Coppa Davis, il padre di Arnaldi a Telenord: "Dopo la vittoria ho sentito un'emozione indescrivibile. Matteo mi ha chiamato commosso"

di Redazione

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Papà Fabrizio al Derby del Lunedì: "Ancora adesso non abbiamo realizzato, all'inizio dell'anno non ci aspettavamo nemmeno di vederlo giocare in finale"

Coppa Davis, il padre di Arnaldi a Telenord: "Dopo la vittoria ho sentito un'emozione indescrivibile. Matteo mi ha chiamato commosso"

"Matteo ha praticato tanti sport, dal judo al nuoto allo sci. Ma io non l'ho mai allenato nel tennis. Cosa mi ha detto dopo la vittoria? Era molto commosso. Quando giochi per la squadra è diverso da quando lo fai per te stesso. Matteo era molto turbato quando ha fallito i match point, ma altrettanta era la felicità dopo la vittoria" - così a Telenord Fabrizio Arnaldi, padre del tennista Matteo Arnaldi che nella serata di domenica ha contribuito alla vittoria dell'Italia in Coppa Davis, vincendo il primo match singolare contro l'australiano Popyrin.

Papà Fabrizio in collegamento durante la puntata del Derby del Lunedì, ha parlato delle emozioni successive a quella serata: "Dopo la vittoria di Matteo ho sentito un'emozione indescrivibile. All'inizio dell'anno non ci aspettavamo nemmeno di vederlo giocare in una finale di Coppa Davis. Stiamo ancora cercando di realizzare adesso. Dopo la vittoria finale invece abbiamo festeggiato a casa, in famiglia"

 

"Allenarsi in Liguria? Beh a Sanremo c'è il vantaggio del clima, che aiuta non poco. Per lo stesso motivo ci si allena bene anche a Monaco. Se è una vita di sacrifici? Si, sia dal punto di vista economico che del tempo. Lo si fa con il cuore per i figli, ma non è automatico poi che ai sacrifici corrispondano dei risultati"

"Non ho ricordi della finale del 1976, ero troppo piccolo. Pero' ricordo vagamente che quando era stato inaugurato un nuovo circolo a Sanremo, era stata giocata una partita fra l'Italia e la Corea"

"Calcio? Non siamo grandi tifosi, Matteo se non ricordo male simpatizza per l'Inter. Il legame con Fognini? Si sono incrociati spesso negli ultimi anni, allenandosi insieme. Quando Matteo era piccolo non si vedevano perché Fognini era già all'apice."

Si apre un ciclo? "Il vantaggio è che sono tutti giovani questi giocatori: chi ha 22 anni, chi 21, Sonego ne ha 27. Inoltre alle loro spalle ci sono altri giovani molto bravi che stanno arrivando. Credo che sia l'inizio di qualcosa di molto bello. Abbiamo aspettato 47 anni per vincere, speriamo di non dover aspettare di nuovo così a lungo"