Niccolò Canepa, campione del mondo Endurance: "Il mio sogno? Vincere la 8 Ore di Suzuka come Vale Rossi"
di Redazione
Il pilota genovese si sta preparando per la 12 Ore di Estoril del 17 luglio
Atipica ed inconsueta la passione per i motori a Genova, ma più in generale in Liguria. Questa “regola” è stata infranta da Niccolò Canepa, pilota genovese, classe ’88, campione del mondo Superbike, Endurance, Moto2 ed ex pilota ufficiale MotoGp Ducati Pramac. Il ragazzo della porta accanto con la velocità che gli scorre nel sangue ed il desiderio di correre più forte del vento sulle piste.
Come è nata la passione motoristica, insolita e curiosa per un genovese?
"Sono cresciuto con mio padre che aveva una grande passione per le moto. Lo seguivo da bambino sui circuiti e mi sono subito appassionato di questo sport. Ora non posso farne a meno".
Con la pandemia che ha fermato la vita di tutti, ora ha più voglia di reagire e ripartire per raggiungere i suoi obiettivi nel 2021?
“Quello del lockdown è stato sicuramente un momento difficile per tutti. Io sono tra le persone fortunate perché, vivendo in Svizzera, non sono rimasto chiuso in casa ed ho potuto allenarmi. Per fortuna non sono stato male e questa pandemia non ha toccato nè i miei parenti, né i miei amici da vicino. Ma immagino sia stata molto più dura per altre famiglie italiane e di tutto il mondo, e mi dispiace tantissimo. Adesso la voglia di ripresa è tanta e soprattutto di avere il pubblico sugli spalti. Non vedo l’ora”.
La pandemia ha rivoluzionato il calendario del Campionato del mondo Endurance. Dieci giorni fa si è disputata la 24 Ore di Le Mans dove avete portato il Team Yamaha Yart in pole position poi, a causa di un problema tecnico, siete stati costretti ad abbandonare la gara. Come si superano questi momenti?
“È il quarto anno consecutivo che, per problemi tecnici o errori dei miei compagni di squadra, perdiamo la gara. È molto dura da accettare, soprattutto perché siamo sempre i più veloci nella competizione. Purtroppo le gare sono così, spero nel prossimo anno. Bisogna essere forti mentalmente per fare un reset dopo una gara del genere”.
In attesa dell'emozionante “12 Ore di Estoril”, in Portogallo, del 17 luglio, valevole per il Mondiale Endurance, come stanno procedendo i test con la Superbike in Spagna?
“In Spagna stiamo provando delle novità per la moto che verrà utilizzata nel 2022. È sempre molto bello fare questo tipo di lavoro. Al momento sappiamo che c’è ancora del lavoro fare, ma le basi sono ottime”.
Lo scorso anno è uscito vittorioso in Portogallo, che gara si aspetta il prossimo mese?
“La scorsa stagione siamo andati molto bene, quest’anno la concorrenza è molto agguerrita, ma, avendo perso molti punti alla 24 Ore di Le Mans, non abbiamo niente da perdere. Quindi la strategia sarà di attacco per tutto il weekend”.
Gli appuntamenti del finale di stagione la vedranno poi impegnata in Francia al “Bol d’Or”, il 18-19 settembre, dove ha vinto nel 2017, e alla 8 Ore di Suzuka in Giappone, il 7 novembre. Pandemia permettendo, la gara più prestigiosa dell’Endurance tornerà a rappresentare il “Gran Finale” di stagione, con punteggi assegnati elevati del 150%, come prevede il regolamento vigente del FIM EWC. Le sue aspettative ed il sogno nel cassetto?
“Spero vivamente di andare a correre a Suzuka a novembre, che ci diano la possibilità di fare questa gara, la più importante dell’anno, nonché la più bella. In Giappone siamo sempre accolti da un pubblico straordinario, con più di 100.000 persone sugli spalti. Ad oggi solo un italiano è riuscito a vincerla, il sig. Valentino Rossi. Quindi quello è il mio sogno nel cassetto, oltre a vincere un altro Mondiale. Ce la metterò tutta, abbiamo tutti i mezzi a disposizione per farlo, un team di alto livello. Stiamo aspettando che le Olimpiadi vadano bene e che in Giappone non ci siano problemi, ma soprattutto che questo Covid finalmente ci lasci. Poi sarà il momento per pensare a Suzuka”.
Questo 2021 è iniziato con una battuta d’arresto ancor prima di iniziare il campionato mondiale endurance. A febbraio è stato sfortunato protagonista di una caduta in occasione dei test invernali al circuito Ricardo Tormo di Valencia dove ha riportato 3 fratture alla caviglia, con conseguente operazione. Ora come sta?
