Emergenza Coronavirus, in Svizzera saranno i medici a decidere chi curare e chi no
di Redazione
Le linee guida contenute in un protocollo da applicare in caso di sovraffollamento delle terapie intensive: i medici dovranno prendere "decisioni di razionamento"
In Svizzera gli anziani malati di Coronavirus se oltre una certa soglia di età e secondo determinati criteri potranno vedersi negato l'accesso alle terapie intensive.
Sono le regole alle quali dovrebbe attenersi il personale medico in una situazione di grave emergenza e contenute in un documento pubblico redatto dall''Accademia Svizzera delle Scienze Mediche e dalla Società Svizzera di Medicina Intensiva in vigore dal 20 marzo ma mai applicato fino ad oggi. Ieri la Svizzera ha registrato più di 6500 contagi.
Ad oggi la situazione non è così grave da dover decidere chi curare e chi lasciare fuori dalle terapie intensive ma certamente il contenuto di questo protocollo svizzero è impressionante e ci porta ad una ulteriore rilessione sulla prudenza e sulle regole della prevenzione da seguire alla lettera.
“Quando è uscita questa direttiva siamo saltati sulla sedia. Decidere chi rianimare e chi no è pesante, pesantissimo per qualsiasi medico", è il commento di Franco Denti, presidente dell’Ordine dei Medici del Canton Ticino così come riferito dal quotidiano La Stampa.
La Svizzera mette per iscritto un modus operandi che prevede "Al livello B, indisponibilità di letti in terapia intensiva, non andrebbe fatta alcuna rianimazione cardiopolmonare" e per essere più chiari il documento ha una sezione dove sono descritti i tipi di pazienti con età e comorbidità, criteri con i quali si deve o non deve procedere alla rianimazione.
"Dal punto di vista etico gli Ordini a suo tempo si erano già espressi negativamente circa queste soluzioni estreme, non bisogna per nessun motivo arrivare a quel punto", è il commento del prof. Alessandro Bonsignore, presidente dell'Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Genova.
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