Fausto Brizzi a Telenord: "A Genova ho trovato equilibrio e ispirazione. Sto lavorando a Notte prima degli esami 3 e a un film sull'IA"

di Carlotta Nicoletti

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Dividersi tra Roma e Genova non è semplice, ma per il regista la scelta di spostare l’equilibrio familiare verso la Liguria è stata naturale: “Qui scrivo guardando il mare, sono felice”. Accanto a lui, la moglie Silvia, oggi sindaca di Genova, e il piccolo Eugenio che presto compirà due anni.

Genova – “Il nostro sbilanciare la vita su Genova per me è fantastico”, racconta il regista, che per anni ha fatto avanti e indietro con Roma per lavoro. Oggi trascorre sempre più tempo sotto la Lanterna: “Per chi non vede il mare ogni giorno, questa città è un luogo meraviglioso”.

Politica – La candidatura di Silvia non lo ha sorpreso: “La politica è la sua passione da sempre. A Roma si occupava di politica sportiva, ma per lei è il pane quotidiano”. Durante la campagna elettorale, lui è rimasto accanto alla moglie: “Quando serviva il papà o il supporto, io c’ero”.

Famiglia – La quotidianità si regge su un equilibrio condiviso: asilo, lavoro e l’aiuto prezioso delle nonne e perfino della bisnonna. “Abbiamo un pool di meravigliose nonne”, sorride. Il tempo insieme si ritaglia tra impegni politici, set cinematografici e occasioni come il Festival della Comunicazione di Camogli.

Matrimoni – La coppia si è sposata due volte: la prima durante la pandemia in Campidoglio, la seconda alle Maldive. “Aspettiamo il terzo matrimonio, con festa”, scherza il regista.

Segnali – Una scelta significativa che guarda al futuro riguarda il cognome del figlio: “Abbiamo dato quello della mamma. È un segnale per colmare il gender gap, un cambiamento che in Italia fanno in pochissimi”.

Cinema e progetti

Un film sul desiderio di genitorialità, il ritorno di una saga cult e un progetto dedicato all’intelligenza artificiale: il regista torna a parlare dei suoi lavori, tra impegno sociale e riflessione sul futuro del cinema.

Cinema – Nonostante i tanti impegni familiari, i progetti non mancano: “Ho un film in preparazione per ottobre. Ma il mio ruolo principale resta quello di marito e padre”.

Maternità surrogata – L’ultimo film, Dove osano le cicogne, affronta il tema delle coppie che ricorrono alla maternità surrogata, vietata in Italia. Spinge quindi a una riflessione profonda, è una legge limitante? “Bisogna assolutamente concedere questa possibilità, perché tanto l’escamotage lo trovano”, spiega il regista, ricordando come il cinema possa offrire “piccoli messaggi sociali e politici, sempre con la risata”.

Progetti – Nel 2025 ricorre il ventennale di Notte prima degli esami, il più famoso tra i film di Brizzi che ha emozionato due generazioni e per l’occasione è in arrivo un adattamento del film a teatro scritto da Brizzi, mentre nel 2026 è in arrivo un terzo capitolo al cinema, scritto insieme a Tommaso Renzoni. Sarà lui a dirigerlo: “Mi sembra giusto che un autore di 35 anni racconti i ragazzi di oggi. Io mi occuperò invece di una versione teatrale del primo film”.

Tecnologia – Parallelamente, il 27 ottobre inizieranno le riprese del nuovo lavoro diretto dallo stesso regista, incentrato sull’intelligenza artificiale. Non ha anticipato la trama, ma ha svelato la possibilità che ruoterà attorno alla scoperta che una celebre influencer, amatissima dal pubblico, che non è mai esistita: “Un tema attualissimo, perché ormai è difficile distinguere ciò che è reale da ciò che è generato dall’IA”.

Cinema e IA – Sul futuro del cinema con l'IA, il regista non ha dubbi: “Se la storia è buona, anche un film interamente creato con l’intelligenza artificiale può emozionare. Abbiamo pianto con Toy Story, non vedo perché non dovrebbe accadere con prodotti fotorealistici”.

Politically correct – C’è però un limite che oggi preoccupa il cinema, soprattutto quello comico: il politically correct, definito da Carlo Verdone “una sciagura”. Su questo punto Fausto Brizzi concorda: “È molto restrittivo. La presa in giro, che è alla base della commedia, oggi rischia sempre di offendere qualcuno. Ma il cinema deve continuare a osservare e raccontare”.

Per definizione, infatti, la satira è un genere poetico, moralistico o comico che, attraverso ironia, scherno o invettiva, mette in evidenza difetti, costumi e atteggiamenti umani, individuali o collettivi. In senso più ampio, indica qualsiasi critica pungente o caricaturale verso persone o aspetti della società contemporanea. È dunque inevitabile che la “presa in giro” possa risultare talvolta offensiva.

Ma se si perde la capacità di ridere e alleggerire la vita, tutto diventa un macigno. È proprio questa leggerezza a rendere i film di Brizzi apprezzati dal pubblico: la capacità di trattare temi sociali e politici con ironia in un’epoca che tende invece ad assumere toni sempre più cupi e pesanti.

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