Reti obsolete, consumi record e siccità: l’Italia alle prese con la sua crisi idrica permanente

di Filippo Serio - Simone Galdi

La scarsità d’acqua in Italia è diventata un problema strutturale che colpisce agricoltura, industria e territori, aggravato da infrastrutture inadeguate

L’Italia è tra i Paesi europei più vulnerabili dal punto di vista idrico: sprechi elevati, infrastrutture obsolete e un clima sempre più arido aggravano una crisi che non è più emergenza ma condizione strutturale, con ripercussioni gravi su agricoltura, industria e territori.

Consumi e perdite – Il consumo medio giornaliero pro capite di acqua potabile in Italia è di circa 214 litri, un valore superiore alla media UE. Ma il dato più critico riguarda le perdite nelle reti: il 42,4% dell’acqua immessa non arriva ai cittadini, pari a 3,4 miliardi di metri cubi, equivalenti al fabbisogno annuo di 43 milioni di persone.

Crisi climatica – Secondo ISPRA, nel 2022 le risorse idriche si sono ridotte del 50% rispetto alla media storica. Il 2023 ha visto un ulteriore calo del 18,4%. In Sicilia e Sardegna la siccità ha portato a razionamenti tra febbraio e maggio. I modelli climatici prevedono un calo delle precipitazioni estive tra il 10% e il 20% entro il 2030.

Infrastrutture e gestione – Gran parte della rete idrica risale agli anni '50-'70 e soffre di dispersioni croniche. La frammentazione gestionale, con oltre 2.100 gestori sul territorio, ostacola interventi efficaci e coordinati, rallentando anche l’attuazione dei fondi del PNRR.

Agricoltura e industria – L’agricoltura, responsabile del 50% dei prelievi idrici, è tra i settori più colpiti. Nel 2024 si sono registrati cali di produzione in molte colture, soprattutto al Sud. Anche settori industriali idro-esigenti, come alimentare e chimico, affrontano crescenti restrizioni d’uso, con impatti economici rilevanti.

Transizione e investimenti – Il PNRR stanzia 15 miliardi per la tutela delle risorse idriche, di cui quasi 2 destinati alla riduzione delle perdite. Si affermano anche soluzioni innovative: dal recupero termico nei processi industriali all’irrigazione di precisione in agricoltura.

Cambiamento necessario – Gli interventi attuali, seppur significativi, non bastano. Servono gestioni integrate, reti digitali capaci di monitoraggio in tempo reale e un uso sistematico delle acque reflue. La sicurezza idrica deve diventare un asse portante delle politiche di sviluppo del Paese.

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