Draghi: "Dobbiamo scegliere la strategia: vacciniamo i fragili per riaprire in tutta Italia"

di Marco Innocenti

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"Non ho però una data per le riaperture. Per l'estate, dobbiamo procedere rapidamente sul certificato vaccinale"

Draghi: "Dobbiamo scegliere la strategia: vacciniamo i fragili per riaprire in tutta Italia"

Ha parlato da Palazzo Chigi, il premier Mario Draghi per fare il punto sulla campagna vaccinale nel nostro paese anche alla luce di quanto accaduto intorno all'utilizzo del vaccino AstraZeneca ma non soltanto.

"La prima cosa da capire - ha detto Mario Draghi - è che dobbiamo seguire la raccomandazione del ministero cioé di usare il vaccino AstraZeneca per chi ha più di 60 anni d'età. Ma ad attirare la nostra attenzione dev'essere il rischio di decesso da covid che è massimo per chi ha più di 75 anni quindi dobbiamo prima di tutto mettere in sicurezza le fasce d'età più a rischio. Dovremmo dire smettiamola di vaccinare i giovani, i ragazzi o comunque chi ha meno di 60 anni. Con che coscienza un giovane salta la lista e si fa vaccinare? Questa è la prima domanda che uno si dovrebbe fare, sapendo che così si lascia esposta una persona con più di 65 anni o fragile a rischio di morte".

"Il vaccino AstraZeneca ha utilità per coprire dai rischi proprio la fascia di popolazione più fragile - ha aggiunto il professor Franco Locatelli, coordinatore del Cts - Nei soggetti vaccinati oltre i 60 anni di età, il numero di reazioni avverse è addirittura inferiore al normale rischiod i sviluppare complicanze trombotiche, quindi si conferma un certo tasso di protezione".

"La disponibilitò di vaccini non è calata - ha spiegato poi Draghi - e sta risalendo secondo i trend previsti. Non ho dubbi sul fatto che gli obiettivi vengano raggiunti ma dobbiamo concentrarsi su questa fascia d'età. I vaccini disponibili già in aprile ci permetterebbe di vaccinare tutti gli over 80 e buona parte delle persone le fasce d'età più a rischio, gli over 75, in tutte le regioni. Questa riduzione del rischio di morte nelle fasce d'età più a rischio è la chiave per riaprire in tutta Italia. Ora si tratta di fare delle scelte di direzione della campagna vaccinale".

"Ho visto Salvini e i presidenti di Regione - ha confermato Draghi - Tutti chiedono riaperture ma è normale. Il miglior sostegno per l'economia è riaprire ma ne sono consapevole. Le manifestazioni vanno condannate se violente ma capisco il senso di smarrimento e disperazione. Il governo vuole vedere le prossime settimane come settimane di riapertura ma in sicurezza. Specialmente nelle scuole per far chiudere l'anno ai nostri ragazzi in classe. Per questo quanto più va veloce la vaccinazione, tanto più veloce si potrà tornare a riaprire. Parlo di vaccinare le categorie a rischio. E' meglio avere l'80-90% di vaccinati nelle categorie a rischio e magari un po' meno sulle altre fasce d'età. Non ho però una data per le riaperture perché dipenderà dall'andamento dei contagi. Un altro dato però è quello dell'andamento delle vaccinazioni nelle classi a rischio".

"Sul turismo, importante è prepararsi alla stagione turistica e non darla per abbandonata. Gran parte dei siti turistici sono prenotati ma lo sono quasi solo da italiani. Bisogna fare come altri paesi, annunciando che siamo pronti ad accogliere tutti gli stranieri che hanno un certificato vaccinale. Piuttosto che preoccuparsi delle complicazioni etiche, cominciamo a fare un certificato vaccinale. L'altra cosa su cui andare svelti e l'ho già chiesto al ministro Garavaglia è la riapertura di fiere ed eventi".

