Estorsioni a Enrico Preziosi, indagati dalla procura 15 ultrà del Genoa

di Redazione

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Sono accusati di associazione a delinquere, minacce a giocatori e altri tifosi. L'indagine ricopre gli anni dal 2005 a oggi

Estorsioni a Enrico Preziosi, indagati dalla procura 15 ultrà del Genoa

Associazione a delinquere, estorsioni, violenza privata e intestazioni fittizie. Sono le accuse nei confronti di una quindicina di ultrà del Genoa, indagati dalla procura di Genova. Secondo quanto ricostruito, il gruppo avrebbe estorto denaro ma anche altre utilità al presidente della squadra rossoblù Enrico Preziosi in cambio di una "pace" della tifoseria organizzata. L'indagine ricopre gli anni dal 2005 a oggi. Sono emersi episodi di violenza, fisica e psicologica, dentro lo stadio e fuori, verso giocatori, parte della tifoseria e esponenti del club.

La Brigata Speloncia sarebbe guidata da Massimo Leopizzi, uno degli indagati, storico capo ultrà finito nell'indagine di Cremona sul calcio scommesse e nella clamorosa protesta in Genoa-Siena del 2012 quando i tifosi costrinsero i giocatori a togliersi le maglie 'perché indegni'. Tra gli indagati anche Artur Marashi, legato ad ambienti della 'ndrangheta. Già nel 2017 il procuratore capo di Genova Francesco Cozzi era stato sentito in commissione antimafia sulle violenze della tifoseria organizzata e aveva parlato di "nutrita presenza di pregiudicati ed esponenti della malavita nel tifo organizzato del Genoa" e di "comportamenti che si avvicinano molto a quelle delle organizzazioni di tipo mafioso".

Cozzi aveva fatto riferimento all'episodio dei giocatori rossoblù costretti a togliersi le maglie da un gruppo di tifosi nel corso di Genoa-Siena nel 2012, ad armi e droga sequestrati a un tifoso che li nascondeva in un garage per conto di qualcuno e anche degli scontri tra tifoserie rivali oltre all'inchiesta sui ricatti subiti dall'ex allenatore Gianpiero Gasperini e dalla società. Secondo il pm, una parte della tifoseria avrebbe ricattato l'allora allenatore con minacce di contestazioni e pressioni. Fra gli episodi presi in considerazione dagli agenti della squadra mobile c'era il litigio consumato tra ultrà e Gasperini sulla presenza negata di alcuni calciatori simbolo della squadra ai raduni dei club. A Marashi, in contatto con il pluripregiudicato Safet Altic (arrestato nel 2009 dopo una latitanza di anni) era stato affidato un servizio per gli ingressi in tribuna Vip: decisione che per la commissione antimafia destava "perplessità".

Dall'episodio delle maglie fatte togliere ai giocatori durante Genova-Siena, nel 2012, all'aggressione ai calciatori all'aeroporto Cristoforo Colombo nel 2017, fino alla rissa tra le due tifoserie opposte Caruggi e Brigata Speloncia prima di Genoa-Lazio, nel febbraio 2019. Sono alcuni degli episodi di violenza su cui la squadra mobile ha indagato in questi mesi e per cui e' indagata una quindicina di ultras rossoblù. Ma anche i raid dentro lo spogliatoio del Signorini, il centro sportivo del Genoa a Pegli, con tanto di schiaffi ai calciatori. L'ultimo episodio risale a un anno fa tra le due tifoserie: spinte, cazzotti e qualche schiaffo ufficialmente per una questione legata ad alcuni striscioni appesi in trasferta. Nel 2017, invece, gli ultras accolsero la squadra all'aeroporto prendendo a sputi, calci e lancio di uova il pullman. All'epoca l'allenatore era Juric che venne esonerato la stessa sera dopo la sconfitta 5-0 col Pescara. Per gli investigatori la tifoseria avrebbe ricattato la società: soldi in cambio di una pace con i tifosi.