Addio all'attore e regista Francesco Nuti, a Genova girò "Stregati"

di Stefano Rissetto

Una delle sue pellicole di maggiore successo, notturna e malinconica, ambientata nella nostra città

Se n'è andato a 68 anni Francesco Nuti, attore e regista fiorentino, da tempo invalido per le conseguenze di una caduta domestica. Si era rivelato nel cabaret televisivo, sul finire degli anni Settanta, nel trio dei "Giancattivi" con Athina Cenci e Alessandro Benvenuti. Nel 1982 aveva tentato con successo la carriera nel cinema, prima come attore diretto da Maurizio Ponzi ("Madonna che silenzio c'è stasera", "Io Chiara e lo Scuro" e "Son contento"), quindi come regista di se stesso:  "Tutta colpa del paradiso", "Caruso Pascoski (di padre polacco)", "Willy Signori e vengo da lontano" e "Donne con le gonne". Si cimenta anche con la canzone, partecipando al Festival di Sanremo con "Sarà per te".
 

Scontò, come più tardi il suo conterraneo Benigni e in parte il regista Garrone, la "maledizione" della favola di Collodi, cui sono scampati solo la Disney e Comencini: alla metà degli anni Novanta il suo "Occhiopinocchio", con Chiara Caselli nei panni (pochi) di Lucignolo e girato in gran parte all'estero con costi altissimi, fu un disastro produttivo e al botteghino, contribuendo non poco alla crisi di Cecchi Gori. Il resto della sua produzione, ai primi anni del nuovo millennio, è la scansione di un inesorabile declino: "Il signor Quindicipalle", "Io amo Andrea" e "Caruso, zero in condotta" non ebbero successo. Così Nuti cadde in una crisi personale che lo portò anche sull'orlo di provare a farla finita.
 

Il 3 settembre 2006 ebbe un grave incidente in casa, cadendo e battendo la testa: finì in coma, rimase in vita gravemente menomato, un personaggio di Chaplin o Kaurismaki anziché delle sue agre e beffarde commedie. Da allora ha vissuto appartato, protetto dai familiari e dagli amici, fino a oggi.
 

Nuti resta legato a Genova per "Stregati" del 1986, uno dei suoi film di maggiore successo, con Ornella Muti all'apice dello splendore come coprotagonista. Era la storia di un bislacco disc jockey che nelle ore libere vaga per la città, imbattendosi casualmente in una donna che sta per sposarsi: i due, come accade nei film e a volte non solo, saranno appunto "stregati" l'uno dall'altra. A parte il dettaglio delle riprese in una stazione ferroviaria che non è Brignole né Principe ma la fiorentina Santa Maria Novella disegnata da Michelucci, il film racconta ancor oggi una Genova ormai trasformata dal tempo: scorci notturni come il porto antico ancora prigioniero delle cancellate prima della trasformazione ideata da Piano, il vecchio cinema porno di Largo della Zecca, il porto petroli a Multedo, Piazza De Ferrari, via XX Settembre, via San Luca; e poi Spianata Castelletto, Carignano, Ponte Monumentale e Circonvallazione a monte.