Regionali, Meloni: "Bucci l'uomo migliore che il centrodestra potesse candidare"
di Stefano Rissetto
"Con Marco possiamo fare un lavoro straordinario, perché può dare molto alla città, alla regione, alla sua nazione, il tutto nella stessa direzione"
Tutti i leader del centrodestra sono arrivati ai Magazzini del Cotone per la chiusura della campagna elettorale di Marco Bucci. Oltre alla premier Giorgia Meloni e ai suoi vice Antonio Tajani e Matteo Salvini attesi sul palco, sono diversi gli esponenti politici nazionali presenti a Genova a sostegno del candidato governatore del centrodestra. Sono arrivati all'Auditorium Magazzini del Cotone, tra gli altri, Maurizio Lupi, capo politico di Noi Moderati, Letizia Moratti, la ministra Maria Elisabetta Alberti Casellati e tanti altri. È già intervenuto dal palco Stefano Bandecchi (Alternativa Popolare).
GIORGIA MELONI - "Questo entusiasmo mi fa sperare bene e mi rende ottimista sui risultati: fino a qualche settimana fa la sinistra già cantava vittoria. Noi ci siamo trovati ad attraversare una situazione difficile e loro già pregustavano una vittoria schiacciante, poi hanno dovuto tornare a fare i conti con la realtà: il centrodestra in questi anni ha fatto conoscere una stagione bellissima di rilancio e sarebbe un peccato interromperla. Quando mi sono insediata ho fatto una promessa: che avremmo stravolto i pronostici e dopo due anni dobbiamo chiederci chi aveva ragione. I pronostici è che saremmo durati massimo sei mesi, sarebbe arrivata la tempesta finanziaria, l'Italia sarebbe andata in default, nessuno vorrà stringere la mano alla Meloni a livello internazionale... Poi si sono svegliati tutti sudati". Marco Bucci è l'uomo migliore che avremmo potuto candidare, ha fatto innamorare Genova e i genovesi. Ho trovato osceno che si speculasse sulla sua salute, quando Marco ha deciso di mettere il suo tempo a disposizione della sua gente. Con Marco possiamo fare un lavoro straordinario, perché può dare molto alla sua città, alla sua regione, alla sua nazione, il tutto nella stessa identica direzione".
Compattezza - "Siamo una coalizione compatta che sta insieme per scelta, che non sta insieme solo per interesse o perché condivide un nemico, condivide le idee e questo fa la differenza, non conta quanto il campo sia largo ma quanto sia coeso".
Non un euro buttato - "Abbiamo appena varato la nostra terza legge di bilancio, una manovra di buonsenso che si concentra sulle priorità reali, non butta neanche un euro in cose cretine e lo fa tenendo i conti in ordine e senza aumentare le tasse ai cittadini".
Occupazione più alta dai tempi di Garibaldi - "Quando mi sono insediata ho fatto una promessa, che avremmo stravolto tutti i pronostici" e ora i dati mostrano "chi aveva ragione: dopo due anni di governo schiena dritta e idee chiare" l'Italia è passata da "una nazione citata tra i Pigs" a Paese che "cresce più della media dell'eurozona" e ha "il tasso di occupazione più alto da quando Garibaldi ha unificato l'Italia".
Economia - Tra i risultati del suo governo il presidente Meloni ha citato "una agenzia di rating" che "ha rivisto in positivo il giudizio, cosa accaduta solo tre volte dal 1986 ad oggi" e il collocamento sul mercato che ha raccolto domande "per oltre 200 miliardi di euro: è il dato più alto di sempre e il secondo record più alto in Europa ed è il valore che si riconosce al sistema italiano quando c'è una classe politica capace di garantire stabilità e di creare una visione" .
Giuli e l'apocalittismo - A sinistra "ce l'hanno col ministro Giuli per l'apocalittismo difensivo perché in realtà se lo erano inventati loro". "Quando ci siamo insediati tutti dicevano che saremmo durati massimo sei mesi, che sarebbe arrivata la tempesta finanziaria e l'Italia sarebbe andata in default o sarebbe stata totalmente isolata. Poi - ha continuato - si sono svegliati tutti sudati. Oggi dopo due anni, la nazione viene presa come riferimento da molti analisti, elemento che non troverete sulla stampa italiana ma su quella internazionale sì".
