Sampdoria, Giampaolo: "Abbiamo sbagliato, dobbiamo prenderci palate di... cioccolato"

di Redazione

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"In questo momento bisogna assumersi collettivamente ogni responsabilità senza cercare alibi. Io per primo, perché sono l'allenatore"

Sampdoria, Giampaolo: "Abbiamo sbagliato, dobbiamo prenderci palate di... cioccolato"

E' un Marco Giampaolo molto deluso quello che prova a commentare la brutta sconfitta con la Salernitana. «Alla squadra ho detto quello che ritengo siano le priorità  di questo momento, ossia assumersi collettivamente ogni responsabilità senza cercare alibi. Dobbiamo avere la maturità di dire che abbiamo sbagliato. Non ci sono eroi né colpevoli. La squadra è delusissima, il nostro pubblico ci ha giustamente fischiati dopo averci sostenuti per 96 minuti. Dobbiamo prenderci palate di cioccolato, per dirla in maniera più raffinata. Adesso più che mai bisogna essere squadra, soltanto il senso di appartenenza ci permetterà di raggiungere il nostro obiettivo».

Una partita nata malissimo. «Quando inaspettatamente vai sotto di due gol dopo quattro minuti è una follia che non ha giustificazioni.Due episodi che ci hanno ammazzato, abbiamo avuto una reazione di pancia segnando il 2-1. Forse c’era un rigore ai danni di Quagliarella, mi riferisco all’intervento di Fazio. Ne sono stati fischiati tanti di rigori così, ma questa settimana la Salernitana ha fatto casino. La squadra ha provato a rimetterla a posto. Comunque non siamo morti, c’è ancora da battagliare».

Poi spiega la scelta Quagliarella. «È il nostro capitano, stava bene e sa giocare certe partite. Caricare responsabilità su Sabiri, che fino a ieri giocava in B anche se farà strada, non mi sembrava il caso. Poi può andare male com’è andata, ma Fabio si è sbattuto ed era in grado di giocare. Da lui, però, non posso pretendere 95 minuti. Ma serviva la sua presenza, non solo tecnica».

C'è solo una cosa da fare, ripartire. «Il colpo è duro, ci lacera e ci fa andare a casa con una delusione insopportabile. Alla squadra ho parlato prima della partita del senso di appartenenza, più che mai torno a bomba su questo aspetto. Ci assumiamo tutte le colpe, insieme. Ovviamente io prima di tutti perché sono l’allenatore».