A Villa Croce la mostra "Genova Infinita" di Federico Romero Bayter

di Riccardo Testa

Un ibrido tra le foto storiche di Alfred Noack e la forza grafica del pittore colombiano

Al Museo d'Arte Contemporanea di Villa Croce dal 12 marzo sino al 21 maggio sarà visibile la mostra "Genova infinita. Sguardi sulla città tra Noack e Bayter", con lo scopo di riflettere sull'idea di città attraverso la sua immagine riprodotta da artisti di estrazioni e ambiti storici diversi: la visione ottocentesca del fotografo Alfred Noack e quella contemporanea dell'artista Federico Romero Bayter.

«Un nuovo progetto che trae origine dalla sinergia tra il Museo di Villa Croce e il centro di documentazione per la storia, l'arte e l'immagine di Genova (DOCSAI), i quali hanno unito le forze per restituirci un'immagine di città infinita e poliedrica, mutuata dalla vision di due artisti differenti per epoche e forme d'arte», ha commentato la consigliere delegato del Comune di Genova Barbara Grosso.

Alfred Noack fu un autentico pioniere della fotografia europea. Nato a Dresda e naturalizzato genovese, pose le basi di un verismo fotografico che si estendeva oltre le colonne d'Ercole della pittura, ritraendo soggetti rustici ed insoliti; per primo fotografò serialmente il panorama urbano della Superba, regalando alcuni scorci storici che nel tempo hanno acquisito grande valenza documentaristica. Sono proprio i suoi scatti - alcuni dei quali ritraggono parti della città oggi non più esistenti, come il quartiere Madre di Dio o il crinale di San Benigno - a costituire la spina dorsale su cui si sviluppa il muscolare lavoro di Bayter. Colombiano di nascita e, come il suo ispiratore, genovese d'adozione, ha sfruttato come base gli scatti storici, sovrapponendovi con il colore i tratti corrispondenti allo skyline odierno; il risultato ibrida impressioni di passato e futuro, regalando a chi osserva l'impressione di un porto immanente, una cattedrale di chiariscuri, un transito di nuvole, luci e volumi che si associano inconfondibilmente ed arricchiscono la Regina del Mare di suggestioni identitarie.