Robin Hood e lo sceriffo di Nottingham - Nella manovra "noi abbiamo messo le poche risorse che avevamo dove servivano: in molti casi non le avevamo, una parte le abbiamo prese grazie a una riforma fiscale che ha fatto entrare più risorse nelle casse dello Stato, il resto tagliando la spesa dei ministeri, quindi la spesa pubblica, e da banche e assicurazioni. Non vuole essere una risposta punitiva, ma nessun governo aveva avuto il coraggio di farlo. Men che meno la sinistra che oggi invoca a gran voce la tassa sugli extraprofitti delle banche". "La sinistra quando stava al governo con i soldi italiani le banche le salvava, il Pd. O garantiva prestiti che le banche dovevano dare alle imprese, compreso quello da 6,5 miliardi a Stellantis di Elkann quando già aveva traslocato in Francia - ha aggiunto -. Quando stanno all'opposizione fanno i Robin Hood, quando stanno al governo lo sceriffo di Nottingham: noi abbiamo un'altra mentalità".
Registi di sinistra - "Alcuni registi, registi di sinistra, hanno detto che è pessima la riforma" dei "soldi elargiti al cinema: pessimo è dare un contributo di 1 milione e 300 mila euro per un film visto da 128 spettatori, 700mila euro a un film visto da 29 spettatori, 25mila euro a spettatori" o "2,1 milioni di euro a un film per cui solo il regista si prende due milioni di euro".
Vocazione - "Tutto quello che faccio lo faccio per vocazione, non ho una seconda agenda, non l'ho mai avuta". "Si dice che oggi il consenso di questo governo sia superiore a quando si è insediato. A me - ha aggiunto - interessa solo questo. Alla sinistra lasciamola guardare dal buco della serratura, noi intanto lavoriamo".
Ironia sulla 'quinta provincia' - "Ciao Genova, ma ciao anche da chi viene da Savona, da Imperia, da La Spezia, anche della quinta provincia di cui noi gente ignorante di destra non sapevamo l'esistenza, grazie per questo entusiasmo che per me, per noi è una bella boccata d'aria, una iniezione di entusiasmo poter passare del tempo con voi, trasformiamo quell'entusiasmo in benzina che ci serve per continuare il nostro lavoro molto complesso e difficile".
Sanità - "Come si faccia a sostenere che tagliamo i soldi sulla sanità è un mistero. Può darsi che a sinistra siano scarsi in matematica, gli regaleremo una calcolatrice...". "Ho sentito dire un po' di tutto, nella storia italiana mai nessuno ha messo sulla sanità quanto questo governo. La sinistra, che non ha problemi a dire cose che non corrispondono alla realtà, sostiene il contrario", ha continuato Meloni, ripetendo un scena già proposta in questi giorni in alcune occasioni. La premier ha invitato la platea a prendere "la calcolatrice sul telefono: e fate 136,5-114,5. Quanto fa? 22 miliardi euro di differenza. Da 2019 a oggi sul fondo sanitario ci sono 22 miliardi di euro di differenza. Quanto spendeva - ha continuato - lo Stato italiano nel 2019 per ogni cittadino sulla salute? 1.919 euro. Quanto spenderà nel 2025? 2.317 euro. Prendete la calcolatrice, fa 398. Lo Stato italiano nel 2025 spenderà quasi 400 euro a cittadino in più rispetto a quello che accadeva nel 2019".
MARCO BUCCI ha detto: "Come sindaci siamo quelli che di notte, quando ci chiamano, ci mettiamo la giacca a vento e gli stivali e usciamo per andare a lavorare. Ne siamo orgogliosi e contenti e questo è il modo con cui ci vogliamo proporre a tutti i liguri. Penso che sarebbe bello che anziché presidente della Regione Liguria potessimo essere chiamati 'sindaco della Regione Liguria'. Perché vuol dire avere un atteggiamento con cui serviamo i cittadini, non comandiamo i cittadini. E servire i cittadini vuol dire che sono la priorità in tutto quello che facciamo".