“Il recupero non è stato facile, ho dovuto lavorare tantissimo per tornare in forma. Ora sono al 90% e sono contento. Devo ringraziare il team di fisioterapisti che mi ha seguito e il mio preparatore atletico”.
Quanto le è pesato rinunciare al campionato riservato alle moto elettriche per gli impegni concomitanti del mondiale Endurance?
“Un vero peccato dato che non facciamo tante gare. E’ stato veramente strano il fatto che non siano riusciti a trovare delle date che non fossero concomitanti con il mondiale MotoE, un campionato in cui credo molto, che mi piace tanto e che mi ha regalato delle gare emozionanti molto belle. Mai dire mai, magari in futuro riuscirò a tornare a correre ancora in questo campionato”.
Parallelamente alla sua carriera da pilota nel Mondiale Endurance è collaudatore ufficiale Yamaha Superbike oltre che Riders coach. La R1, quest’anno, come sta andando?
“Sono due lavori che mi piacciono moltissimo, è bello lavorare a contatto con i piloti di Superbike di Yamaha e soprattutto sviluppare la moto. Sono contento perché la Yamaha in questi anni ha fatto dei grossi passi in avanti. L’ultima gara l’abbiamo vinta, siamo secondi in campionato a pochi punti da Jonathan Rea, sei volte campione del mondo di fila, un mostro sacro difficile da battere. Ma subito dietro ci siamo noi, stiamo facendo delle bellissime gare, la moto funziona bene, quindi siamo molto soddisfatti. Il lavoro continua, andiamo avanti, abbiamo ancora tante novità da provare per il 2022. Mi piace lavorare coi piloti, trasmettergli i miei consigli e quello che vedo a bordo pista per aiutarli ad andare ancora più veloce. Si sta creando un rapporto d’amicizia oltre che di lavoro, e questa è la cosa principale”.
Come ha fatto, inoltre, a passare dalla Superstock alla Moto GP, dove prima è stato collaudatore poi pilota ufficiale Ducati Pramac, bruciando tutte le tappe?
“Ho vinto in Stock e nel frattempo collaudavo la Superbike e andavo molto forte. Da contratto sarei dovuto andare nel team ufficiale in Superbike ma non è stato possibile. Quindi mi hanno proposto di fare un anno da collaudatore in MotoGP. Quell’anno ho imparato moltissimo e i tempi erano molto competitivi e mi hanno offerto di correre in MotoGP l’anno seguente. È stata una esperienza molto bella e costruttiva. Adesso i tempi sono un po’ cambiati, ma il consiglio che posso dare ad un giovane che si avvicina a questo mondo è quello di allenarsi senza sosta e di curare ogni minimo dettaglio, perché è quello che alla fine fa la differenza”.
Cosa ricorda del giorno da "regista" nel box di Valentino Rossi?
“È stato molto bello! Lavorare con lo staff di Vale è stato veramente interessante. Mi è piaciuto lavorare in MotoGP ma adesso stiamo facendo un gran lavoro con Yamaha in Superbike e i risultati stanno arrivando..”
Qual è stato il momento più emozionante e quello più difficile del suo percorso? A cosa ambisce adesso?
“La vittoria del Mondiale Endurance nel 2017 è stato sicuramente il momento più emozionante. Il mio obiettivo è quello di vincere ancora. Ci sono andato vicino tante volte negli anni e so che arriverà un’altra occasione. Il momento più difficile è stato nel 2010, in Moto2, quando il team è fallito e sono rimasto a piedi. Non è stato facile ricominciare da zero”.
In generale, nelle vittorie, conta più la guida o la moto?
“La moto e tutto il team sono fondamentali. Se non hai le persone giuste è impossibile ottenere dei buoni risultati. Allo stesso modo il pilota è molto importante e può fare la differenza in gara”.
Dulcis in fundo, di pari passo ai successi motociclistici, nello sport come nella vita, dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna, Aneta nel suo caso. Come l'ha corteggiata, conquistata, e come riuscite a mantenere viva la fiamma dell'amore quotidianamente?
“Tre anni fa l’ho incontrata sulla pista durante una gara del mondiale. Da lì abbiamo iniziato a scriverci e a vederci. Siamo stati fortunati che lavoravamo nello stesso ambiente all’epoca. Sono contentissimo di questa relazione, Aneta mi dà una grossa mano tutti i giorni, ci alleniamo anche insieme spesso, siamo veramente affiatati e contenti di stare insieme”.
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