I big della prima serata del Festival della Canzone italiana
di Giulia Cassini
Le biografie e i testi in gara il 4 febbraio sul palco dell'Ariston
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Lunga la lista dei cantanti in gara per la prima serata del Festival. Le biografie e le canzoni per la guida all'ascolto.
Irene Grandi porta al Festival l’energia di una donna che riesce a vivere in pieno la magia del palcoscenico con un testo che vede tra gli autori Gaetano Curreri degli Stadio e Vasco Rossi che più di una volta ha affermato “Se fossi una donna sarei Irene Grandi”. Il titolo del brano sanremese? “Finalmente io”. Viene da chiedersi: è forse una confessione? Sicuramente la sua personalità è complessa, un vantaggio che l’ha portata a sperimentare e a muoversi con estremo agio tra il jazz, il blues, il rock, il soul e il rap con la stessa sicurezza. Il suo primo Sanremo nel 1994 col brano “Fuori” e un disco d’esordio di chiave matrice identitaria: “Irene grandi”. I festival della canzone più fortunati la vedono in gara con “La cometa di Halley” nel 2010 e nel 2015 con “Un vento senza nome”. Il primo successo importante arriva nel 1995 con il secondo album (oltre 500mila copie vendute) dal titolo “In vacanza da una vita”. E’ un volto televisivo e cinematografico, ad esempio ha partecipato al film “II barbiere di Rio “ di Giovanni Veronesi con Diego Abatantuono. Ha collaborato con grandi artisti come Pino Daniele, Jovanotti, Vasco Rossi, Gaetano Curreri degli Stadio, Pavarotti e molti altri. Nel testo della canzone in gara si legge: “Disordinata come una risata E anche più viva della vita Innamorata della libertà”, un ritratto in un certo senso chiaro che arriva ai 26 anni di carriera. Il 14 febbraio uscirà un’edizione speciale di “Grandissimo” con un inedito e dal 5 marzo le esibizioni nei club perché vuole stare vicina al suo pubblico. Per le cover ha scelto “La musica è finita” di Vanoni e Guarnera con Bobo Rondelli.
Achille Lauro dopo il debutto festivaliero del 2019 torna a Sanremo con un brano rockeggiante e un amore da “panna montata al veleno” con “Faccia d’angelo, David di Michelangelo, occhi ghiacciolo” dal titolo “Me ne frego”. E’ cambiato dagli esordi Lauro (al secolo Lauro De Marinis), classe 1990, dalla scena hip hop e underground romana conosciuta fin da giovanissimo con il fratello. Lauro o lo si ama o lo si odia, porta con sé il background dell’infanzia tra i quartieri di Serpentara e Conca d’Oro ed è controverso il suo rapporto con gli stimolanti, ad esempio il titolo del suo secondo album Dio sarebbe l’acronimo di “Droga in Offerta Costi Economici”. La fama con il largo pubblico deriva invece più che altro dalla partecipazione col suo produttore Boss Doms a Pechino Express, dalla svolta verso la samba trap (ancora fruibile nell’album “Pour l’amour” con altre influenze) e dal brano con cui ha partecipato a Sanremo 2019 “Rolls Royce”. “Non mi connoto con uno stile definito, passo dall’elettronica alla salsa, dalla trap al rock”. Estremo ed eccentrico non passa inosservato nemmeno tra le folle di via Matteotti, di Sanremo vive il lato adrenalinico appaiandolo in più interviste ad una puntata della serie tv Black mirror. Continuano a stimolarlo la musica di Travis Scott, Young Thug e 6LACK oltre a molti altri, compreso Kurt Cobain. La sua cover del giovedì risale a Sanremo 1992 di Mia Martini “Gli uomini non cambiano” con Annalisa.
