Cristina Lodi a Telenord: “Più attenzione alla terza età e alle fragilità, servono politiche sociali misurabili”
di Carlotta Nicoletti - Stefano Rissetto
L’assessore Cristina Lodi fa il punto sulle priorità sociali di Genova tra emergenze, dipendenze, invecchiamento e carenza di fondi comunali
Emergenza caldo, solitudine, dipendenze, anziani e fragilità diffuse. Sono queste le priorità su cui l’assessora al welfare del Comune di Genova Cristina Lodi sta concentrando i primi mesi del suo mandato, in una città che invecchia e fatica a mantenere i servizi sociali con risorse comunali in calo.
Bilancio iniziale – "La squadra è compatta e lavoriamo in modo interassessorile: le criticità si affrontano insieme". Un metodo che, secondo Lodi, consente interventi più efficaci sui problemi dei cittadini. Al centro dell’agenda: caldo, solitudine, traffico senza barriere e fragilità socio-sanitarie.
Emergenze estive – Le prime settimane sono state segnate dall’emergenza caldo, soprattutto in aree come la Valpolcevera. "Abbiamo agito subito per tutelare le fasce più esposte", dice Lodi, che sottolinea anche la necessità di interventi contro l’isolamento.
Dipendenze – Il consumo di sostanze e i problemi collegati non riguardano solo il centro storico. "A San Pier d’Arena la situazione impone un lavoro sociosanitario, in sinergia con i servizi per le dipendenze", spiega.
Terza età – "Su un bilancio di 85 milioni, solo 7 vanno alla terza età. Troppo poco per una città che è la seconda più vecchia d’Italia". Lodi punta a ricostruire un sistema preventivo, "per evitare l’istituzionalizzazione e rafforzare assistenza domiciliare e servizi semiresidenziali".
Risorse – Il Comune ha ridotto i fondi da 42 a 36 milioni in otto anni. «Abbiamo tenuto grazie ai fondi nazionali, ma serve una valutazione d’impatto per capire se le politiche funzionano davvero».
Bilancio ridotto – Negli ultimi otto anni, il Comune ha tagliato 6 milioni di euro ai servizi sociali, passando da 42 a 36 milioni di investimento diretto. “La riduzione è stata compensata da fondi statali ed europei, ma solo 7 milioni sono destinati alla terza età, in una città che è tra le più anziane d’Italia”, ha osservato Lodi.
Obiettivo prevenzione – “Nel welfare non conta solo avere più risorse, ma usarle bene. Investire prima che le persone cadano in situazioni critiche consente anche di risparmiare”. Secondo l’assessora, occorre intervenire precocemente per evitare l’istituzionalizzazione e sostenere le famiglie, ad esempio con servizi domiciliari e semiresidenziali.
Progetti di comunità – Due iniziative pilota sono attive nel centro storico e a Certosa-Sampierdarena, attorno alle case di quartiere. “Sono esperienze che intendiamo potenziare – spiega – perché agiscono direttamente nei territori più fragili”.
Povertà in crescita – Lodi segnala come la paura di cadere in povertà sia in aumento, anche tra i ceti medi. “Le famiglie rinunciano a curarsi, a vestire i figli, a sostenere spese essenziali. Intervenire sui costi della cura – dalla disabilità ai servizi per l’infanzia – è una priorità che l’amministrazione può affrontare direttamente”.
Accessibilità - “L’accessibilità non riguarda solo le persone con disabilità – ha sottolineato – ma anche gli anziani, i bambini, chi si muove con un passeggino: è un tema trasversale che coinvolge tutta la città”. L’obiettivo, secondo Lodi, è rendere Genova più accessibile per tutti, partendo da interventi concreti e coerenti: “Se ci si mette d’accordo e si segue un filo logico, anche con piccoli passi si possono già dare segnali importanti”.
Politica - “Ho lasciato il PD quando è venuto meno lo spazio per le voci riformiste, ma da allora siamo sempre stati coerenti, sostenendo il centrosinistra, prima con Orlando e poi con Silvia Salis.”
Secondo Lodi, il progetto costruito attorno alla candidatura di Salis ha funzionato perché ha saputo unire esperienze diverse: “In Silvia Salis ognuno ha trovato uno spazio, un equilibrio. È riuscita a tenere insieme la coalizione e a proporre una sintesi politica solida, non un progetto personalistico.”
A conferma di questo spirito, anche il lavoro della giunta – molto rappresentata da donne – è stato valutato in base alle competenze, non al genere: “Salis non è diventata sindaca perché donna, ma perché capace. Ha scelto persone, donne e uomini, che riteneva giuste per il progetto che aveva in mente.”
La vittoria elettorale, per Lodi, ha avuto anche un valore simbolico: “Abbiamo spezzato una narrazione che stava affaticando il centrosinistra. Il successo della coalizione ha dato un segnale forte di trasparenza, determinazione e cambiamento.”
Infine, ha sottolineato l’efficacia del civismo della sindaca: “Il suo profilo civico non ha indebolito le liste politiche, anzi ha creato equilibrio. Siamo orgogliosi di aver dato un segnale positivo in una città che aveva bisogno di riscatto.”
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