Sono 342 gli yacht made in Italy sui 668 in costruzione nel mondo: Arabia ed Emirati al vertice della classifica committenti

di Lorenzo Aluigi

2 min, 37 sec

Riflettori accesi anche sui grandi progetti per la nautica che sono decollati in Sardegna

Sono 342 gli yacht made in Italy sui 668 in costruzione nel mondo: Arabia ed Emirati al vertice della classifica committenti

Quasi 6000 in navigazione, 668 in costruzione, 342 dei quali  in Italia. Arabia Saudita in testa, seguita a ruota da Emirati Arabi, fra i nuovi armatori di  yacht, che mediamente oggi sono più giovani di 9 anni rispetto agli anni recenti.  I dati forniti da Lorenzo Pollicardo, Direttore tecnico e ambientale di SYBAss, fanno il paio  con un trend di innovazione tecnologica, in parte frutto delle sempre maggiori richieste 
di high tech, anche green, da parte dei futuri proprietari degli yacht, ma anche di una  crescente focalizzazione dei movimenti ambientalisti sugli yacht come generatori di  inquinamento. E ciò a fronte di un’emssione globale di Co2 di tutta la flotta mondiale  di yacht che è pari allo 0,3% della flotta mondiale di navi impegnate in attività  mercantili. Secondo la denuncia formulata dal Presidente di Federagenti Yacht, Teo Titi, l’Italia  aggiunge a questo quadro globale un elemento di autolesionismo, rappresentato da  un gravame burocratico nonché normative difformi da porto a porto, ma anche da un  numero del tutto inadeguato di porti in grado di accogliere grandi yacht. Ed è un 
doppio paradosso visto che un giga yacht arriva a lasciare sul territorio oltre 50.000  euro al giorno.
Riflettori accesi anche sui grandi progetti per la nautica che sono decollati in Sardegna,  tre in particolare; il primo riguarda l’area di Olbia, dove il gruppo SNO sta realizzando un grande centro diversificato per la manutenzione e l’ospitalità dei mega yacht con 
un investimento di oltre 100 milioni di euro. Ma anche su Cagliari Marina di Porto Rotondo, in collaborazione con una società di Dubai e con il porto turistico di Montecarlo, sta realizzando una base per mega yacht da circa 34 milioni di euro, in un porto – come sottolineato dal Presidente dell’AdSP Mare di Sardegna, Massimo Deiana - che sta mettendo sul mercato anche 15 lotti dotati di un travel lift sempre al servizio della cantieristica nautica di altissimo livello. Ha concluso i lavori del convegno di Porto Cervo, appuntamento annuale ormai di 
primo piano, organizzato da Federagenti, il Presidente della Regione Sardegna, Christian Solinas, che ha puntato con forza sulle potenzialità immense di questo settore, ricordando i dati relativi all’occupazione che genera il settore del lusso sul mare (un maxi yacht impiega a tempo pieno un equipaggio di 50 membri e dà lavoro a oltre 250 soggetti imprenditoriali). Solinas ha sottolineato come un distorto concetto di presunta giustizia sociale, rischi di provocare danni inenarrabili in un settore che, per regioni come la Sardegna, oggi più
che mai può rappresentare il futuro. Solinas ha parlato di “eccessiva morbosità” in controlli che rischiano di allontanare dalle destinazioni italiane e ovviamente da quelle sarde, un mercato e un’utenza che rappresentano un valore aggiunto. Una barca di lusso spende dai 2,3 ai 6 milioni all’anno. “È un denaro che circola – ha  concluso Solinas – e resta sul territorio”. E la Sardegna si candida a diventare il polo 
nautico più importante del Mediterraneo.