Scolmatore Bisagno, il Pd attacca: "E' fallimento del modello Genova". Giampedrone: "Quando governavano loro il torrente esondava"
di Redazione
Il segretario D'Angelo: "Quattro anni di ritardo senza un perchè". L'assessore: "Parla chi ha zero credibilità su questi temi"
"La vicenda dello Scolmatore del Bisagno è un vero e proprio modello del fallimento del centrodestra nella gestione delle opere pubbliche, anche quando sono interamente finanziate e rifinanziate più volte. I denari per l'infrastruttura simbolo della lotta al dissesto idrogeologico ce li ha messi il governo del PD con Dpcmdel 15 settembre 2015. La galleria dello scolmatore doveva essere realizzata dal Commissario Toti, recentemente sostituito dall'assessore Giampedrone". Lo denuncia in una nota Simone D'Angelo, Segretario Metropolitano PD Genova. "L'appalto è del maggio 2020, 204 milioni di lavori che avrebbero dovuto finire quest'anno, 2024. In cantiere iniziano subito i problemi: stipendi non pagati ai lavoratori, e due interdittive antimafia alle imprese poi revocate dai tribunali amministrativi. I lavori non sono mai sostanzialmente iniziati perché non è mai arrivata la talpa meccanica, ordinata in Cina. Doveva arrivare a luglio 2023, poi a gennaio 2024, poi ad aprile 2024. A maggio Giampedrone rassicura che sarebbe arrivata a luglio. Oggi dice che arriverà a dicembre. A monte sembrano esserci problemi nel pagamento della talpa. Tanto che ad ottobre 2023 il Commissario Toti ha concesso all'impresa una maxi-variante da 27 milioni. Soldi freschi che dovevano servire a superare lo stallo. Ma la talpa non è arrivata. I lavori sono in ritardo di quattro anni, senza che nessuno né Toti, né Giampedrone, né Bucci sentano il dovere di spiegare ai genovesi il perché".
Non si fa attendere la replica dall'assessore regionale e commissario per le opere contro il dissesto idrogeologico Giacomo Giampedrone: "Leggo ridicoli attacchi di esponenti Pd sullo scolmatore del Bisagno: temo siano le stesse persone che hanno lasciato a metà i lavori per il rifacimento della copertura di quel torrente, che ci hanno lasciato in eredità una protezione civile ai minimi termini, che non sapevano neanche cosa fosse il sistema di allerte, con la sala operativa che faceva orari d'ufficio. Quelli che quando governavano la Liguria, nel 2011 e nel 2014 erano altrove, con la sala operativa chiusa mentre quel torrente esondava, con le tragiche conseguenze che tutti ricordiamo. Quelli che hanno una credibilità pari a zero su questi temi".
"Nel 2015 - ricorda Giampedrone - abbiamo ereditato dal centrosinistra il secondo lotto della copertura del Bisagno con il cantiere fermo: l'abbiamo completato e realizzato in due anni il terzo e ultimo lotto con l'ampliamento dell'alveo a garantire una portata di 850 metri cubi al secondo. E con il Comune abbiamo completato lo scolmatore del Fereggiano. Opere fondamentali per la messa in sicurezza idraulica della città. Grazie al nostro impegno senza precedenti oggi la Liguria ha una Protezione civile fiore all'occhiello del Paese. Abbiamo realizzato opere per oltre 1 miliardo di euro per la difesa del territorio e la messa in sicurezza della nostra costa e dei corsi d'acqua. Abbiamo riaperto la Via dell'Amore con un intervento che a molti, Pd compreso, sembrava impossibile. Grazie a tutto questo restituiamo ai liguri una regione molto più sicura di nove anni fa. Allo stesso modo - prosegue Giampedrone - porteremo a termine i lavori dello scolmatore del Bisagno, nonostante due interdittive antimafia a carico dell'appaltatore che purtroppo sono costate quasi due anni. Con grande lungimiranza abbiamo inserito nell'accordo col governo firmato un anno fa per i fondi Fsc anche 27 milioni di euro destinati a quest'opera, a copertura dei maggiori costi di realizzazione. E a dicembre, grazie alla variante voluta dalla nostra struttura commissariale - conclude - dalla Cina arriverà a Genova la talpa per accelerare e concludere i lavori".
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