Augusto Palermo: "I morti di oggi sono frutto della sottovalutazione delle prime settimane"
di Marco Innocenti
"Il governo aveva dichiarato lo stato d'emergenza dal 31 gennaio"
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Negli ultimi giorni ha fatto molto discutere il fatto che, già dallo scorso 31 gennaio, in Gazzetta Ufficiale, il governo italiano avesse dichiarato lo stato d’emergenza nazionale in previsione dell’ondata di contagi da coronavirus. Collegato in diretta con Telenord, anche il dottor Augusto Palermo ha fatto sentire il proprio punto di vista sulla questione, denunciando di fatto la grave sottovalutazione del problema da parte dell’esecutivo.
“Lo stato d’emergenza aveva fatto seguito ad una direttiva dell’Oms – ha spiegato il dottor Palermo – che aveva detto al nostro governo, senza consigliare la chiusura totale. Colpisce però non tanto il fatto che una volta dichiarato lo stato d’emergenza, il governo ponga in essere le misure restrittive con una certa gradualità, quanto piuttosto il fatto che all’inizio siano stati posti in essere dei comportamenti a mio giudizio bomba. Mi riferisco ad esempio al fatto che il 15 febbraio si sia mandato in Cina tonnellate di materiale sanitario pur non essendo in condizioni di farlo. Proprio il 31 gennaio il ministro Speranza dichiarava che c’erano solo pochi casi e che le nostre strutture sanitarie erano pronte. Io posso capire che all’inizio non si voglia mettere in ginocchio una nazione ma fare questo e poi oggi vedere che le nostre strutture sanitarie non sono assolutamente in grado di reggere, allora trovo la cosa abbastanza grave”.
“Non paghi di questo – aggiunge Palermo – arriviamo al punto focale della mia denuncia: il 19 febbraio a Milano viene giocata a porte aperte e con decine di migliaia di tifosi la partita Atalanta-Valencia. Guarda caso tanti milanesi e bergamaschi che poi sono tornati alle loro case. Non è possibile far giocare una partita con 50mila tifosi sugli spalti, quando si è appena dichiarato uno stato d’emergenza. Viene il forte sospetto che la bomba atomica sia stato quello perché se sappiamo che il periodo di latenza dei virus è di due settimane, allora vuol dire che i morti e i malati di marzo sono in realtà gli infettati di febbraio. Le immagini che ci sgomentano dei carri militari che portano via le bare da Bergamo, devono farci pensare che c’è stato un non controllo sotto uno stato d’emergenza”.
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