Crollo cimitero di Camogli, la procura: "Allarmi già dal 2002". Indagati 3 sindaci e 2 dirigenti del Comune

di Marco Innocenti

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Secondo i pm alcuni studi geologici avevano evidenziato la necessità di eseguire opere di protezione della falesia e l'installazione di tiranti

Crollo cimitero di Camogli, la procura: "Allarmi già dal 2002". Indagati 3 sindaci e 2 dirigenti del Comune

L'attuale sindaco di Camogli, Francesco Olivari, e i due predecessori, Italo Salvatore Mannucci e Giuseppe Maggioni, sono stati indagati dalla procura di Genova per il crollo del cimitero di Camogli, avvenuto il 22 febbraio 2021 quando rovinarono in mare circa 415 bare. Oltre ai tre amministratori sono stati iscritti nel registro anche due dirigenti del Comune, responsabili dell'ufficio Lavori Pubblici. Secondo il pm Fabrizio Givri e l'aggiunto Paolo D'Ovidio, i cinque sarebbero responsabili del crollo perché avrebbero omesso di disporre lavori di messa in sicurezza della porzione della falesia su cui si trova il cimitero nonostante fosse stata classificata a rischio elevato.

Gli investigatori hanno ricostruito che già nel 2002 studi geologici, commissionati dallo stesso Comune, avevano evidenziato la necessità di eseguire opere a mare di protezione della falesia dal moto ondoso e l'installazione di tiranti. Non solo. Già dai primi anni del 2000 sia gli studi geologici che gli esposti dei residenti avevano rilevato fessure e crepe sulle pareti dei muraglioni. Il pm ha prima commissionato una consulenza a Claudio Scavia, docente di geologia all'Università di Torino e ora ha chiesto al giudice per le indagini preliminari un incidente probatorio, fissato per il 20 ottobre. Il perito dovrà stabilire le cause del crollo e se fosse prevedibile, visti gli studi commissionati nel tempo e gli allarmi lanciati dai residenti.

Il tecnico dovrà anche stabilire se i lavori fatti nel tempo (l'ultimo era in corso proprio al momento del crollo) su commissione del Comune fossero idonei ad evitare il crollo. Già il consulente del pm aveva scritto che quei lavori erano stati fatti "con la logica del risparmio" ed erano soltanto "provvisori". Diciotto mesi fa 415 defunti finirono sulla scogliera e in mare: 365 sono stati recuperati, di questi 57 sono stati identificati grazie all'analisi del Dna. Di 50 non si sa più nulla.