Coronavirus, Emilia Romagna: "I medici positivi ma asintomatici potranno tornare al lavoro"
di Marco Innocenti
La decisione sarà presa da ogni medico su base volontaria
L'Emilia Romagna ha varato una direttiva che, meglio di mille parole, fa capire quanto il sistema sanitario sia allo stremo delle forze: i medici positivi al coronavirus ma asintomatici potranno tornate a lavoro su base volontaria. Lo indica, come detto, una direttiva della Regione alle aziende ospedaliere. Si prevede infatti il tampone per screening periodici "con cadenza quindicinale a tutti gli operatori sanitari operanti in aree Covid-19 a massima diffusione al fine - si legge - di definire le dimensioni delle forze lavoro in campo, nell'ottica di proporre, su base volontaristica, la ripresa del lavoro ai soggetti positivi ma asintomatici".
La direttiva, relativa alle 'Priorità per screening diagnostico nella Regione Emilia Romagna', elaborata d'intesa con l'assessore alle Politiche per la salute, prevede una modulazione differenziata dell'effettuazione dei tamponi al personale sanitario, sia per numero che per tempi, a seconda che siano in zone ad elevata, moderata o massima diffusione del virus. La logica, "in un'ottica di contingentazione delle risorse - si legge nella direttiva - è quindi quella di definire diversamente da area ad area, da situazione epidemiologica a situazione epidemiologica, le priorità per l'utilizzo dello screening virologico".
La direttiva distingue dunque "tre diversi scenari" nella Regione con "tre diverse priorità di screening": zone di penetrazione massimale (Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Rimini), zone di penetrazione elevata (Modena, Bologna), zone di penetrazione contenuta (Ferrara, Ravenna, Forlì). Anche nelle aree di elevata penetrazione, si legge, "è razionale sottoporre a screening periodico gli operatori sanitari operanti in aree Covid-19 mediante diagnosi diretta, al fine di identificare coorti di operatori sanitari asintomatici idonee a mantenere l'attività lavorativa". Nelle aree di moderata penetrazione si prevede, invece, il tampone per screening agli "operatori sanitari esposti a pazienti con infezione diagnosticata al fine di definire l'entità della diffusione verticale (da paziente ad operatore) finalizzata a mantenere la maggior parte degli operatori sanitari Covid-free e a porre in quarantena gli eventuali contagiati per evitare la diffusione inter-operatori".
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