Marco Masini festeggia i 30 anni di musica e porta a galla il nostro io con “Il confronto” mettendo l’ascoltatore con spalle al muro fino ad arrivare al punto più difficile: quello dell’accettazione di noi stessi. E’ il momento della verità, sempre difficile da affrontare. Ne ha fatta di strada da quando a 20 anni è salito per la prima volta su un palco per sostituire il suo principale afono in un piano bar a Firenze. Ama la classica, in particolare Mozart, Chopin e Bach e per fortuna non entra nella Fiorentina e si dedica alla musica, la sua grande passione su tutto. Ha avuto anche dei momenti di stacco dovuti a impegni personali dalla sua folgorante carriera, ma non ha più abbondonato la musica e il suo pubblico dal 2003 è segnato dal grande ritorno di Masini con il lavoro "..il mio cammino", un album che ripercorre una parte della storia dell'artista con nuovi arrangiamenti e tre canzoni inedite "Generation", "Io non ti sposerò" e "Benvenuta". A Sanremo si distingue nel 2004 con il brano "L'uomo volante", mentre nel 2005 partecipa con "Nel mondo dei sogni". Nel mese di giugno, dopo quattro anni e mezzo dall'ultima pubblicazione, esce il nuovo cd dal titolo "Il giardino delle api”. Nell'autunno del 2007 Marco Masini e Beppe Dati scrivono la commedia musicale "Il Brutto Anatroccolo (piccolo elogio della bruttezza..)", mentre nel 2009 torna al Festival con “L’Italia”, nel 2015 con “Che giorno è” e nel 2017 con “Spostato di un secondo”. Nel brano sanremese c’è tutto il romanticismo e tutta la rabbia di un uomo che ne ha vissuto in pieno: “La vita è un flipper e infatti ci giochiamo Ma cosa aspetti a dire basta E in quello specchio a urlare cambia faccia”. Per la serata delle cover ha scelto “Vacanze romane” dei Matia Bazar con Arisa.
Rita Pavone torna al festival dopo 48 anni di assenza e si prende sottile gioco del mondo dei reality show e mostra le unghie con “Niente (Resilienza 74)”. Ha debuttato al Teatro Alfieri nel 1959 in un format per bambini intitolato "Telefoniade", con l'interpretazione dei brani di Al Jolson "Swanee" e di Renato Rascel "Arrivederci Roma". Carriera fulminea e longeva, chi non ha cantato con lei pezzi come “Fortissimo”, “Non pianger per me Argentina”, “La suggestione”, “Amici Mai”, “Cuore”, “Finalmente libera”?Nel 2006, ufficializza a "L'anno che verrà" la decisione di ritirarsi a vita privata, e si candida per la Circoscrizione alle elezioni per il Senato nella lista di Mirko Tremaglia "Per l'Italia nel mondo". In realtà torna ad esibirsi nel 2010 con Renato Zero, in concerto a Roma, esibendosi tra gli altri pezzi con "Fortissimo", "Mi vendo" e "Come te non c'è nessuno". Il suo ritorno sul palco dell’Ariston di Sanremo è da brividi, piace e dimostra tutta la grinta di chi, durante l’anno, vive libera a 660 metri di altitudine, senza una vita frenetica. Sarà anche il segreto della sua verve e della forma smagliante. Per le cover ha scelto “1950” con Amedeo Minghi.
Le Vibrazioni hanno l’ossessione della locuzione “Dov’è” perché hanno “sete di stupore” anche quando la vita mette in ginocchio, anche quando si deve ricominciare e in definitiva della caccia al tesoro verso la gioia, unico sentimento a dare un senso alla vita come spiega Francesco Sarcina. La band è nata a Milano nel 1999 ed è composta da Francesco Sarcina, frontman cantante e chitarrista, Stefano Verderi, chitarre e tastiera, Marco Castellani al basso e Alessandro Deidda, batteria. Tanti live e poi l’esplosione nel 2003 cn il singolo disco di platino “Dedicato a te”. Il primo album della band, Le Vibrazioni, conta su 4 estratti da capogiro: In una notte d’estate, Vieni da me, Sono più sereno, E se ne va (canzone, questa, finita poi nella colonna sonora del film Tre metri sopra il cielo). Nel 2008 una sostituzione con Emanuele Gardossi al posto di Marco Castellani. A Sanremo 2018 portano “Così sbagliato” alla seconda partecipazione dopo quella del 2005. I loro fan citano poi tra i capolavori “Amore Zen”, singolo costruito con Jake La Furia. Partiranno con il nuovo tour il 17 marzo con un’orchestra diretta da Beppe Vessicchio (ad esempio a Genova al Politeama il 15 aprile) e poi uscirà il nuovo album. Per la serata delle cover hanno scelto “Un’emozione da poco” di Anna Oxa con i Canova.
