Ventimiglia, 30enne condannato a sei anni per la morte di un uomo annegato durante la fuga

di E.L.M

1 min, 32 sec

Secondo i giudici la vittima si gettò in mare per sfuggire a un’aggressione, due degli accusati restano ancora irreperibili

Ventimiglia, 30enne condannato a sei anni per la morte di un uomo annegato durante la fuga

È stato condannato a 6 anni e 9 mesi di reclusione Fortune Nworji, 30 anni, riconosciuto colpevole di omicidio preterintenzionale in concorso per la morte del connazionale Osakpolor Omoregie, avvenuta a Ventimiglia il 29 maggio 2019. Secondo quanto stabilito dalla Corte d’Assise di Imperia, l’uomo sarebbe annegato dopo essersi gettato in mare per fuggire da un’aggressione da parte di un gruppo di tre persone.

Processo – Il procedimento giudiziario ha visto un solo imputato presente in aula: Nworji, mentre gli altri due presunti aggressori risultano ancora irreperibili. La pubblica accusa aveva chiesto una condanna a 6 anni e 10 mesi, richiesta accolta quasi integralmente dalla Corte. Alla famiglia della vittima è stata riconosciuta una provvisionale immediatamente esecutiva.

Difesa – L’avvocata Elena Pezzetta, legale dell’imputato, ha manifestato dissenso per l’esito del processo: “Ho creduto fino alla fine di poter far emergere un ragionevole dubbio sulla colpevolezza e sulla responsabilità penale dell’imputato. Farò appello e rimango fermamente convinta della mia tesi difensiva”. Ha inoltre evidenziato come il suo assistito sia stato fin dall’inizio collaborativo con le autorità, fornendo dichiarazioni fin dal giorno dei fatti e partecipando anche a un incidente probatorio.

Famiglia – Soddisfazione per la sentenza è stata espressa dall’avvocato della parte civile, Luca Bosio, in rappresentanza del fratello della vittima: “È stata accolta appieno la nostra ricostruzione dei fatti. È importante che sia stata riconosciuta la qualificazione giuridica di omicidio preterintenzionale, come da noi sostenuto sin dall’inizio”.

Contesto – La vicenda ha avuto luogo a Ventimiglia, città di confine dove la pressione migratoria ha spesso generato situazioni di tensione. Il fatto che la vittima si sia gettata in mare nel tentativo di mettersi in salvo ha reso il caso particolarmente delicato, con implicazioni sia giudiziarie che umane.

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