Sampdoria, è scattato il conto alla rovescia per il salvataggio in extremis della società
di Maurizio Michieli
Per la squadra possibile retrocessione in serie B già in caso di sconfitta a Udine
In caso di sconfitta a Udine, la Sampdoria potrebbe scivolare in serie B con quattro giornate di anticipo rispetto alla conclusione del campionato. Un pessimo dato statistico, per quanto la retrocessione fosse ormai scontata da tempo. L'ultima volta era accaduto nel 2011, con Cavasin (che era subentrato a Di Carlo) in panchina. Il purgatorio era durato una sola stagione e la magica notte di Varese aveva restituito la Samp al suo palcoscenico naturale: "Tornati a CasA" fu lo slogan coniato allora dalla società, ancora nelle mani di Edoardo Garrone, per celebrare quel travagliato evento: per raggiungere il risultato, infatti, era stato necessario un avvicendamento in panchina (da Atzori a Iachini) e soprattutto una robusta dose di denari investiti nel mercato di gennaio.ù
Dopo avere "sanato" la ferita di una caduta in B autoinflitta con le cessioni di Cassano e Pazzini (il primo a causa della lite con Riccardo Garrone, pesantemente insultato dal talento di Bari vecchia, il secondo per la mancata qualificazione ai gironi di Champions), la Sampdoria aveva dato vita ad un percorso di rilancio che nel giro di poche stagioni l'avrebbe portata, non senza qualche difficoltà (le gestioni Ferrara e Delio Rossi), prima a stabilizzarsi in A e poi al settimo posto che valse l'Europa per la rinuncia del Genoa (sprovvisto di licenza Uefa).
L'artefice in panchina fu Sinisa Mihajlovic, portato da Edoardo Garrone che nel frattempo aveva ingaggiato Ariedo Braida come direttore generale e stava acquisendo prestigiosi locali al Porto Antico per installarvi materialmente il Museo Samp Doria. Il resto è storia tristemente nota con il travagliato passaggio di proprietà da Edoardo Garrone a Massimo Ferrero (https://telenord.it/sampdoria-garrone-a-telenord-ferrero-fu-un-errore-il-piano-barnaba-e-l-unica-via-di-uscita-55883).
Adesso si tratta di uscire fuori da una situazione drammatica, con la squadra di fatto in B e la società sull'orlo del fallimento. Il tempo a disposizione è sempre meno, considerati anche i rigidi paletti introdotti dalla Figc. Vediamo gli scenari possibile.
Massimo Ferrero, l'attuale proprietario, è tuttora convinto di poter realizzare l'operazione Poc, il prestito obbligazionario convertibile in azioni della Sampdoria. Nelle ultime ore avrebbe anche provato a instaurare una sorta di alleanza con Raffaele Mincione di Wrm, interessato soprattutto alle proprietà immobiliari del Viperetta. Tuttavia erogare il prestito Mincione avrebbe bisogna a sua volta di ottenere una controgaranzia e questo rende meno agevole il percorso. Ancora più difficile che a erogare i fondi sia Banca Sistema, già molto esposta e rivelatasi mai interessata ad entrare in possesso di quote del club blucerchiato.
I pretendenti reali, dunque, restano tre: Alessandro Barnaba e Massimo Zanetti (entrambi supportati da Garrone, specie il primo), oltre al fondo Cerberus. L'ipotesi in piedi è quella di un aumento di capitale in regime di composizione negoziata, sempre che Ferrero (messo alle strette dalla spettro fallimento non solo delle sue aziende immobiliari e cinematografiche ma anche della Sampdoria, un patrimonio di passione il cui valore non è quantificabile) acconsenta nel nome del "salviamo il salvabile".
Ma per attraversare questo passaggio, in salita e pieno di buche, servono tempi tecnici che non coincidono con la composizione negoziata (in scadenza il 6 giugno). Ecco perché bisogna farlo prima e in presenza di una riduzione del debito (da 140 a 90 milioni) e una rimoludazione della durata. Le redini del "gioco" sono nelle mani del Cda e del negoziatore avvocato Bissocoli, chiamati ad un atto di coraggio non proprio al buio ma certamente pieno di rischi e incognite. La prima delle quali ha sempre un nome e un cognome: Massimo Ferrero.
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