Caso Chiarotti, Lega all'attacco del centrosinistra: “Non bastano le scuse, servono condanna e dimissioni”

di R.P.

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Caso Chiarotti, Lega all'attacco del centrosinistra: “Non bastano le scuse, servono condanna e dimissioni”

Continua a far discutere il caso delle dichiarazioni del consigliere comunale Claudio Chiarotti, finite al centro dell’attenzione mediatica nazionale. L'esponente dem si era rivolto ad Alessandra Bianchi, capogruppo FdI: "Vi abbiamo già appeso per i piedi una volta". Esplicito il riferimento a Piazzale Loreto.

Dopo una giornata di silenzio da parte delle forze politiche di centrosinistra, la Lega interviene chiedendo una presa di posizione più netta da parte del Partito Democratico e dei suoi alleati.

Secondo i consiglieri comunali leghisti Paola Bordilli e Alessio Bevilacqua, le parole del segretario genovese del PD, Simone D’Angelo, che ha ricordato il rispetto dovuto alle istituzioni e il fatto che Chiarotti abbia chiesto scusa, non sarebbero sufficienti. La Lega chiede una “dissociazione chiara e senza ambiguità” da parte di tutto il centrosinistra locale, inclusi Alleanza Verdi-Sinistra e Movimento 5 Stelle.

“Le scuse non bastano – dichiarano i due consiglieri – Serve una condanna pubblica da parte della segretaria nazionale Elly Schlein e dei vertici del cosiddetto Campo Largo. Chiarotti dovrebbe dimettersi per il danno d’immagine arrecato alla città.”

I rappresentanti della Lega sottolineano come la vicenda abbia portato Genova alla ribalta nazionale in modo negativo, e annunciano di aver presentato una proposta di modifica alle linee programmatiche del mandato amministrativo del sindaco Salis, che sarà discussa nella prossima seduta del Consiglio comunale.

La proposta, spiegano, mira a ribadire l’adesione della città ai principi della Costituzione, con una dichiarazione esplicita di condanna verso tutte le ideologie totalitarie, sia fasciste che comuniste. “Genova – si legge nella proposta – deve affermare con forza i propri valori democratici, antifascisti e anticomunisti, condannando ogni forma di violenza e ogni atto che offenda la memoria delle vittime del totalitarismo.”

“Non è sufficiente salvare le apparenze con delle scuse – concludono Bordilli e Bevilacqua – bisogna difendere in modo coerente i valori fondanti della nostra Repubblica.”

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