Chiavari, delitto Nada Cella: al via udienza preliminare

di Redazione

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Decisione su rinvio a giudizio potrebbe arrivare già in giornata

Chiavari, delitto Nada Cella: al via udienza preliminare

Potrebbe arrivare già oggi, giovedì 15 febbraio, la decisione sull'eventuale rinvio a giudizio di Annalucia Cecere (nella foto), l'ex insegnante accusata di avere ucciso il 6 maggio 1996 a Chiavari Nada Cella, segretaria del commercialista Marco Soracco. La sospettata, difesa dagli avvocati Giovanni Roffo e Gabriella Martini, non sarà presente davanti al giudice Angela Nutini.

Il gup dovrà decidere se mandare a processo anche il commercialista, datore di lavoro della vittima, e Marisa Bacchioni, l'anziana madre dell'uomo (entrambi difesi dall'avvocato Andrea Vernazza) che sono accusati di favoreggiamento e false dichiarazioni al pubblico ministero.

Per la pm Gabriella Dotto, Cecere avrebbe massacrato la giovane nello studio del commercialista per rabbia e gelosia. Il commercialista e la mamma, invece, avrebbero mentito nel corso degli interrogatori fatti fino a pochi mesi fa. Avrebbero coperto la presunta assassina per evitare che si scoprisse un giro sospetto di soldi. A muovere la mano dell'ex insegnante, secondo gli investigatori della squadra mobile, "motivi di rancore e gelosia verso la vittima", per via della posizione da lei occupata all'interno dello studio di Soracco e la sua vicinanza a costui. Lui, che subito dopo l'omicidio era stato il sospettato numero uno, ha sempre negato di avere coperto la Cecere.

Secondo gli investigatori della squadra mobile, fare il nome della donna e ammettere che lui frequentava quella ragazza-madre che voleva sposarlo, avrebbe potuto avere anche ripercussioni negative sulla reputazione della famiglia. E infatti Nada, il ragionamento della Procura, quel giorno venne colpita perché stava cercando di allontanare la ragazza. Le indagini erano state riaperte due anni fa grazie allo studio delle vecchie carte da parte della criminologa Antonella Pesce Delfino e dell'avvocata Sabrina Franzone. Le due donne hanno riletto i documenti delle indagini e rimesso insieme pezzi che all'epoca erano stati sottovalutati.