Regionali, Orlando: "Coalizione coesa, fatto il possibile per attirare anche molti delusi dalla destra"

di steris

"Potevamo anche rompere con Italia Viva ma si poteva fare su questioni regionali non nazionali"

"All'interno della coalizione nessuna polemica durante la campagna, semmai più negli altri ci sono state. Il rammarico è che le tensioni nazionali hanno avuto effetto sulla campagna in Liguria, potevamo anche rompere con Italia Viva ma lo si poteva fare su questioni specifiche regionali non nazionali. Abbiamo fatto una campagna elettorale in cui abbiamo dimostrato unità alla fine, abbia detto tutti le stesse cose". Così il candidato alla Regione Liguria Andrea Orlando durante il Tgn Today a Telenord.

 

Rammarico - Si poteva fare di meglio, forse da entrambe le parti. Un incontro faccia a faccia avrebbe reso le cose più semplici. Non sono stato io a non volerlo. Il formato che abbiamo dovuto seguire non consente di far emergere adeguatamente le differenze programmatiche, che sono probabilmente l'aspetto che interessa di più agli spettatori.

 

Ferraris - "Ho notato che nelle ultime ore circolano delle sciocchezze, come l'idea che io non voglia la ristrutturazione del Ferraris. È possibile che nel corso della giornata ne inventino altre. Ma poiché questa affermazione non è vera, come non lo saranno le altre che potrebbero emergere, penso che i miei elettori si concentreranno principalmente su quanto hanno ascoltato in questi giorni. Quando è emersa la notizia che il Comune aveva individuato in Cds la società incaricata di ristrutturare lo stadio, noi abbiamo proposto di coinvolgere i club e i tifosi, evitando speculazioni e garantendo trasparenza sul tipo di progetto da realizzare. È evidente che il Comune ha fatto marcia indietro e oggi ha deciso di coinvolgere i club. Era già previsto che il progetto includesse il coinvolgimento dei club anche nella fase di progettazione. Cds non è un mistero: è un costruttore privato che può realizzare un sogno. Ma è fondamentale che ci sia un interesse pubblico, perché lo stadio deve essere costruito tenendo conto delle esigenze delle squadre. Chi deve ristrutturare lo stadio? Certamente un privato, ma è importante sapere quali siano i dettagli: verranno aggiunte superfici commerciali? Questo è un aspetto interessante, perché potrebbe influenzare gli abbonamenti e il costo dei biglietti. Inoltre, è cruciale capire come verrà scelto il privato. È chiaro che i due club, come avviene in tutte le città del mondo in situazioni simili, devono essere protagonisti di questo processo".

Possibili ripercussioni - "Nel 2001 le dimissioni di D'Alema furono per un 9-6 complessivo e la vittoria in Liguria nel 2005 fu nell'ambito di una vittoria in quasi tantissime regioni italiane, alcune del Sud che nessuno aveva previsto. La Liguria è sempre stata una realtà in bilico, però io non ho mai pensato che l'8 maggio la partita fosse fatta perché il sistema di potere di Totti è ancora vivo e lotta insieme a Bucci. Quindi non credo che la partita sia stata risolta lì. Tant'è vero che potenti pezzi di politica che sostenevano Toti sono ancora in campo e fanno la differenza con tutti gli interessi che si riferiscono. Ancora ieri c'è stato un endorsement di Spinelli a favore di Bucci, quindi mi pare che la partita sia una partita non scontata. Io penso che sia una partita però quanto meno chiara, perché da una parte c'è un vecchio sistema di potere che si vuole difendere con molta forza e anche con molta aggressività e dall'altro c'è una domanda di cambiamento che noi vogliamo interpretare".

 

Rammarico - "Credo che ci fossero molti elettori, anche di destra, che non hanno apprezzato il modo in cui si è conclusa l'esperienza di Toti. Avremmo potuto offrire loro un po’ di ospitalità, anche attraverso una presenza più articolata della coalizione. Tuttavia, ciò non è stato possibile a causa di tensioni di carattere nazionale, che avrebbero potuto complicare ulteriormente il nostro tentativo di mantenere unite forze diverse. Devo dire che, da questo punto di vista, abbiamo ottenuto un successo. Durante la campagna elettorale non ci sono state polemiche interne alla nostra coalizione; anzi, ne abbiamo viste di più negli altri schieramenti. È un peccato che le tensioni non ci abbiano permesso di plasmare ulteriormente la nostra coalizione in una chiave più ligure, rispetto a quanto già fatto. Siamo stati in grado di affrontare anche una possibile rottura con Italia Viva, ma su questioni specifiche e non su questioni generali che avremmo potuto gestire diversamente. Certo, ci sono stati momenti di incertezza, ma penso che sia stato un passaggio difficile, che abbiamo recuperato con una campagna elettorale che ha dimostrato una forte unità e ha smentito molte delle affermazioni fatte. Abbiamo lavorato insieme su infrastrutture e altre tematiche, mostrando una coesione che molti non si aspettavano. Abbiamo condotto la campagna elettorale unendo le nostre voci e proponendo le stesse idee in modo corale".

