorgio Metta, Direttore Scientifico IIT e continua “Rispetto al PNRR credo che sia un’occasione unica, sarebbe interessante capire come si possa proseguire questo programma oltre i 5 anni. In quest’ottica il PNRR è una spinta necessaria per ottenere i risultati previsti per il 2050”.
Dopo il saluto di Giorgio Metta è intervenuta in collegamento da Roma, la presidente del CNR Maria Chiara Carrozza. “Noi come scienziati e ricercatori siamo abituati a muoverci nel Mondo. L’idea della Torre d’Avorio è superata da tempo. Nell’ambiente della Ricerca abbiamo bisogno di investitori pazienti e competenti perché i tempi di sviluppo sono imprescindibili, e perché è importante che gli investitori siano edotti. Conosco Giorgio Metta da tempo e abbiamo storie personali simili, e possiamo testimoniare che gran parte della attività di cui ci occupiamo nascono da investimenti pazienti e sapienti dell’Unione Europea che risalgono anche a 15 anni fa. Ed è così che dobbiamo auspicarci di andare avanti! Dobbiamo far sì che la scienza presenti alla politica le evidenze scientifiche e che la politica le sappia usare per il bene dei cittadini”
"Questo convegno chiesto dal G20 è particolarmente coerente con i nostri progetti.” ha dichiarato Giovanni Toti, Presidente della Regione Liguria. “Ci siamo candidati con il polo di Erzelli ad essere uno dei poli d’eccellenza della ricerca e di ospitare il primo Istituto di Ricerca e Cura ad indirizzo tecnologico. Abbiamo illustrato i nostri obiettivi anche al Ministro Gelmini in visita a Genova la settimana scorsa perché riteniamo di avere le competenze anche di impresa, una delle quali proprio dell’IIT, nell’Università di Ingegneria, del CNR, per mettere insieme per la prima volta ricerca, robotica, scienza e medicina"
“L’Intelligenza Artificiale e la robotica influenzeranno inevitabilmente anche il mondo del lavoro” di questo ha parlato il segretario generale della Uil, PierPaolo Bombardieri nella seconda tavola rotonda: “Il mondo del lavoro sta cambiando con una velocità repentina, al punto che si trasformano le mansioni lavorative e gli stessi rapporti di lavoro. La sfida è come redistribuire equamente i benefici prodotti dalla digitalizzazione e dall’intelligenza artificiale ed evitare, come sta avvenendo, che i vantaggi si concentrino nelle mani di pochi. Noi crediamo che la sfida riformista sia quella di adattare ai nuovi scenari, nuovi diritti, che si affianchino a quelli già esistenti. se lo sviluppo tecnologico, la digitalizzazione e l’intelligenza artificiale si coniugano con una riduzione dell’orario di lavoro, si possono generare redistribuzione della ricchezza e occupazione. Già Keynes, quasi un secolo fa, parlava di riduzione dell’orario di lavoro come fattore di equa redistribuzione dei benefici dello sviluppo tecnologico. Più di recente, esistono diverse proiezioni sull’impatto occupazionale della digitalizzazione e dell’intelligenza artificiale. L’ultima è del World Economic Forum, che parla di un saldo attivo, entro il 2025: a fronte di 85 milioni di posti di lavoro persi ne verranno creati 97 milioni” ha concluso Bombardieri.
A proposito di lavoro e nuove tecnologie, è intervenuta Ersilia Vaudo Scarpetta, Chief Diversity Officier dell`ESA: “Negli ultimi anni abbiamo visto un’esplosione di interesse verso lo Spazio sia dal punto di vista del pubblico che degli addetti ai lavori. Lo Spazio non ha più solo una valenza scientifica ed è diventato un’infrastruttura imprescindibile perché c’è consapevolezza dell’indotto economico che genera, parliamo della Space Economy. Nei primi mesi del 2021 c’è stato un picco di interesse con un team a grande presenza femminile e un’ottima Presenza di candidati italiani”.
Di spazio ha parlato anche il cosmonauta Walter Villadei “Le cose nel mondo dello Spazio parlando di ricerca e trasferimento tecnologico stanno correndo molto. Riuscire a creare una filiera tra centri di ricerca d’eccellenza per promuovere degli esperimenti a Terra prima di portarli nello Spazio per periodi più lunghi è una sfida che potrebbe vedere l’Italia protagonista nei prossimi anni a livello europeo”
“Quando noi facciamo i robot, non riusciamo a liberarci dal modello augustiniano: memoria e intelletto dell’uomo che vi è dietro, dunque dell’etica, Le tecnologie sono fondamentali per il benessere della nostra società ma non dobbiamo mai dimenticare di tenere al centro l’essere umano” conclude Monsignor Carlo Maria Polvani.
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