Regionali, Conte e Schlein mettono Italia Viva fuori dal campo largo: Orlando è furibondo
di Matteo Cantile
La settima lista in appoggio all'ex ministro è tramontata: i veti incrociati posti da varie anime della sinistra hanno fatto saltare tutto il progetto
La settima lista in appoggio ad Andrea Orlando è definitivamente tramontata: i veti incrociati posti da varie anime della sinistra su Italia Viva, alla fine, hanno fatto saltare tutto il progetto dei cosiddetti riformisti e la candidatura di Orlando è stata presentata ufficialmente questa mattina in Corte d’Appello con sole sei liste.
Le trattative nella notte – La notte è stata lunghissima nel campo largo: dopo il comunicato del pomeriggio in cui Raffaella Paita annunciava la decisione di Italia Viva di non schierare i propri candidati nella lista riformista e di negare l’apparentamento è iniziata una corsa per invertire la rotta. Una corsa tutta ligure poiché da Roma, al contrario, tutte le parti spingevano alla divisione.
Renzi sbatte la porta - "Mi pare che quello che è successo in Liguria dimostri che la posizione di Conte ha vinto rispetto alle aperture di Schlein. È una contraddizione che oggi esiste sulla leadership del centrosinistra. È evidente che Conte utilizza Italia Viva per attaccare la leadership di Schlein". Lo ha detto il presidente di Iv, Matteo Renzi, arrivando all'assemblea del partito, in corso a Roma. "In Liguria i 5 stelle si considerano molto forti, fra un mese vedremo se lo sono. Ci hanno impedito di candidarci, ci hanno detto non state con Bucci, fate una lista, togliete il simbolo. Lo abbiamo fatto, hanno firmato l'apparentamento. Non è nei nostri sogni. Se avessimo presentato la lista avremmo potuto farlo. C'è la firma di Orlando. Poi ieri o l'altro ieri dal Pd, con grande chiarezza, ci hanno detto 'noi il veto del M5s non lo reggiamo'. Ci sta che in una regione accada, ma Conte ha detto vi chiediamo altre cose, scegliamo noi i vostri candidati". "Io sono per stare col centrosinistra, ma quando mettono i veti sui segretari di Iv perché sono segretari di Iv difendo questa comunità: non accetto veti su persone che fanno politica per volontariato e passione civile, posso fare un passo indietro io ma non accetto veti su di voi".
Senza renziani niente lista – Quello che forse non si era capito in un primo momento è che escludendo i candidati di Italia Viva l’intera lista sarebbe saltata: i renziani garantivano infatti l’apparentamento con un partito rappresentato in Parlamento, condizione che rende possibile la presentazione di una lista senza la raccolta delle firme (troppe per essere messe insieme in poche ore, sebbene il Pd a un certo punto del tardo pomeriggio di ieri abbia persino pensato di aprire i suoi circoli in questo sabato mattina e fare un tentativo disperato). Ma l’assenza dei candidati renziani avrebbe generato un ulteriore problema, quello dell’equilibrio di genere: la lista si sarebbe ritrovata con due soli candidati, una donna e un uomo, invece dei cinque previsti in origine. Un pasticcio.
Se ne salva uno – Tramontata la lista riformista c’è un solo candidato che potrà correre, si tratta del segretario del Psi genovese Fabio Panariello: l’esponente socialista entra infatti nella lista civica personale di Andrea Orlando. Resta il problema di chi dovrà uscire per fargli posto ma pare che la persona sia già stata individuata e informata.
L’appello all’unità – Andrea Orlando continua a chiedere “unità delle opposizioni”, si tratta di un mantra che ora diventa soprattutto elettorale e non più politico, visto che il campo largo com’era stato pensato è fallito. Dall’entourage dell’ex ministro si parla di un Orlando “furibondo” per quello che è successo, soprattutto con i vertici nazionali: non solo Conte ma anche Elly Schlein.
Il rammarico di Orlando - "Purtroppo - dice il candidato presidente del centrosinistra - non c'è stata la possibilità di tenere insieme le forze che hanno contribuito alla costruzione della coalizione fino a qui, voglio ringraziare tutti quelli che hanno dato una mano in questo senso. Dovremo comunque costruire l'unità di tutte le forze nella società che vogliono il cambiamento, io continuo a pensare che la via dell'unità sia quella da percorrere. Purtroppo vicende che non hanno a che vedere con la Liguria hanno inciso negativamente sul nostro percorso".
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