Femminicidio Scagni, la Procura chiede il rinvio a giudizio per Alberto: omicidio volontario aggravato da premeditazione e crudeltà

di Redazione

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L'uomo è accusato di aver ucciso la sorella Alice con 19 coltellate. In un secondo filone inchiesta sulle presunte omissioni e sottovalutazioni degli allarmi lanciati dai familiari

Femminicidio Scagni, la Procura chiede il rinvio a giudizio per Alberto: omicidio volontario aggravato da premeditazione e crudeltà

La procura di Genova ha chiesto il rinvio a giudizio per Alberto Scagni, l'uomo accusato di avere ucciso la sorella Alice il 1° maggio scorso sotto casa a Genova Quinto. Il pubblico ministero Paola Crispo contesta l'omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dalla crudeltà. Dopo l'omicidio era stato aperto un secondo fascicolo sulle presunte omissioni e sottovalutazioni degli allarmi lanciati dai familiari (assistiti dall'avvocato Fabio Anselmo): sono stati indagati due agenti e una dottoressa, interrogati nelle scorse settimane.

Il giorno del delitto Scagni minacciò i familiari perché voleva dei soldi. L'uomo (difeso dagli avvocati Elisa Brigandì e Maurizio Mascia) dopo la telefonata andò sotto casa della sorella Alice e la aspettò per diverse ore. Quando la donna uscì di casa la aggredì in strada davanti al portone colpendola con 19 coltellate. L'uomo è stato sottoposto a perizia psichiatrica. Secondo Elvezio Pirfo, il perito del giudice per le indagini preliminari, Scagni è semi-infermo di mente ma capace di stare in giudizio. Il consulente della procura Giacomo Mongodi lo aveva definito pienamente capace.