Diga Foranea di Genova, inizia il dibattito pubblico a Palazzo San Giorgio

di Marco Innocenti

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Il primo dei 4 incontri informativi sull'opera che promette di cambiare il volto del porto nei prossimi decenni

Parte ufficialmente il dibattito pubblico sul progetto della nuova diga foranea di Genova a Palazzo San Giorgio. Dopo la presentazione alla stampa e agli organi istituzionale avvenuta ieri, venerdì 8 gennaio, da stamani inizia invece il confronto aperto a tutti, per raccogliere domande, chiarimenti e osservazioni sia con i privati cittadini che con le rappresentanze dei municipi, delle associazioni ambientali ed economiche della città. Quattro incontri, il primo dei quali proprio stamani 9 gennaio fra le 10 e le 12, poi tre venerdì (il 15, il 22 e il 29 gennaio) a partire dalle 17. Le sedute si svolgeranno in streaming e sarà possibile prendervi parte collegandosi al sito https://dpdigaforanea.it/ o su Zoom (cliccando questo link).

"E' uno dei progetti più importanti per la nostra città - ha detto il sindaco Marco Bucci nell'introdurre il dibattito pubblico - Tutto è iniziato più di cent'anni fa, grazie ad una visione del ruolo della nostra città come porta d'ingresso dal mare verso la terra, il nord Italia ma anche il centro dell'Europa. E' una posizione strategica che i genovesi hanno sempre saputo sfruttare. E' opportuno che noi vediamo la visione del porto per i prossimi 30, 40 o 50 anni. Io esorto tutti voi ma lo faccio anche personalmente a pensare in grande, come la porta d'ingresso dell'Europa da sud per tutte le merci che arrivano nel Mediterraneo da Suez. Tutto ciò che abbiamo oggi in casa, arriva qui via mare e noi dobbiamo saper fornire la porta d'ingresso a tutta l'Europa. Siamo l'ingresso dell'asse Reno-Alpi dove passa già il 55% di tutte le merci europee. Diamoci da fare. Dobbiamo davvero fare una cosa importante per i nostri figli e i nostri nipoti, abbiamo questo ruolo che porterà genova ad essere città leader nel futuro".

"Andare a superare un'infrastrutture durata oltre un secolo - ha ricordato Ugo Ballerini, sub commissario straordinario per la ricostruzione - richiede una vision forte da parte nostra. La Diga da sola non è sufficiente: il problema è garantire di superare quelle criticità storiche, endemiche nella collocazione geografica di questo porto ed ella carenza di spazi a ridosso dei ruoli, quindi la necessità di fluidificare i traffici, garantendo rapidità e competitività. Il programma straordinario ha proprio questo obiettivo, superando le criticità di connessione fra porto e città, mai interamente risolta. Una serie di interventi che riguardano l'ambito locale più vicino al porto dev'essere il naturale completamento di opere di ambito più vasto, in parte già avviate come il terzo Valico e altre di veloce attivazione come la Gronda".

"La Diga va inquadrata innanzitutto come un grande intervento di cui si parla da tempo - afferma Marco Sanguineri, segretario generale dell'AdSP del mar ligure occidentale - ma ha sempre lasciato scettico qualcuno rispetto all'importanza economica e l'imponenza tecnica di quest'opera, di valore addirittura ultracentenario. Vorrei però segnalare come in realtà sia un'opera perfettamente in scala rispetto alla rilevanza del porto di Genova, non è qualcosacalata dall'alto ma è qualcosa che sta in linea con le caratteristiche del nostro porto, in quanto il mercato internazionale ha riconosciuto il suo ruolo. Genova è il capolinea di grandi rotte marittime internazionali, dialoga col mondo, con tutti i continenti e quindi le principali rotte trans-oceaniche scalano qui. Il riconoscimento di questo ruolo e del valore del nostro porto per l'economia di regioni estremamente rilevanti, l'ha reso un porto-core nella rete TEN-T. Questo significa che il portod i genova si trova di fronte a questa occasione di sviluppo ma a dei vincoli che vengono da questi grandi utenti che negli ultimi anni hanno ricercato economie di scala rivolto verso l'ormai noto gigantismo navale. Il mercato internazionale ha individuato Genova come un punto su cui attestare grandi investimenti anche dal punto di vista della gestione dei terminal. Grandi gruppi finanziari poi sono interessati a investire nel nostro porto ma lo fanno solo in quelli dove si ritiene ci piossa essere un grande sviluppo internazionale. Senza questa concentrazione di capacità nella movimentazione delle merci e nella capacità di gestire al meglio questi traffici, tutti quegli interessi che ho citato non si sarebbero sviluppati".

"Il progetto è stato affidato un anno e mezzo fa - ha poi spiegato Marco Vaccari, responsabile del procedimento - Abbiamo chiesto di identificare diverse soluzioni da mettere a confronto, arrivando alle tre di cui parliamo oggi all'interno del dibattito pubblico. Abbiamo fatto simulazioni di manovra, verifiche del moto ondoso, sondaggi geologici e geotecnici a varie profondità. Tutte queste tre soluzioni rispondono a tutti i parametri e siamo qui per individuare quale sia la migliore. E' stato poi fatto uno studio per capire costi e tempistiche delle 3 soluzioni. Quando avremo identificato la soluzione migliore, si procederà con la progettazione seguendo il Documento di Indirizzo. Il progetto verrà poi sottoposto alla verifica, per la quale abbiamo già individuato il soggetto verificatore col quale abbiamo già iniziato a dialogare. Una volta verificato, il progetto verrà sottoposto al Consiglio Superiore dei lavori pubblici per avere un progetto di fattibilità molto strutturato da poter andare in gara prima di procedere con l'assegnazione dei lavori".

Un'opera ma 3 possibili progetti, ognuno diverso dall'altro: due con ingresso al porto dal lato di levante e una con ingresso dal lato di ponente. A differenziare le due soluzioni da levante sarà la possibilità o meno di dividere le navi merci da quelle passeggeri: nella soluzione 2 gli ingressi delle due tipologie verrebbero completamente separati: le navi merci accederebbero al terminal di Sampierdarena attraversando l'imboccatura fra la nuova e la vecchia diga foranea mentre le navi da crociera continuerebbero a percorrere il percorso attuale verso i terminal del Porto Antico. Nella soluzione 3, invece, anche le navi da crociera potrebbero attraversare la nuova imboccatura, per poi dirigersi verso il Porto Antico effettuando una manovra di quasi 360° all'altezza di Calata Bettolo, dove verrebbe ricavato un varco più ampio. L'ultima soluzione è la 4, secondo la quale tutte le navi merci entrino in porto da Ponente mentre le navi da crociera potranno accedere anche dal canale attuale, da levante.

Nessuna sostanziale differenza, dal punto di vista dei costi e dei tempi di realizzazione, fra le soluzioni 2 e 3, stimate entrambe in circa 1 miliardo e 300 milioni di euro mentre, per la soluzione 4, si avrebbe un costo stimato in circa 1 miliardi di euro. Per i tempi, invece, si prevede circa un anno per la progettazione e 7 per la realizzazione dell'opera. Appuntamento adesso aggiornato ai prossimi tre venerdì, il 15, il 22 e il 29, a partire dalle 17, quando si approfondiranno gli aspetti di natura economica dell'opera, quelli progettuali con i confronti fra le tre varianti ed infine gli aspetti di impatto ambientale.