 

Nuovo Galliera - "Il ricorso di Italia Nostra? Non credo che neanche Bucci desideri sospendere lo Stato di diritto, e l’idea di limitare l’uso degli strumenti giudiziari esistenti sarebbe una notizia significativa. Ne discuteremo solo se qualcuno dovesse proporre di abolire la giustizia amministrativa in questo Paese. È un diritto di ogni cittadino con un interesse legittimo segnalare situazioni e presentare ricorsi. Per quanto riguarda il Galliera, sono stato molto chiaro: la Regione non ha alcuna competenza sulla realizzazione dell’ospedale dal punto di vista edilizio. Ha invece competenza sul finanziamento, e questo deve essere garantito".

 

Trasporti - "Qui c'è molto lavoro da fare su diversi fronti, a cominciare dal trasporto pubblico locale. La gente usa l'auto perché non ci sono più autobus, e gli autobus sono mancanti a causa della carenza di autisti. Per quanto riguarda i treni, abbiamo un contratto con le Ferrovie che porta a una situazione in cui non sappiamo quando partono o quando arrivano. Tutta la merce deve necessariamente transitare lungo l'autostrada, e dobbiamo trovare una risposta a questa situazione. Possiamo potenziare le alternative ferroviarie. Credo che, oltre a discutere del derby sulla Gronda, che non ha fondamenti oggettivi, sia fondamentale aprire un confronto su come evitare un collasso del sistema nel frattempo".

Turismo - "La definizione che ho dato del centrodestra in Liguria, prima di tutta questa vicenda, è quella di un'oligarchia predatoria. Non si tratta di un giudizio estetico, ma di una valutazione sulla sostanza della democrazia, che a mio avviso è stata violata nella nostra regione, sia dal punto di vista politico che penale. Quando le decisioni vengono prese da pochi, a scapito di tutti, la maggior parte delle persone ne risente. Ci sono alcuni che possono trarne vantaggio, ma molti restano esclusi da quello che è l’aspetto fondamentale della nostra democrazia: la possibilità di contribuire all'indirizzo degli enti pubblici, che siano a livello nazionale, regionale o comunale. Vogliamo un turismo sostenibile, ma non un turismo d'élite. Ci piacciono i numeri, ma questi non devono devastare il territorio. Da questo punto di vista, desideriamo che la cultura possa avere una sua autonomia rispetto al turismo, in modo da favorire anche la creazione di un turismo di nicchia legato a settori poco rappresentati. Pensiamo, per esempio, all'arte moderna, ai nuovi linguaggi e agli eventi dedicati alle nuove generazioni. Dobbiamo dotarci degli strumenti necessari per promuoverli".

 

Industria - "Tra me e Bucci c'è una differenza fondamentale. Bucci crede che le cose vadano bene così come sono e che il modello di sviluppo individuato sia corretto. Io, invece, ritengo che abbiamo potenzialità che dobbiamo continuare a sfruttare, come il turismo e il porto. Tuttavia, se non correggiamo il rapporto tra terziario e industria, rischiamo di perdere una generazione di giovani laureati che andranno a cercare lavoro altrove, attratti dalla qualità dell'impiego, dalle opportunità di carriera e dalle dimensioni delle imprese. Dobbiamo quindi lavorare per una reindustrializzazione sostenibile, difendendo i presidi industriali che già abbiamo, come Ansaldo, Ilva, Piaggio e il settore nautico, e allo stesso tempo attrarre nuovi investimenti. In Liguria ci sono almeno quattro o cinque aree che potrebbero essere interessate da questo sviluppo: la Val Borbera, la Val Bormida, la Val Polcevera, l'ex area Ilva e l'area della centrale Enel alla Spezia. Oggi è possibile perseguire tutto questo perché produrre lontano è diventato molto più insicuro e costoso rispetto a un tempo. Si parla del ritorno di investimenti che erano stati trasferiti altrove. Questa sarà una questione centrale nella mia azione di governo. Dobbiamo lavorare su molti fronti, affrontando il costo dell'energia, migliorando le infrastrutture, sviluppando infrastrutture sociali, nuove tecnologie e facilitando il trasferimento di tecnologie dalle università e dai centri di ricerca alle imprese."