Regionali, scintille Conte-Italia Viva: "Parte di sistema contaminato", "Frasi gravi, pronti ad azioni legali"
di Stefano Rissetto
"Non potevo accettare chi avrebbe minato la nostra credibilità". "Nessuna lezione da chi è ancora indeciso fra Trump e la Harris e vuole bloccare le opere"
L'estromissione di Italia Viva dalla coalizione e dei suoi esponenti dalle liste del 'campo largo' arroventano la serata del venerdì, a poco più di due settimane dal voto. Giuseppe Conte, leader del M5S impegnato a rinsaldare proprio in Liguria la coalizione che, in prospettiva, dovrà contendere Palazzo Chigi al centrodestra, ribadisce le ragioni della 'scomunica' comminata ai renziani locali, che pure si erano detti disponibili a correre nel centrosinistra a sostegno della candidatura di Andrea Orlando a presidente della Regione.
"Servono compagni affidabili, per questo abbiamo preteso - dice Conte, a Genova per presentare il programma elettorale pentastellato - che chi fino al giorno prima sosteneva Bucci non potesse essere con noi: avrebbero minato la credibilità del nostro progetto. Se prendiamo un impegno con i cittadini, dobbiamo essere affidabili, io non posso venire qui a raccontarvi che ci impegneremo al massimo se so già in partenza che ci sono compagni che mineranno quel progetto e sono parte di un sistema che si costruisce sulla contaminazione tra politica e affari privati".
Durissima la reazione di Eugenio Musso e Arianna Viscogliosi, leader regionale e genovese di Italia Viva. "Abbiamo preso atto - recita un comunicato congiunto - delle dichiarazioni di Giuseppe Conte, che presumiamo parli a nome della coalizione Orlando, dato che nessuno ha preso le distanze dalle sue parole. Riteniamo che tali affermazioni siano gravi e inutilmente offensive nei confronti dei nostri iscritti e, soprattutto, di coloro che erano disposti a candidarsi, mettendo a disposizione della comunità il proprio tempo, impegno e competenze. Ci riserviamo di valutare eventuali profili giudiziari con i nostri avvocati, qualora fosse necessario intervenire per tutelare la nostra immagine e i nostri diritti. Nel frattempo, vogliamo esprimerci politicamente in modo chiaro: da Giuseppe Conte non accettiamo lezioni. Parliamo di lui, che non ha ancora deciso se preferire che vinca Trump o la Harris negli Stati Uniti e che lavora attivamente per bloccare le opere strategiche tanto necessarie alla nostra Liguria. Italia Viva ha rinunciato al simbolo, ma non al diritto di presentare una lista di persone serie, incensurate e competenti, che sono state escluse unicamente per logiche di rivalsa personale, avendo l’unica colpa di rappresentare una forza politica che aveva preferito, al populismo, la serietà e la competenza di Mario Draghi"
Malgrado l'ormai famoso abbraccio nel corso di una kermesse calcistica (nella foto), sembra ampliarsi la faglia tra l'ex 'rottamatore' e il Pd a trazione Schlein, con la segretaria dem che guarda decisamente a Conte, il quale pure non nasconde mire sulla guida della coalizione nazionale e quindi su un ritorno al ruolo a suo tempo, in piena pandemia, lasciato a Mario Draghi. Conte aveva dovuto rinunciare alla famosa "campanella", simbolo del potere esecutivo, per iniziativa proprio di quel Renzi che pure in precedenza lo aveva confermato premier, nel più clamoroso cambio di alleanze della storia repubblicana, con lo stesso presidente del Consiglio a guidare due governi che più antitetici non si sarebbe potuto, il primo a connotazione marcatamente leghista e il secondo il più a sinistra di sempre. Come aveva fatto da regista della permanenza di Conte a Palazzo Chigi malgrado il cambio radicale di maggioranza, così Renzi ne aveva successivamente sancito l'estromissione, a favore dell'economista tecnocrate forgiato alla scuola di Palazzo Koch, come i predecessori Ciampi e Dini. Da allora i rapporti tra i due ex presidenti del Consiglio sono stati tutt'altro che sereni e la questione ligure sembra solo una delle tappe di un regolamento di conti in corso, con l'esito del voto per le regionali destinato a pesare non poco sui futuri equilibri nazionali, sia a sinistra che a destra.
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