Covid, la Simit: "Più rischioso attraversare la strada che fare il vaccino AstraZeneca"
di Alessandro Bacci
Massimo Andreoni: "Il parere dell'Ema è assolutamente tranquillizzante. La vaccinazione offre benefici di gran lunga maggiori dei rischi"
"Attraversare la strada è molto più rischioso che fare il vaccino di AstraZeneca". Ad utilizzare questo paragone, "per dare l'idea del rischio minimale di cui stiamo parlando", è Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana malattie infettive (Simit) e professore associato di Malattie Infettive all'Universita' di Roma Tor Vergata, dopo il nuovo via libera al vaccino bloccato precauzionalmente nei giorni scorsi a seguito di alcune segnalazioni di eventi trombotici occorsi dopo la vaccinazione.
"La comunicazione data dall'Ema sul vaccino anti-Covid di AstraZeneca è "assolutamente tranquillizzante" e "l'ipotetica correlazione con due forme di trombosi, per cui ancora non è dimostrato un legame causale, riguarda due eventi molto rari, documentati comunque anche nella popolazione generale", afferma l'esperto. L'Ema, sottolinea, "ci dice che il vaccino è efficace e sicuro e garantisce buona protezione contro Covid-19. Tuttavia, anche se la correlazione non è ancora provata, precauzionalmente nel foglietto illustrativo del farmaco verrà indicato il rischio ipotetico di queste due forme rare di trombosi, segnalate in un numero ridotto di casi dopo la vaccinazione". Si tratta, chiarisce Andreoni, della trombosi dei vasi venosi cerebrali (Cvst) e della coagulopatia intravascolare disseminata (Dic).
La Cvst, spiega, "consiste nella formazione di trombi a livello dei vasi cerebrali, perciò definita anche trombosi cerebrale. E' un fenomeno molto raro, più frequente però nei soggetti più giovani e nelle donne. Potrebbe esserci una certa predisposizione genetica, ma un fattore scatenante possono essere anche patologie tumorali, traumi o il parto. L'incidenza nella popolazione generale della Cvst è di 3-4 casi per milione". La Dic consiste invece nella formazione di coaguli in diversi organi o apparati e può essere collegata a malattie terminali. E' stata documentata anche in pazienti deceduti per Covid. La Cvst e la Dic, sottolinea, "restano tuttavia eventi molto rari e l'Ema ha segnalato 7 casi di Dic e 18 di Cvst su 20 milioni di vaccinati. Il rischio, cioè, esiste anche al di là del vaccino, sia pure minimo. Al contrario, il vaccino previene una malattia potenzialmente mortale come covid-19 che, al momento, sta colpendo in misura crescente anche i giovani". La vaccinazione, conclude, "offre quindi benefici di gran lunga maggiori dei rischi'.
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