"La data del 30 aprile è la scadenza prevista nell'ultimo decreto ma nel testo si dice anche che qualora l'andamento del contagio lo permettesse, si potrà prendere una decisione sulle restrizioni anche prima di quella data. Ma per fare questo il governo deve avere i dati aggiornati. Ci sono regioni più avanti di altre e questo influenzerà le riaperture. Le regioni più avanti nella vaccinazione dei fragili potranno riaprire più facilmente. In questo c'è la volontà del governo di vedere le prossime settimane non come settimane di chiusura ma di riapertura".

"AstraZeneca è un vaccino approvato per i maggiori di 18 anni ed è solo raccomandato l'utilizzo negli over 60 - ha spiegato Locatelli - quindi se qualcuno al di sotto dei 60 anni volesse farsi vaccinare con AstraZeneca, nulla ostacolerebbe. Anzi, se fossi un comune cittadino, sarei tranquillizzato dal processo di farmaco vigilanza".

"Sono incoraggiato dal clima di collaborazione con le regioni - ha spiegato Draghi - Ora siamo arrivati ad una fase dirimente: è chiaro che vaccinare le persone più esposte al rischio è non solo un dovere ma è interesse delle regioni per riaprire in sicurezza la loro economia più velocemente. E' su questo principio che si fonderà la collaborazione. Oggi o domani il generale Figliuolo emanerà una direttiva in merito ma credo che sia ormai chiaro che questo è l'interesse di tutti. Sull'obiettivo dei 500mila vaccini ho sentito Figliuolo proprio prima di venire qui e me lo ha confermato in pieno. Sulle responsabilità, possiamo dire che siano di tanti. La copertura vaccinale per gli anni a venire prevederà nuove gare, perché dovremo continuare a vaccinarci per coprire le varianti. Per questo i contratti con le aziende farmaceutiche saranno fatti meglio. Poi ci sono le esportazioni: l'Europa esporta vaccini in tutto il mondo, anche in quei paesi che non permettono invece l'esportazione verso altri paesi. Questo perché il principio attivo utilizzato nei vaccini arriva spesso anche dai paesi che non permettono l'esportazione dei vaccini. La Commissione Europea, ultimamente, ha però detto che deve esserci reciprocità e proporzionalità, cioé ci potrebbe essere blocco delle esportazioni verso quei paesi che bloccano a loro volta le esportazioni o verso paesi che abbiano già una copertura sufficiente, come ad esempio Dubai dove il 65% della popolazione è già stato vaccinato. Oggi però ci sono i vaccini e, al momento, l'Europa non ha bloccato le esportazioni".

"Tra qualche giorno avremo anche il J&J - ha aggiunto Locatelli - che ha solo una somministrazione. Se guardiamo però il tempo dall'inizio delle vaccinazioni ad oggi, dal 27 dicembre ad oggi, la percentuale di utilizzo delle dosi disponibili è sempre stata una percentuale elevata, tra il 75 e il 94%. Di fatto la capacità distributiva e di somministrazione nelle regioni è stata chiaramente dimostrata".

Ancora sulle riaperture: "Ci sarà un direttiva del generale Figliuolo - ha spiegato ancora Draghi - per inserire il parametro del tasso di vaccinazione nelle categorie a rischio per pensare alle riaperture. Dobbiamo però capire che allargare la campagna vaccinale, ad esempio, a quei sanitari che non sono davvero in prima linea è deleterio per tutti noi. E' un atto che è pieno di responsabilità quello di saltare la fila".

"Sullo Sputnik aspettiamo cosa dirà Ema e poi ne parleremo ma sappiamo che le capacità produttive sono per ora molto limitate. Se le consegne dei vaccini già concordate saranno rispettate, l'Italia ha tutti i vaccini che le serviranno per quest'anno. Ci sarà però da capire se lo Sputnik è un vaccino che si presta ad adeguarsi alle eventuali varianti. La produzione del vaccino poi dovrebbe avvenire in parte in Russia e in parte in altri siti internazionali. Non c'è alcuna proibizione nel fare contratti, c'è solo per quei vaccini che sono stati contrattualizzati con l'Europa. Se è vero ad esempio che la Germania sta facendo contratti per lo Sputnik, sta facendo qualcosa che può fare".