Carige, sparisce l'emendamento al decreto crescita. Parte trattativa coi sindacati
di Fabio Canessa
2 min, 24 sec
Ma Lega e M5s: "Dialogo con la commissione Ue, la norma interessa"
Ancora niente da fare per Carige. L'emendamento della Lega al decreto crescita che, intervenendo sulle imposte differite attive (Dta), incentivava l'aggregazione tra banche di medie e piccole dimensioni, è stato ritirato. Il motivo, ha spiegato il relatore Giulio Centemero, è la volontà di chiudere prima la trattativa in materia con l'Unione europea. La porta non sarebbe quindi del tutto chiusa.
La norma, che riguarda anche la Popolare di Bari, "è in fase di lavorazione. C'è un dialogo con la Commissione Europea sugli aiuti di Stato. Ovviamente ci interessa", ha tenuto a precisare l'esponente della Lega, a cui ha fatto immediatamente eco il viceministro all'Economia in quota M5S, Laura Castelli. L'interessamento è lo stesso anche da parte del governo, ha puntualizzato, smontando indirettamente le indiscrezioni secondo cui il Mef si sarebbe messo di traverso per evitare ammanchi fiscali troppo onerosi, derivanti dalla trasformazione delle Dta in crediti di imposta.
I commissari Carige intanto hanno avviato la procedura per discutere con i sindacati del nuovo piano industriale presentato a fine febbraio. La trattativa da contratto deve essere portata a termine entro 50 giorni. Dopo aver ricevuto tutte le autorizzazioni previste i commissari starebbero in particolare formalizzando l'intenzione di concentrare sulla controllata Banca Cesare Ponti tutte le attività nel 'private banking' dell'istituto.
Sul fronte degli esuberi in Carige sono attese ancora 350 uscite volontarie nell'arco del 2019, come da accordi già siglati dai rappresentanti dei lavoratori e che erano legate al piano dell'allora ad Paolo Fiorentino. Di queste 50 sono già previste a luglio e 300 a dicembre. Questi numeri sono inclusi nella riduzione di organico di 1.250 persone, prevista nel nuovo piano presentato a febbraio dai commissari straordinari, Fabio Innocenzi, Pietro Modiano e Raffaele Lener, su cui non è ancora tecnicamente partita una trattativa.
Per una soluzione alla vicenda Carige ora si guarda alla seconda settimana di giugno, secondo quanto filtra da diverse fonti. I commissari continuano a esplorare tutte e quattro le strade possibili per un salvataggio 'privato': l'ipotesi di un intervento nella banca di uno o più fondi, un'operazione con una singola banca, un'operazione con più banche o un salvataggio misto banche-fondi.
Da un lato da una fonte vicina alla banca filtra l'auspicio dei commissari di avere novità nella seconda metà di giugno. Dall'altro, un'altra fonte qualificata vicina al dossier segnala l'attesa che già entro la fine della prossima settimana debba emergere una soluzione: anche se la Bce non ha dato una vera e propria scadenza ci si attende che comunque il dossier si definisca entro fine giugno e se uno o più soggetti tra quelli oggi in partita dovessero essere disponibili a proseguire nella valutazione, sarebbero necessari dei tempi tecnici, incluso quello per fare la 'due diligence'.
Da lì l'attesa di una svolta già la prossima settimana. Una terza fonte segnala l'attesa che qualcosa accada nell'arco della seconda settimana di giugno, se non già prima, sottolineando l'attesa di un'accelerazione alle valutazioni più ampie sulla vicenda dopo la conclusione della fase elettorale.
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