ACI Genova contro la riforma del codice della strada: "Direzione sbagliata"

di Redazione

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"Scorretto installare i velox nelle strade locali, contrari alle bici contromano. Ci auguriamo che gli operatori ecologici non possano emettere multe"

ACI Genova contro la riforma del codice della strada: "Direzione sbagliata"

Il Presidente dell’Automobile Club GenovaGiovanni Battista Canevello, in piena sintonia e condivisione con le posizioni espresse dal Presidente dell’Automobile Club d’Italia, Angelo Sticchi Damiani, si dichiara soddisfatto quando ci si occupa di Sicurezza Stradale, su cui quotidianamente l'ACI Genova è impegnato e, quindi, quando si interviene sul Codice della Strada. Purtroppo, però, nella nuova proposta di riforma del Codice della Strada ci si muove nella direzione opposta: “Riteniamo, ad esempio un errore scrivere nel CdS che la durata del semaforo giallo debba essere almeno di 3 secondi, perché può creare malintesi e far tarare tutti i gialli semaforici sui 3 secondi, come se fossero tutti uguali. L’individuazione della giusta durata del giallo semaforico deriva, invece, da un calcolo complesso e unico per ogni incrocio. Non ci sembra corretta anche la possibilità di istallare autovelox perfino sulle strade locali dove vige il limite orario di 30 Km/h. L’autovelox è un utile strumento per controllare e limitare la velocità degli utenti nei punti più critici o pericolosi, nei quali è opportuno avere la certezza che la velocità venga ridotta, in modo da consentire di guidare in sicurezza. È, viceversa, diseducativo - quando non addirittura pericoloso - l’autovelox diffuso, magari installato per far cassa e nemmeno correttamente segnalato, secondo quanto previsto dalla normativa”.

“Una particolare attenzione meritano, inoltre tutti i provvedimenti riguardanti le biciclette - prosegue Canevello - Restiamo fermamente contrari alle bici contromano ed alla possibilità che possano transitare sulle corsie riservate al trasporto pubblico. I dati di incidentalità ci dicono che si tratta di pratiche estremamente pericolose, anche in considerazione dell’esposizione al rischio del ciclista rispetto ai veicoli a quattro ruote: più di 50 volte superiore!

“Inoltre - a leggere la proposta - sembrerebbe che, in città, basti imporre il limite di 30 km/h e la bicicletta possa fare tutto: avere la precedenza su tutti, procedere in senso di marcia opposto a quello dei veicoli, andare appaiati e magari sorpassare. Questa sorta di “deregulation” della mobilità ciclabile ha, secondo noi, un forte effetto diseducativo: alle biciclette tutto è permesso e, per conseguenza, anche ai monopattini elettrici, che sono equiparati ai velocipedi, mentre è evidente che, nella mobilità metropolitana, l’anarchia non va assolutamente d’accordo con la sicurezza stradale!”

“Infine, sembrerebbe che da domani anche gli operatori ecologici possano emettere multe o far rimuovere i veicoli. Ci auguriamo che le cose non stiano così e che la proposta riguardi solo l’ampliamento delle funzioni degli ausiliari del traffico che – ricordiamo - devono limitarsi a segnalare l’infrazione al Corpo di Polizia Municipale. Né vogliamo prendere in considerazione la possibilità che queste nuove figure si sostituiscano al Corpo di Polizia Municipale. È positiva l’attenzione alla sicurezza in ambito urbano - conclude Canevello - dove ancora sono troppi numerosi gli incidenti ed i morti. Ma siamo preoccupati che l’applicazione alla realtà di tali norme, inserite nel CdS, risulti difforme e differenziata da Comune a Comune, creando confusione e comportamenti insicuri agli utenti della strada”.