Alluvione 2011, slitta la sentenza su Marta Vincenzi. Il pg: "Rifare l'appello"

di Fabio Canessa

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Ex sindaco condannata a 5 anni, la Cassazione si esprimerà il 12 aprile: possibile rinvio in secondo grado

Alluvione 2011, slitta la sentenza su Marta Vincenzi. Il pg: "Rifare l'appello"
Slitta al 12 aprile la sentenza definitiva per Marta Vincenzi, ex sindaco di Genova imputata per l'alluvione del 2011 in cui morirono quattro donne e due bambine travolte dall'esondazione del Fereggiano. Il procuratore generale della Corte di Cassazione, Tomaso Epidendio, dopo la relazione durata più di due ore, ha chiesto il rinvio in appello per tutti gli imputati e non solo per Scidone e Delponte, protagonisti dello 'scambio di imputazioni' che aveva falsato le condanne in secondo grado. La decisione spetta ora al giudice, che si pronuncerà tra un mese. Il 12 aprile è stata fissata una nuova udienza e quel giorno verrà emesso il verdetto. A confermarlo è stato il presidente della quarta sezione penale della Cassazione, Giacomo Fumu, prima di una pausa del processo. Per il pg è necessario un processo di appello bis per rideterminare il "trattamento sanzionatorio", sottolineando che rimane confermata la responsabilità nel disastro e negli omicidi colposi nei confronti di Marta Vincenzi, per la quale la 'colpevolezza' ad avviso del Pg "si cristallizza". Per il pg, però, sussiste solo un atto falso e non due. Per Marta Vincenzi la conferma della condanna a 5 anni per omicidio colposo, disastro colposo e falso ideologico avrebbe una portata storica e potrebbe aprirle le porte del carcere di Pontedecimo. Ma l'eventuale accoglimento del rinvio alla Corte d'Appello (che a questo punto non sarebbe più quella di Genova) potrebbe allungare ulteriormente i tempi. Alla base della richiesta di rinvio in appello c'è l'errore materiale commesso dai giudici d'appello che avevano scambiato i capi d'imputazione e calcolato al ribasso le condanne dell'ex assessore Scidone (2 anni e 10 mesi) e dell'ex dirigente comunale Francesco Delponte (2 anni e 9 mesi). Oltre a Vincenzi figurano gli ex dirigenti Pierpaolo Cha (4 anni e 4 mesi) e Sandro Gambelli (2 anni e 10 mesi) e l'ex coordinatore dei volontari della protezione civile Roberto Gabutti (8 mesi, quest'ultimo accusato solo di falso e calunnia). In aula per l'udienza nessuno degli imputati. Presenti invece le parti civili e i parenti delle sei vittime: Shpresa Djala con le figlie Gianissa e Gioia, Serena Costa, Evelina Pietranera e Angela Chiaramonte. A Genova, durante l'alluvione del novembre 2011 che ha portato via la vita di sei persone - tutte donne, ragazze e bambine - è stata "messa a repentaglio l'incolumità di scolaresche e di tutte le persone circolanti" in prossimità del corso del rio Fereggiano. Lo ha detto il Sostituto procuratore generale della Cassazione Tomaso Epidendio nella sua requisitoria davanti alla Quarta sezione penale della suprema Corte nell'udienza nella quale l'ex sindaca del capoluogo ligure Marta Vincenzi è l'imputato principale per questo disastro. Ad avviso del Pg "le scuole dovevano essere chiuse o doveva essere dato l'ordine di non uscire dagli edifici scolastici, e doveva essere diramato il divieto di circolare o posteggiare vicino al Fereggiano". Secondo il Pg, l'amministrazione comunale avrebbe dovuto meglio "parametrare" la "scelta politica di chiudere anche il quadrante del Fereggiano all'effettivo rischio dell'alluvione". In pratica, "il costo 'politico' in termini di paralisi della città, già chiusa a levante e ponente non senza polemiche da parte dei commercianti, doveva tenere presente tutti i rischi della situazione specie in un contesto in continuo mutamento come è quello delle nostre città dato che ormai i temporali autorigeneranti che un tempo si verificavano solo ai Caraibi ora si manifestano anche in Liguria e in Sicilia per i mutamenti climatici", ha aggiunto il Pg Epidendio in un passaggio del suo intervento. BLITZ DI FORZA NUOVA Nella notte una decina di militanti di Forza Nuova hanno attaccato dei volantini in luoghi simbolo di Genova in cui si chiede l'arresto di Marta Vincenzi, ex prima cittadina di Genova. Lo annuncia il movimento parlando di "blitz", in attesa del pronunciamento della Cassazione sul processo per l'alluvione di Genova del 2011. "Forza Nuova, unico movimento politico in città, ha sempre chiesto l'arresto dell'ex sindaco per il suo comportamento e per la gestione 'dell'evento alluvione' a dir poco scellerato - afferma -. Non possiamo certo dimenticare la scuola colpevolmente aperta, le giovani vittime annegate, il verbale truccato con la data postdatata in modo che risultasse imprevedibile la bomba d'acqua, il giorno dei funerali. A distanza di anni non possiamo dimenticare quindi che ha abdicato i suoi doveri e ha mentito". "Forza Nuova si augura che anche la Suprema Corte di Cassazione convalidi la sentenza di primo grado e di appello in modo - conclude -, in modo che anche nella nostra città possa trionfare verità e giustizia e non finisca come troppo spesso è successo a tarallucci e vino".

"Vigliacco e indecente. Non ci sono altre parole per commentare il blitz messo in atto questa notte da parte di alcuni militanti di Forza Nuova che hanno affisso, in diversi luoghi simbolo della città, alcuni manifesti dove il volto dell’ex sindaco di Genova, Marta Vincenzi, compare dietro le sbarre ed è accompagnato dalla scritta 'Vergogna! In galera!'.". Lo scrivono in una nota il Pd genovese e ligure.

"La giustizia si fa nelle aule di tribunale, nel rispetto di tutte le parti in causa e sicuramente non attraverso azioni come quella messa in atto questa notte da Forza Nuova, che ha dimostrato solo di voler cavalcare in maniera vergognosamente strumentale questo avvenimento. Marta Vincenzi, a cui va la nostra vicinanza e solidarietà per il vile attacco subito, da anni sta affrontando, insieme agli altri imputati in questa vicenda, un processo difficile e complicato. Lo sta facendo con grande dignità e serietà, difendendosi nel processo e non dal processo, e nel rispetto delle istituzioni. Crediamo che il medesimo rispetto sia dovuto a lei, agli altri imputati e ai genovesi.