Toti patteggia, le reazioni del centrosinistra: "Ha ammesso di aver male amministrato"
di Filippo Serio
L'attacco: "È una ulteriore conferma della necessità di un radicale cambiamento in Liguria"
Non sono mancate le reazioni da parte degli esponenti di sinistra e centrosinistra, sia a livello ligure che nazionale, dopo la notizia del patteggiamento di Giovanni Toti, che di fatto evita il processo che era stato fissato al 5 novembre.
Scrive Carlo Calenda, leader di Azione: "Il patteggiamento di Giovanni Toti ha un valore politico perché sta ammettendo di aver mal amministrato. Sta ammettendo di aver amministrato in un contesto corruttivo. Io sono garantista ma in questo caso il garantismo non c'entra più niente".
Scrive così in una nota il Partito Democratico di Genova: "La richiesta di patteggiamento avanzata da Giovanni Toti conferma il contesto corruttivo in cui ha governato il centrodestra in Liguria, così come evidenziava il quadro accusatorio della Procura della Repubblica di Genova. È una ulteriore conferma della necessità di un radicale cambiamento in Liguria, che superi la modalità di governo nell'interesse di pochi e non nell'interesse di tutti. A chi si è descritto come perseguitato dalla giustizia preannunciando memorabili scritti, ricordiamo sommessamente che Silvio Pellico non fece mai richiesta di patteggiamento».
"Abbiamo detto che il 'sistema Toti' andava fermato e per questo avevamo chiesto le dimissioni. La richiesta di patteggiamento per corruzione impropria e finanziamento illecito conferma che avevamo ragione. Senza alcun senso di rivalsa, prendiamo atto che l'ex presidente ha cambiato posizione e ha rinunciato a dimostrare di non aver commesso alcun reato. Questo accordo sancisce uno stato di cose che riguarda Giovanni Toti e un metodo di amministrare e fare politica". Lo scrive in una nota Debora Serracchiani, responsabile Giustizia nella segreteria nazionale del Pd.
"Diceva di essere innocente, ma Giovanni Toti ha deciso di patteggiare due anni e un mese per corruzione e finanziamento illecito, se voi foste così certi di non aver commesso reati, accettereste di patteggiare? Toti con una mano patteggia per reati gravissimi, con l'altra abbraccia Bucci". Così il capogruppo della Lista Sansa nel Consiglio regionale della Liguria Ferruccio Sansa: "Ieri Toti che sorride stringendo la mano di Bucci e lancia la sua candidatura alla guida della Regione, intanto tutti i suoi uomini e le sue donne, annunciano la loro candidatura -. continua Sansa - Oggi arriva la notizia che lo stesso Toti ha chiesto il patteggiamento per corruzione e finanziamento illecito. Ecco, le cose sono chiare. Tocca a voi decidere se volete un potere che patteggia per corruzione oppure il cambiamento".
Così il M5S della Liguria: “Toti chiede di patteggiare. E meno male che era tranquillo al punto da dichiarare: “dimostrerò la mia innocenza, affronto il processo a testa alta, era tutto regolare". Ma la verità evidentemente la sapeva anche lui; eppure, ha avuto la faccia tosta di accusare i magistrati di rovesciare il voto dei cittadini. A quanto pare, invece, il patteggiamento richiesto è la prova della sua coscienza sporca. Che ora l’ex presidente debba restituire il malloppo, scontare 2 anni e 1 mese e sia interdetto per quell’arco di tempo dai pubblici uffici non ci conforta, perché non rende giustizia per 9 anni di decisioni evidentemente condizionate e fatte solo ed esclusivamente per tornaconto personale e dei propri amici. Certo è che il patteggiamento lancia egregiamente la campagna elettorale di Bucci, che aveva detto di voler ripartire proprio da Toti. Effettivamente è così”.
Scrive Gianni Pastorino, capogruppo di Linea Condivisa in consiglio regionale: "In questi mesi, la vicenda giudiziaria dell'ex presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, ha messo in luce una serie di contraddizioni e ipocrisie che non possono più essere ignorate. Toti, che per mesi ha proclamato la sua onestà e quella della sua amministrazione, oggi patteggia con i pm, ammettendo implicitamente la propria colpevolezza. Un patteggiamento che prevede una pena di due anni e un mese, oltre a una multa di 84.000 euro, non è solo una questione personale, ma rappresenta un duro colpo alla credibilità dell'intero centrodestra ligure. Ciò che emerge da questa vicenda è una gestione del potere caratterizzata da arroganza e opacità, dove per troppo tempo si è raccontata una realtà lontana dalla verità. Il patteggiamento di Toti è il riconoscimento di colpevolezze gravi, nonostante per mesi abbia dichiarato pubblicamente il contrario. Questo è inaccettabile, soprattutto per chi ha responsabilità verso i cittadini. Nel frattempo, il centrodestra propone come candidato alle prossime elezioni regionali Marco Bucci, legato a doppio filo all'amministrazione Toti. È una scelta che stupisce per la sua incoerenza: come si può proporre per il governo della Liguria chi ha condiviso e sostenuto ogni scelta e operazione dell'ex presidente? È evidente che la candidatura di Bucci rappresenta una continuità politica con una gestione già bocciata dai fatti e dalle indagini giudiziarie. Questa situazione non riguarda solo le elezioni regionali, ma ha ripercussioni inevitabili anche sul Comune di Genova. Se Bucci dovesse perdere, sarebbe la conferma della fine di un ciclo politico segnato da scandali e fallimenti. È tempo che il centrodestra si assuma le proprie responsabilità e che chi ha sbagliato paghi per le proprie azioni. È arrivato il momento della chiarezza e della trasparenza verso le cittadine e i cittadini. La Liguria merita di più, merita un'amministrazione che lavori con onestà e per il bene comune, senza ombre e senza compromessi"
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