Anastasio, altro figlio dei talent, vincitore di X Factor del 2018 porta il panico all’Ariston, ma è tutto sotto controllo. Si tratta del suo urlo sulla rabbia, una sorta di monologo in forma rock dal titolo “Rosso di rabbia”. “Ma dimmi come posso io- canta Anastasio- Che sono una bomba a orologeria Sentire fermarsi quel ticchettio se muore la minaccia, muore pure la magia”. Il 7 febbraio uscirà il suo “Atto Zero”, l’album costruito come i capitoli di una storia, svolgendo l’evoluzione di un “sabotatore”. E’ laureato in botanica quantistica transdimensionale ed è vincitore della dodicesima edizione di X Factor. Per le statistiche è il settimo vincitore del talent che arriva al palco di Sanremo, serie inaugurata tanti anni fa da Marco Mengoni. Del 2018 il suo successo “Come Maurizio Sarri” ed era già stato ospite a sorpresa del Festival della Canzone Italiana 2019 con Claudio Bisio cantando in anteprima il singolo “Correre”. La sua cover con la PFM è “Spalle al muro” di Renato Zero.
Elodie parla di fragilità e della voglia di riprendere in mano la propria vita con sound contemporaneo in “Andromeda” scritta da Mahmood con Dario Faini (stesso abbinata vincente di “Soldi”, il tormentone vincitore di Sanremo 2019). Un testo esplicito, crudo, ma anche evocativo con “Forse non era ciò che avevi in mente Ti vedrò come un punto tra la gente” e un litigio che è il macigno della parola fine. Eleganza innata per Elodie Di Patrizi, famosa dal secondo posto alla quindicesima edizione di “Amici” di Maria De Filippi nel 2015 vincendo i premi della critica giornalistica Vodafone e quello RTL 102.5 Disco d’oro già col primo album scritto da Fabrizio Moro e prodotto da Emma Marrone intitolato “Un’altra vita”. Quest’anno , per la precisione il 7 gennaio, ha annunciato sui social il terzo album “This is Elodie” uscito sui digital store il 31 gennaio e negli store dal 7 febbraio. Il 9 gennaio ha fatto uscire la traccia “Non è la fine” con il rapper Gemitaiz, mentre il 24 gennaio ha pubblicato online “Mal di testa” con Fabri Fibra. Il 31 gennaio ha pubblicato la versione digitale del nuovo album “this is Elodie” , cd dal 7 di febbraio.Ha realizzato con il compagno Marracash la hit “Margarita”. Per la serata delle cover ha scelto “Adesso tu” di Ramazzotti con Aeham Ahmad.
Bugo e Morgan elettropop riserva tra stilemi anni Ottanta e nuovi linguaggi fa il botto con “Sincero”, forse perché mettersi a nudo non dà sempre i risultati previsti: “Sono sincero, me l’hai chiesto tu, ma non ti piace più” arrivando anche alle punte di spillo “Paga le tasse buono buono Mangia bio nei piatti in piombo Vivi al paese col passaporto Ascolta la musica dei cantautori Fatti un tattoo, esprimi opinioni”. Il cantautore ha iniziato a suonare in modo professionale e continuativo la chitarra durante il periodo del militare poi si è lanciato uno dietro l’altro con 9 album di studio ottenendo sin da subito una matrice personale e fortemente originale. Classe 1973 è conosciuto sotto il nome del gruppo Quaxo che ha formato e con cui è andato avanti per circa due anni. Il debutto da solista nel 2000 con l’album “La Prima Gratta” di chiaro imprinting folk. Evoluzione rock ed elettronica per lui dal 2015, anno in cui ha partecipato con “Me la godo” al Concertone del Primo Maggio. Concorrono alla formazione della sua personalità profonda ma a suo agio in ogni contesto la partecipazione a due film (come ad esempio Missione Pace di Francesco Lagi) e diversi anni trascorsi in India. Prima di vivere con la sua arte è stato anche operaio in una fonderia. Non è la prima volta che si esibiscono insieme Bugo e Morgan, si conoscono da tanto e hanno già condiviso le scene nel 2003. Raggiungono livelli da cortocircuito. Portano sul palco uno strumento inusuale come il theremin, costruito nel 1919. Bugo il 7 febbraio pubblicherà un nuovo album intitolato con il suo nome anagrafico “Cristian Bugatti”. Per la serata delle cover hanno scelto “Canzone per te” di Sergio Endrigo e Roberto Carlos.
