Coronavirus, nei porti della Sardegna siamo già al 50% delle disdette

di Marco Innocenti

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La Rete dei porti chiede misure urgenti alla Regione

Coronavirus, nei porti della Sardegna siamo già al 50% delle disdette

Interventi urgenti per la nautica e la portualità turistica. È l'appello della Rete dei porti e dei concessionari alla Regione Sardegna, da Capitana a Quartu a Stintino passando per Torregrande e Arbatax. Il problema è sempre quello: coronavirus. Di sicuro ci sono la sospensione delle attività nei cantieri nautici, l'annullamento delle regate, la chiusura degli scali turistici e l'impossibilità di effettuare le manutenzioni.

Poi le paure per la stagione estiva: le disdette sono già arrivate al 50%. La Rete chiede subito di autorizzare la piena riapertura dei cantieri nautici, autorizzata sì ma con molte limitazioni. Altra richiesta: riaprire immediatamente i porti a vocazione turistica.

E ancora: estensione dell'esenzione dalle accise sui carburanti per la nautica alle imprese turistiche e del trasporto interno, associandola, però, ad incentivi più vantaggiosi per il passaggio a fonti rinnovabili. Quindi stimolo all'insediamento, o alla permanenza, in Sardegna delle filiere di manutenzione aeronavale, azzeramento del pagamento dei canoni di concessione demaniale marittima 2020 o il differimento del 50% con rateizzazione in almeno per 3 anni senza interessi (2022-2023-2024).

Tra le altre proposte l'esenzione di merci e passeggeri da oneri e tasse portuali ed aeroportuali su rotte e voli da e per la Sardegna almeno dal 2020 al 2022, un piano per la messa a norma e la modernizzazione dei porti turistici, finanziamento a fondo perduto per la comunicazione commerciale.

Quanto alla tutela della salute, occorre, secondo la Rete, stipulare un protocollo fra Regione, Rete dei porti e singoli concessionari, o quantomeno per singola struttura portuale o campo boe per l'attuazione di opportuni controlli sanitari.