Vaiolo scimmie: antivirali in presenza di sintomi gravi, possibile trasmissione uomo-animale da compagnia
di Redazione
I sintomi includono mal di testa, febbre, brividi, mal di gola, malessere. Nei 21 giorni di sorveglianza vietati i contatti con immunodepressi, donne in gravidanza bambini sotto i 12 anni
Antivirali specifici contro il vaiolo delle scimmie da destinare a chi ha sintomi gravi nell'ambito di protocolli sperimentali e vaccinazione post esposizione per i contatti a rischio più elevato. Lo prevede la nuova circolare del ministero della Salute 'Casi di vaiolo delle scimmie. Aggiornamento sulla situazione epidemiologica e indicazioni per la segnalazione, il tracciamento dei contatti e la gestione dei casi'.
L'adozione di contromisure di tipo medico-farmacologico contro il vaiolo delle scimmie, si legge, "inclusi specifici antivirali, può essere presa in considerazione nell'ambito di protocolli di uso sperimentale o compassionevole, in particolare per coloro che presentano sintomi gravi o che possono essere a rischio di scarsi risultati, come le persone immunodepresse". La vaccinazione post-esposizione, "idealmente entro quattro giorni dall'esposizione, può essere presa in considerazione - indica la circolare - per contatti a rischio più elevato come gli operatori sanitari, compreso il personale di laboratorio, previa attenta valutazione dei rischi e dei benefici".
I contatti asintomatici "non devono donare sangue", continua la circolare che specifica che i contatti "devono essere monitorati almeno quotidianamente per l'insorgenza di segni/sintomi per un periodo di 21 giorni dall'ultimo contatto con un paziente o con i suoi materiali contaminati durante il periodo infettivo. I sintomi includono mal di testa, febbre, brividi, mal di gola, malessere, astenia, eruzione cutanea e linfoadenopatia". Durante i 21 giorni di sorveglianza si "devono evitare contatti con persone immunodepresse, donne in gravidanza e bambini di età inferiore ai 12 anni".
Data la possibile trasmissione inter-umana del vaiolo delle scimmie "anche in assenza di viaggi in zone endemiche, si considera che la probabilità di un'ulteriore diffusione del virus attraverso un contatto stretto, ad esempio durante le attività sessuali, è considerata alta. La probabilità di trasmissione tra individui senza contatto stretto è considerata bassa". Così come la trasmissione “attraverso il contatto con la pelle intatta è meno probabile, ma non può essere esclusa". Attualmente, "si conosce poco sull'idoneità delle specie animali europee peri-domestiche (mammiferi) a fungere da ospite per il virus del vaiolo delle scimmie. Tuttavia, la trasmissione dall'uomo agli animali (da compagnia) è teoricamente possibile".
Condividi:
Altre notizie
Genova, preoccupazione tra i pazienti: "Troppi assistiti per un solo medico di famiglia"
21/11/2024
di Anna Li Vigni
Fibrosi cistica, Fiorella sulle ali di una fenice rossa: "Non smetterò mai di inseguire i miei sogni"
21/11/2024
di Anna Li Vigni
Genova, Ambulatorio Multimediale delle Cronicità: dopo Recco e Fiumara attivo anche a Voltri
19/11/2024
di Anna Li Vigni
Casa di Comunità Asl3 a Voltri, presidente Bucci: “Esempio di sanità immediata e vicina ai cittadini”
19/11/2024
di Anna Li Vigni
Arenzano, “Fuori Tutto”: la mostra che racconta la Fibrosi Cistica
16/11/2024
di Anna Li Vigni
Podologia e salute del piede, il punto con gli esperti dell'Ordine Tsrm e Pstrp
14/11/2024
di Maurizio Michieli