Bassetti a Fuori Rotta: "Primi a subire la pandemia, saremo gli ultimi a uscirne"
di Marco Innocenti
"La campagna vaccinale finora è stata un fallimento. Lockdown a Pasqua? Sarebbe assurdo. Gli errori fatti a Natale non hanno insegnato nulla?"
"L'Italia è stata il primo paese occidentale ad affrontare la pandemia, ma sarà anche l'ultimo a uscirne". E' il pensiero di Matteo Bassetti, direttore della clinica di malattie infettive del policlinico San Martino, intervistato in esclusiva da Telenord per fare il punto della situazione su molti dei temi caldi dell'attualità: dalla campagna vaccinale all'approvazione del vaccino Sputnik, dalle possibili restrizioni del nuovo dpcm alle positività riscontrate su soggetti già vaccinati.
"I vaccini che noi abbiamo sono tre e tutti hanno una percentuale di efficacia vicina al 90% - ha detto Bassetti - Sono cioé in grado di evitare che al paziente vengano dei sintomi nel 90% dei casi. E' evidente quindi che non siamo al 100% quindi ci sarà una piccola percentuale che potrebbe avere dei sintomi. Non tutti poi rispondiamo in maniera uguale al vaccino. Ma la cosa su cui dobbiamo riflettere è un'altra: perché noi stiamo facendo questi vaccini? Per limitare i tamponi positivi? Per evitare di avere qualche linea di temperatura? Oppure per evitare di avere la polmonite, di andare in ospedale e purtroppo magari morire? Ecco, di tutti quelli che sono stati vaccinati nel mondo, l'efficacia per l'evento polmonite e per l'evento morte è stata del 100%. Cerchiamo di cambiare un po' anche l'idea del perché noi facciamo il vaccino. Noi lo facciamo perché non ci venga la polmonite da Sars-Cov-2 e per non morire. Tutte queste informazioni che arrivano, non fanno altro che fare l'interesse dei no-vax e di chi oggi è scettico di fronte al vaccino. E comunque bisogna poi stabilire dopo quanto tempo dal vaccino queste persone si siano ritrovate positive. Evitiamo quindi di fare l'interesse di chi ora soffia contro i vaccini e fa male a farlo perché è solo grazie ad essi che usciremo da questa situazione terribile”.
E sul vaccino Sputnik, ancora in attesa di approvazione da parte dell'Ema: “Stando ai dati è un buon vaccino ma qua il problema è regolatorio - ha detto - Una volta approvato si potrà utilizzarlo e addirittura produrlo in Lombardia. Se non dovesse arrivare l'approvazione dell'Ema, c'è però la possibilità di utilizzarlo grazie alla legge 648 che prevede questa possibilità, che si utilizza già per altri farmaci se c'è un'emergenza. Io credo che la via migliore resti quella ufficiale, dopo l'approvazione dell'Ema, per averlo poi a disposizione dalla Russia o producendolo direttamente nel nostro paese”.
"Nel nostro paese c'è tanta confusione - ha affermato parlando della campagna vaccinale - Non ci hanno superato solo i paesi extra-europei ma anche tanti paesi in Europa, segno quindi che c'è un vero e proprio problema Italia. La campagna vaccinale fatta fino ad oggi è stata un fallimento. Adesso stanno arrivando nuovi impulsi e speriamo che le cose cambino: così andiamo poco lontano. Ci vuole un cambio di passo per farla diventare una vaccinazione di massa. Oggi stiamo facendo una vaccinazione d'elité ma noi dobbiamo farla diventare una campagna di massa, con grossi siti, le fiere, i grandi centri commerciali, le chiese, le caserme, i teatri, i grandi spazi insomma. E all'interno avere siti che producano 4-5mila vaccinazioni al giorno dalle 7 del mattino a mezzanotte. Questo è quello che vorrei vedere se si vogliono fare 80 milioni di dosi entro l'autunno”.
Si deve insomma giocare in attacco, mentre la sensazione è che il governo pensi ancora troppo a giocare in difesa, puntando su misure di distanziamento sociale e di contenimento (sacrosante, per carità) e poco sull'accelerazione da imprimere alla vaccinazione. “Noi siamo stati il primo paese occidentale ad essere colpito dal virus e saremo l'ultimo a uscirne. E' evidente che bisognerà farsi delle domande sul perché questo sia successo. Sicuramente andiamo troppo piano e abbiamo giocato, anzi, continuiamo a giocare in difesa. Basti vedere cosa si pensa di fare adesso, con un nuovo lockdown nei weekend. Siamo soprattutto un paese che non impara mai la lezione. Eppure Natale avrebbe dovuto insegnarci qualcosa: abbiamo fatto un lockdown generalizzato passando dall'arancione al rosso, poi di nuovo all'arancione e via così, facendo una grande confusione e non riuscendo a farlo rispettare. E adesso pensiamo di riproporlo anche a Pasqua. Purtroppo questa è l'Italia e ce ne dobbiamo fare una ragione. Se le cose vanno peggio che in altri paesi, ci si facciano anche le domande del perché questo succede”.
“Qui al San Martino andiamo un po' a giornate alterne – ha poi spiegato Bassetti parlando della situazione nel suo reparto – Oggi ad esempio è una giornata buona, con diverse dimissioni e pochi ricoveri. In generale però devo dire che la situazione nella nostra regione non è come quella che mi dicono si stia verificando in altre regioni. Noi siamo un po' circondati: in Piemonte e in Lombardia le cose sembrano andar male mentre noi qua abbiamo numeri un po' più alti rispetto a due o tre settimane fa ma nulla a che vedere con i numeri di Brescia, di Bologna o dell'Umbria. Io credo quindi che servano delle misure locali, bisogna intervenire quando le cose non vanno come fatto in provincia di Imperia e così si dovrebbe procedere. Bisogna avere ancora pazienza per le prossime 4 settimane – conclude Bassetti – ba Tra l'altro dovrebbe incrociarsi con il progredire della campagna vaccinale: più vaccini riusciamo a fare in questo primo periodo e prima vedremo la luce”.
La Liguria rischia di svegliarsi in zona arancione la prossima settimana? "Francamente non lo so - commenta - Si dovranno vedere i numeri ma dalla sensazione che ho da medico, oggi i ricoveri e la pressione sugli ospedali non è elevata. L'Rt e l'R0 con siamo sopra l'1 ma sicuramente oggi la Liguria va meglio rispetto ad altre regioni. Se riusciremo a tenere questa situazione nelle prossime settimane, dipenderà da quanto saremo bravi a utilizzare i mezzi di protezione. Oggi però, da ligure, questa situazione mi fa piacere e mi inorgoglisce perché vuol dire che le cose sono state gestite bene".
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