Regionali, Orlando incontra i 5 Stelle. Pirondini: "No ai renziani perché non sono seri"

di Matteo Cantile

Alla Sala Cap parla il candidato progressista: "Bucci dovrebbe fare autocritica sul modello Genova"

Il Movimento 5 Stelle chiama Andrea Orlando, e lo fa in un luogo simbolo del mondo operaio genovese, la sala Cap: un confronto sui temi, promosso dai pentastellati, per sollecitare il candidato del campo largo sui punti programmatici che stanno più cari al Movimento.

 

“Vogliamo contrapporci a un modello che ieri ha chiarito la sua vera natura – dice il Senatore Luca Pirondini – delle quattro persone che governavano la Liguria, tre sono finite agli arresti e il quarto fa il candidato. Noi chiediamo a Orlando di ascoltare le nostre istanze per costruire un programma che sia veramente alternativo a quello che abbiamo avuto negli ultimi nove anni: sull'energia continuiamo con rigassificatori e inceneritori o puntiamo sulle rinnovabili? Continuiamo a multare le persone che rovistano nei cassonetti o le aiutiamo con un reddito di povertà?”.

 

Pirondini ritiene che in gioco non ci sia la politica 'del fare' contro quella dei 'no': “Semmai il centrodestra ha rappresentato la politica 'del dire', visto che in nove anni non è riuscito a costruire nemmeno un ospedale o anche solo a far funzionare il Villa Scassi”.

 

Andrea Orlando rincara la dose: “Credo che Marco Bucci dovrebbe prendere le distanze da Toti, visto che patteggiando ha riconosciuto il potenziale criminogeno del sistema che aveva messo in piedi. Non solo – continua il candidato progressista – lo stesso Sindaco dovrebbe fare profonda autocritica sul cosiddetto modello Genova, visto che per quanto a lui non siano stati contestati comportamenti illegittimi ha comunque frequentato da protagonista gli stessi contesti che li hanno generati”.

 

Sul perimetro della coalizione sia Pirondini che Orlando aprono al centro ma in modi diversi: il candidato parla della fatica con cui sta mettendo assieme liste e simboli e che si sta facendo comunque un buon lavoro. Il senatore è molto più netto: “Una parte centrista certamente ci sarà ma questa non deve contenere il partito di Matteo Renzi. Se vogliamo costruire un progetto serio non dobbiamo aprire le porte e coloro che seri hanno dimostrato di non esserlo”.