"E' nostro dover partecipare e avere questo sogno. Io ci ho messo la faccia. Non era la situazione migliore per farlo ma penso che sia mio dovere. Penso che sia mio dovere come cittadino ligure fare il possibile per la mia regione. Soprattutto quelli che hanno incarichi devono farlo più degli altri. E' mio dovere farlo anche più degli altri. Statemi vicino. State vicino a tutti noi e a chi vuole la Liguria del futuro. E lasciamo perdere chi vuole la Liguria del passato. Una buona Regione non torna indietro. La Liguria non torna indietro".
"Il 31 ottobre compio 65 anni. Voglio festeggiare da presidente. Ma in maniera molto frugale, da genovese". "In consiglio comunale la prossima settimana faremo una grande festa. Magari porterò i pasticcini di mia moglie - ha aggiunto scherzando -. Però se non mi eleggono non li porto"
ANTONIO TAJANI - "Noi siamo sempre coerenti, anche in politica economica, non siamo una coalizione elettorale ma una coalizione politica. E oggi, a trent'anni di distanza, questa coalizione continua a governare la maggior parte del Paese, oltre al governo nazionale. Noi non andiamo in frantumi di fronte alla prima difficoltà, anche in Liguria". Lo ha detto il vicepremier Antonio Tajani, leader di FI, al comizio del centrodestra a Genova. "Non si illudano di possibili divisioni, non ci saranno perché non ci sono mai state - ha aggiunto Tajani -. La coesione è fondamentale quando si vuole governare, il nostro compito non è rubarci consensi tra di noi. La coalizione che si contrappone a Bucci si è spostata molto a sinistra. Il candidato presidente avversario è un uomo di estrema sinistra, non è certamente un moderato. C'è un grande spazio di elettori, anche ex elettori del Pd, che sono in cerca di un punto di riferimento. Il compito di Forza Italia è andare a prendere quei voti per allargare la piattaforma elettorale. La partita si vince al centro.
MATTEO SALVINI - "Ringrazio l'informazione locale ligure, giornali, radio e tv: se avessimo aspettato le grandi televisioni nazionali, la Liguria non sarebbe esistita, la Liguria a Roma non esiste, è una vergogna. Quando votarono gli amici sardi, ci furono settimane di trasmissioni televisive, sulle elezioni in Sardegna, Abruzzo, Molise... Avete visto mezzo dibattito o talk show sulla Liguria? - ha continuato Salvini - Le spiegazioni possono essere due. O qualcuno ritiene che meno gente voti meglio è, perché così vota chi ha interesse clientelare. Oppure hanno parlato per mesi di Liguria, con dibattiti e speciali, e poi basta: anche loro hanno visto i sondaggi, sanno come va a finire, se ne parliamo poco prima ne parleremo poco anche dopo, quando vinceranno Bucci e il centrodestra. Penso sia la spiegazione più plausibile".
STEFANO BANDECCHI - "Bucci ha fatto un ponte in due anni, potrebbe andare in Cina e scozzare con i cinesi, è l'unico che può farlo in tutta Italia. Bucci lo chiamo il costruttore, o l'unico uomo italiano che in due anni ha fatto ciò che gli altri hanno fatto in 15". Lo ha detto il segretario di Alterativa Popolare e sindaco di Terni Stefano Bandecchi al comizio del centrodestra a Genova, a chiusura della campagna elettorale per Marco Bucci, candidato governatore della Liguria. "Orlando ha fatto il ministro tre volte in undici anni, nessuno si ricorda cosa abbia fatto - ha aggiunto riferendosi al candidato di centrosinistra -: è fondamentale sapere che se non hai fatto niente di buono avrai fatto qualcosa di male. D'altronde lui ha visto cinque province in Liguria".
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