Delitto Garlasco: perquisita a Sori la casa dell’ex procuratore di Pavia Venditti. Spariti 30mila euro dal conto del padre di Sempio

di red. cronaca

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L'inchiesta, condotta da una diversa procura, si concentra su presunte anomalie nella gestione del fascicolo processuale nei primi anni successivi al delitto

Delitto Garlasco: perquisita a Sori la casa dell’ex procuratore di Pavia Venditti. Spariti 30mila euro dal conto del padre di Sempio

Si allarga il perimetro investigativo attorno al caso Garlasco, con l'assassinio di Chiara Poggi, uno dei più controversi della cronaca giudiziaria italiana. Nei giorni scorsi, i carabinieri del Nucleo Investigativo hanno effettuato una perquisizione a Sori, nel Levante genovese, nell’abitazione di Mario Venditti (a sinistra nella foto) ex procuratore capo della Repubblica di Pavia, ora al centro di una nuova inchiesta con l’accusa di corruzione. Sarebbero spariti senza causa 30mila euro dal conto del padre di Andrea Sempio, uno dei personaggi chiave dell'inchiesta.

Il nome di Venditti compare infatti nel registro degli indagati di un'indagine parallela a quella sull’omicidio di Chiara Poggi, la 26enne uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007. L'inchiesta, condotta da una diversa procura, si concentra su presunte anomalie nella gestione del fascicolo processuale nei primi anni successivi al delitto. Secondo l'ipotesi investigativa, Venditti avrebbe potuto agevolare la posizione di Andrea Sempio, tornato sotto la lente degli inquIrenti (a destra, i genitori escono dalla caserma dei carabinieri di Pavia).

Nuova indagine sulla gestione del caso - Secondo fonti vicine all’inchiesta, gli investigatori sospettano che possano esserci state interferenze o condotte irregolari da parte di figure istituzionali, tra cui l’allora capo della procura. La perquisizione a casa di Venditti mirava a recuperare documenti, appunti, dispositivi informatici o qualsiasi elemento utile a ricostruire eventuali dinamiche opache nella conduzione del caso.

L’obiettivo dell’indagine non è riaprire il processo sull’omicidio, ma verificare se ci siano state pressioni indebite, omissioni o comportamenti illeciti da parte di chi avrebbe dovuto garantire la trasparenza delle indagini.

Il contesto: un caso che non smette di far discutere - Il caso Garlasco ha segnato profondamente l’opinione pubblica italiana. Dopo anni di processi e sentenze contrastanti, nel 2015 è arrivata la condanna definitiva a 16 anni di reclusione per Alberto Stasi, ex fidanzato della vittima, ritenuto colpevole di omicidio volontario.

Tuttavia, molte questioni rimaste in sospeso — dalle lacune nelle perizie alle incongruenze nel comportamento degli inquirenti — hanno continuato ad alimentare dubbi e richieste di chiarimenti.

L’indagine che coinvolge oggi Mario Venditti riporta l’attenzione su possibili responsabilità istituzionali, gettando nuove ombre sul modo in cui il caso fu inizialmente gestito.

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