Crociere, Federagenti propone un “Patto per il mare” contro il rischio di nuove esclusioni dai territori
di Simone Galdi
L’associazione degli agenti marittimi chiede un coordinamento nazionale per gestire flussi e sostenibilità delle navi passeggeri

Non difendere acriticamente il comparto crocieristico, ma impedire che diventi il bersaglio di una campagna di rigetto ideologico: Federagenti lancia un “Patto per il mare” per riorganizzare in chiave sostenibile il turismo legato alle grandi navi e rispondere alla crescente ostilità in molte località italiane.
Patto per il mare – Un’iniziativa per costruire un modello di convivenza tra crociere, comunità locali e territori. È quanto proposto da Paolo Pessina, presidente di Federagenti, in occasione dell’assemblea pubblica dell’associazione a Roma. Il “Patto per il mare” si presenta come una risposta alla percezione sempre più diffusa delle crociere come simbolo di un turismo invasivo e insostenibile. “Non possiamo permettere – ha detto Pessina – che le navi diventino il nuovo capro espiatorio delle criticità del turismo, quando i numeri raccontano altro”.
Navi passeggeri – Secondo Federagenti, le crociere rappresentano meno del 3% delle presenze turistiche in Italia, a fronte di un totale di oltre 460 milioni. Sono circa 15 milioni i transiti dei crocieristi, molti dei quali si concentrano in poche località ad alta pressione. Venezia, Portofino, le Cinque Terre, la Costiera Amalfitana e Capri vivono situazioni limite, ma spesso il problema non deriva dalle crociere. “A Venezia – ha ricordato Pessina – senza navi sono comunque 60.000 i turisti al giorno, con punte di 150.000, mentre i residenti nel centro storico sono meno di 49.000”.
Proposte operative – Il “Patto per il mare” si basa su una serie di misure concrete: calendarizzazione nazionale degli approdi, coordinamento tra porti e compagnie per evitare concentrazioni di arrivi, sviluppo di itinerari sostenibili, valorizzazione dei porti minori e delle escursioni alternative, regole uniformi su rifiuti, sicurezza e permessi. Al centro, anche la proposta di adottare in tutti gli scali italiani procedure ESG, in linea con i criteri di sostenibilità ambientale, sociale e di governance.
Ruolo degli agenti – Federagenti rivendica la centralità della propria categoria nel coordinare i flussi crocieristici. “Siamo gli unici in grado di gestire le connessioni tra compagnie, porti e territori – ha spiegato Pessina – nonostante una marginalità economica crescente”. Gli agenti marittimi si propongono come facilitatori della governance locale, coprogettisti di iniziative nei territori, promotori di digitalizzazione e tracciabilità.
Turismo e sistema Paese – Anche Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, ha sottolineato l’importanza del comparto turistico come leva strategica. “Occorre valorizzare il ‘Sense of Italy’ – ha dichiarato – ovvero quel mix di cultura, manifattura, servizi e accoglienza che fa del nostro Paese un unicum nel panorama internazionale”.
Ambiente e portualità – Sul tema è intervenuto anche il ministro del Mare, Nello Musumeci, che ha annunciato la proposta di un gruppo di lavoro per contrastare “l’ambientalismo estremo” che rischia di danneggiare un settore considerato sano e strategico. Sulla stessa linea il viceministro Edoardo Rixi, che ha richiamato la necessità di coesione in un contesto reso incerto dalle tensioni geopolitiche.
Sistema da riorganizzare – Secondo Federagenti, il cambiamento è urgente per evitare che una narrazione ostile si radichi in modo definitivo. “Serve una regia nazionale – ha concluso Pessina – per trasformare un sistema frammentato e rigido in una risorsa che generi valore per i territori, senza esasperazioni né conflitti ideologici”.
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