Sinistra e centristi divisi dallo sciopero: Calenda attacca la Cgil, il Pd e M5S sfilano con i sindacati
di Matteo Cantile
Carlo Calenda: ‘Sciopero politico e irresponsabile’. La sinistra ribatte: ‘Più diritti per i lavoratori’. E così il campo largo resta una chimera
“Sarà opportuna un'alleanza tra la sinistra e i centristi? Ma cosa c'entra Carlo Calenda con i 5 Stelle e i rossoverdi”? Sono queste due domande da campagna elettorale che sono spesso risuonate nella competizione che ha messo l'uno contro l'altro Marco Bucci, Andrea Orlando e le loro rispettive coalizioni. Il tema di uno spostamento al centro del cosiddetto 'campo largo' è stato al cuore del dibattito e la scarsa performance della lista riformista assieme all'assenza del gruppo renziano (estromesso a poche ore dalla chiusura delle liste) sono considerati una delle ragioni della vittoria di Bucci.
Lo sciopero della discordia – Eppure basta osservare le posizioni sullo sciopero generale andato in scena oggi per iniziativa di Cgil e Uil (assente la Cisl) per chiarire plasticamente la distanza ideologica e programmatica che separa il centro dalla sinistra. Andrea Orlando e tutto lo stato maggiore della coalizione hanno sfilato oggi per le vie del centro di Genova, il leader di Azione Carlo Calenda si è invece scagliato contro lo sciopero.
Atto politico - “Io credo che questo sia uno sciopero politico – ha detto ieri sera Calenda intercettato dai giornalisti nel centro di Roma – con i sindacati che sostengono una piattaforma nella quale si chiede tutto, con soldi a pioggia, e questo io lo definisco populismo sindacale”.
Contro Landini – Calenda prosegue poi nella sua aspra battaglia contro il segretario della Cgil Maurizio Landini, accusato dal leader di Azione di avere abdicato alla battaglia contro gli Elkann nella difesa della produttività della Fiat: “Io ritengo che precettare i lavoratori in uno sciopero generale, come ha fatto il ministro Salvini, sia una cosa sbagliata che io non avrei fatto. Però penso che siamo di fronte a un sindacato che vuole più tutto per tutti senza spiegare da dove si prendono i soldi, non è questo il modo di fare sindacato”.
Parole pericolose – Carlo Calenda torna anche sulle parole pesanti pronunciate da Landini contro il Governo: “Nessuno dei suoi predecessori, da Giuseppe Di Vittorio in poi, avrebbe mai usato l'espressione rivolta sociale, e non è mai successo perché la Cgil è sempre stata un'istituzione seria di questo Paese”.
Verso le comunali – Mentre Calenda pronunciava questi strali il centrosinistra si preparava a manifestare contro la manovra del Governo a fianco di Cgil e Uil: “Siamo al fianco dei sindacati e dei lavoratori, per dire no a questa legge finanziaria e porteremo questa battaglia a tutti i livelli, anche in Regione, come abbiamo fatto in questi anni, perché siamo convinti che sia possibile costruire un Paese diverso, a partire dai territori”, hanno dichiarato Davide Natale e Armando Sanna in una nota diffusa dal Partito Democratico. “Come M5S, siamo al fianco di tutti i lavoratori che oggi hanno scioperato non solo per sé stessi - rinunciando a una giornata intera di stipendio -, ma per tutti gli italiani che chiedono più equità salariale, più sanità, più sicurezza sul posto di lavoro, più trasporti efficienti. Più diritti. Mai meno”, gli ha fatto eco Stefano Giordano, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle. Una distanza di posizioni che sembra riflettere la difficoltà di mettere assieme anime riformiste che su qualche tema si avvicinano ma su molti altri restano nettamente distinte.
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