Delitto Cella, la criminologa a Telenord: "A Chiavari c'è chi sa, non abbia paura e racconti"
di Matteo Angeli
"Un appello alle "cinque ragazze", non rischiano nulla. Non devono girarsi dall'altra parte. In fondo a questo caso ci arriviamo solo e tutti insieme"
"A Chiavari ci sono persone che sanno delle cose: chiedo loro di parlare e di aiutare gli inquirenti". Antonella Delfino Pesce, la criminologa che ha fatto riaprire il caso Nada Cella, parla così a "Fatti e Misteri" la trasmissione di Telenord.
"So che alcune persone stanno aiutando inquirenti stanno aiutando gli inquirenti - ha aggiunto - vorrei che a queste persone se ne aggiungessero altre. Possono parlare in assoluta tranquilltà, devono avere fiducia di poter essere ancora utili:senza alcuna paura".
Antonella Delfino Pesce parla poi di quei bottoni ritrovati all'epoca dei fatti in casa di Anna Lucia Cecere. Bottoni molto simili a quello trovato vicino al corpo di Nada Cella. "Per me sono compatibili - spiega - gli inquirenti li stanno analizzando e vediamo cosa verrà fuori. Ma non sono gli unici elementi su cui si lavora, a partire ovviamente da quelle tracce di sangue trovate sul motorino dell'indagata".
La criminologa poi fa l'ennesimo appello. "Sembrava che ormai le cose non potessero cambiare - le sue parole - sembrava che le indagini si fossero arenate e invece il caso ci ha dato la fortuna, l'ha data a tutti. A me di poter far qualcosa per Silvana (la mamma di Nada ndr), agli inquirenti di potersi riscattare di quello che è stato un passato forse non bellisssimo. Ora è la volta di Chiavari, alla fine di questo caso ci arriviamo solo e soltanto tutti insieme, io di questo sono ne sono convinta. Abbiamo la possibilità di schiacciare il tasto rewind e di tornare indietro di 25 anni. Un appello alle "cinque ragazze",quelle di cui si parla nell'audio che circola da giorni: non rischiano nulla. Possono diventare utili, non devono girarsi dall'altra parte ma raccontare quello che hanno visto e che sanno. Mi aspetto aiuto da parte di Chiavari".
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