Crollo capannone di Sampierdarena, ora a spaventare è l'amianto
di Redazione
1 min, 11 sec
Il presidente del Municipio Falcidia: subito bonifica e demolizione
Un boato alle nove della sera e poi solo polvere che si leva nella zona, fra le auto e i palazzi.
Il giorno dopo il crollo del capannone abbandonato di via Grossi a Sampierdarena, accanto alla piscina della Crocera, a due passi dalla Fiumara, a spaventare è l'amianto.
Il rischio c'è. Forse nel tetto crollato e nel resto dell'edifico ancora pericolante c'era e c'è dell'eternit.
Lo ammette Renato Falcidia, presidente del locale Municipio, il Centro Ovest, che da quasi un anno ha chiesto al comune di bonificare e smantellare il capannone, che faceva parte del complesso dell'Eridania, vuoto da 30 anni e ora di proprietà dell'Iren.
Lì, fra i vecchia palazzi addossati a pochi alla piscina della Crocera, fra spazzatura e angoli di notte frequentati da tossicodipendenti e prostitute, gli abitanti sognano un po' di spazio e nuovi posteggi.
Come racconta un vecchio abitante che appena due anni fa ha raccolto delle firme per chiedere l'abbattimento del capannone e la costruzione di posteggi.
La moglie dell'uomo che non vuole parlare davanti alle telecamere, racconta della paura di ieri sera, quando ha sentito un boato, “pensavo fosse crollato tutto”, ammette.
I vigili del fuoco per escludere che sotto le macerie ci fossero persone hanno usato i cani del nucleo cinofili, calati nell'ex opificio con l'autoscala. Per fortuna sotto i detriti non c'era nessuno, ma le paure non sono finite, e il giorno dopo Sampierdarena si è svegliata con un altro incubo: l'amianto.
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