Alberto Urso con “Il sole ad Est” stupisce per la classicità nonostante sia etichettato da tutti come il campione di “Amici” e per i suoi 22 anni. Un brano maturo che ibrida lirismo e pop con il sentimento il primo piano e un amore struggente come nelle migliori opere liriche. “Guardi nel blu- canta Urso- mentre vola un pensiero Per te Ho nel cuore il sole ad est E nel mondo ovunque vada Mi ricorderà la strada Che porta fino a te”. Sia col testo sia con la musica dimostra che il belcanto è contemporaneo, tanto che tra i suoi modelli cita non a caso Bocelli. Del resto il giovane classe 1997 non è solo un polistrumentista, ma è un affermato tenore. Si è fatto apprezzare in concorsi nazionali e internazionali e come vincitore della diciottesima edizione di Amici di Maria de Filippi. Il suo primo album “Solo” è stato certificato Disco D’Oro mentre il secondo “Il Sole ad Est” è stato accolto in modo particolarmente favorevole dalla critica. La nuova edizione di quest’ultimo uscirà il 7 febbraio. Sui social è molto attivo e sulla sua partecipazione a Sanremo ha dichiarato “Quando mi è stato detto non riuscivo a crederci, è davvero difficile trovare le parole giuste per esprimere a pieno ciò che provo e sento. Sanremo è un sogno, solo a pensarci mi tremano già le gambe”. Per le cover ha scelto “La voce del silenzio” con Ornella Vanoni.
Riki si focalizza sull’incomunicabilità, in quella forma di scrivi e cancella che porta alla mente la messaggistica tra ragazzi con “Lo sappiamo entrambi”. Alla fine qualcosa cambierà. “Chissenefrega di noi se non so Quello che vuoi se non parli Se ci diciamo di sì ma fingiamo E lo sappiamo entrambi”, canta il 28enne nato in febbraio il giorno 4. Il suo manager è Francesco Facchinetti che vive come una guida e un fratello maggiore. Tra i suoi miti in gara a Sanremo cita in diverse interviste ad esempio Pelù e Zarrillo. Viene ricordato per la partecipazione ad “Amici” di Maria De Filippi nel 2016/2017 e per l’ep d’esordio del 2017 “Perdo le parole”, al primo posto in classifica per cinque settimane consecutive, restando poi al primo posto tra gli album più venduti in Italia nei primi sei mesi del 2017. Altri momenti fortunati della sua carriera l’uscita del singolo “Dolor de cabeza” in duetto con i CNCO. Ha partecipato al Wind Music Awards 2017 mentre lavorava al secondo album: nel 2017 esce il singolo “Se parlassero di noi” dell’album “Mania”. Per la serata delle cover ha scelto “L’edera” con Ana Mena.
Raphael Gualazzi porta la carica carioca e i colori del Brasile nella sua (per l’appunto) “Carioca”. Alla fine “Bastava un sogno carioca Puoi cancellare ogni momento In una volta sola Meglio spazzati via dal vento Che ogni tua parola Ora Vedo Nel buio Il tuo viso a due passi da me”. Lirismo e filosofia di vita in un mood estremamente visionario e onirico. Non si stanca di ripeterlo nonostante la storia da soap di un uomo disperato che cambia per un incontro “miracoloso” con una donna. Strappalacrime (forse). Raphael Gualazzi al Festival nel 2011 ha portato “Follia d’amore” contestualmente all’uscita del secondo album in studio “Reality and Fantasy”. Nel 2013 porta al Festival “Senza ritegno” e “Sai” ed esce il terzo album Happy Mistake, mentre nel 2014 propone a Sanremo i brani “Tanto ci sei” e “Liberi o no”, quest'ultimo scelto come brano per la gara della kermesse e classificato secondo nella gara musicale. Dopo due anni di assenza nel 2016 esce il singolo “L’estate d John Wayne” contenuto dall’album “Love Life Peace
Evidenti gli influssi ragtime, blues, jazz fino alle follie dinamiche e ornamentali che ricordano da lontano Jamiroquai e Ben Harper. Il 7 febbraio uscirà il nuovo album intitolato “Ho un piano”. Per le cover ha scelto un’impegnativa “E se domani” con Simona Molinari.
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