Alcol, il medico del San Martino Testino scrive al ministro Schillaci: "No alla cultura del vino a scuola"

di Redazione

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Il dottore, presidente della Società Italiana di Alcologia, scrive al titolare del dicastero della Salute: "La strada da percorrere è l'esatto opposto"

Alcol, il medico del San Martino Testino scrive al ministro Schillaci: "No alla cultura del vino a scuola"

No alla cultura del vino nelle scuole. Il presidente nazionale della Società Italiana di Alcologia, il dottor Gianni Testino, in una lettera destinata al ministro della Salute, il professor Orazio Schillaci, è deciso nel voler far cambiare le cose: "Chiediamo al signor Ministro, che è un collega, di far comprendere che la strada da percorrere è l'esatto contrario di ciò che è stato proposto".

Testino crede che quella di Schillaci potesse anche essere una iniziativa in buona fede nel tentativo di promuovere l'economia italiana, ma la Società Italiana di Alcologia, in accordo con le istituzioni scientifiche internazionali e l'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), avverte che tale possibilità percorre la strada contraria a quello che bisognerebbe fare per non danneggiare la salute pubblica: "L'etanolo contenuto in tutte le bevande alcoliche è tossico, cancerogeno, teratogeno (può produrre anomalie o malformazioni nell'embrione) ed una droga che favorisce dipendenza in quanto sostanza psicoattiva. Di tale tipo di sostanza non è pertanto etico promuoverne un consumo consapevole fra i giovani".

Per il presidente della Società, quindi, quella promossa dal titolare del dicastero è un'azione irresponsabile, essendo l'etanolo la seconda causa di morte oncologica dopo il fumo di sigaretta, con la sua cancerogenicità che è dose dipendente, per cui l'eccesso è tutto ciò che è sopra zero. Il medico ribadisce come questa sostanza favorisca oltre 200 patologie differenti, con alcune di queste, per esempio ipertensione arteriosa e aritmie, il cui rischio relativo aumenta già con bassissimi dosaggi: "Iniziare a bere al di sotto dei 25 anni aumenta il rischio di dipendenza dal 20 al 30%. L'unica politica da perseguire pertanto è quella di ridurre il più possibile i consumi attraverso politiche di educazione a corretti stili di vita e aumentando i prezzi dei prodotti alcolici".