Ponte sullo Stretto, le reazioni delle associazioni dopo la bocciatura della Corte dei Conti
di s.g.
La Corte dei Conti ha negato il visto di legittimità alla delibera CIPESS n. 41/2025 sul progetto del Ponte sullo Stretto di Messina, bloccando di fatto un intervento da 13,5 miliardi di euro. Secondo quanto riportato da Legambiente.it, la decisione conferma le criticità più volte segnalate dalle associazioni ambientaliste, che definiscono la bocciatura “una vittoria della legalità e della tutela delle tasse dei cittadini”.
Criticità ambientali e procedurali – Greenpeace Italia, Legambiente, Lipu e WWF Italia avevano depositato presso la magistratura contabile due memorie tecniche in cui evidenziavano le presunte irregolarità del progetto. Le organizzazioni hanno denunciato violazioni delle normative europee e nazionali in materia ambientale, lacune nella procedura di valutazione d’impatto e criticità nei criteri economici. “La Corte dei Conti ha confermato ciò che sosteniamo da anni: il progetto del Ponte sullo Stretto è un’opera insostenibile sotto ogni profilo”, dichiarano congiuntamente le quattro associazioni.
Economia e trasparenza – I magistrati contabili hanno rilevato coperture economiche incerte, stime di traffico poco affidabili e un aumento dei costi oltre il 50% rispetto alla spesa iniziale, senza una nuova gara d’appalto come previsto dalle regole europee. “Il primo soggetto terzo chiamato a pronunciarsi sul Ponte non ha potuto che evidenziarne tutte le problematiche irrisolte”, affermano le associazioni, sottolineando che l’intero iter del Governo Meloni sarebbe stato “caratterizzato da continue forzature”.
Norme europee – Le memorie depositate a settembre hanno richiamato presunte violazioni delle direttive comunitarie sulla Valutazione di impatto ambientale (VIA) e sulla Valutazione di incidenza (VInca). Secondo gli ambientalisti, il Governo avrebbe utilizzato in modo improprio i motivi imperativi di rilevante interesse pubblico (IROPI) per definire l’opera come “militare”, aggirando i vincoli ambientali. Sono stati inoltre sollevati dubbi sull’assegnazione senza bando internazionale, in contrasto con le norme sulla concorrenza.
Costi e sostenibilità – Le organizzazioni denunciano anche l’incertezza sui costi reali del Ponte, che potrebbero superare ampiamente i 13,5 miliardi previsti. La relazione costi-benefici presentata dal Governo, secondo le associazioni, si baserebbe su “stime irrealistiche” di crescita del PIL e di traffico futuro. Mancano inoltre studi sismici completi e test strutturali fondamentali.
Pareri mancanti – La Corte dei Conti ha evidenziato l’assenza di due elementi chiave: il parere del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici sul progetto definitivo e quello dell’Autorità dei Trasporti sul piano tariffario. Queste lacune, già oggetto di ricorsi amministrativi e reclami presso la Commissione Europea, aggravano il quadro di incertezza giuridica e tecnica.
Scontro istituzionale – Le associazioni definiscono “gravissimi” gli attacchi del Governo contro la magistratura contabile, considerandoli “un’anomalia costituzionale che mina l’equilibrio tra poteri dello Stato”. “Ricordiamo che quegli atti sono finanziati con le tasse dei cittadini”, affermano con tono netto le organizzazioni ambientaliste.
Reazioni e prospettive – Greenpeace Italia, Legambiente, Lipu e WWF ribadiscono che il Ponte rappresenta “uno spreco insostenibile di risorse pubbliche” che potrebbero essere destinate a interventi realmente utili per il Sud e per l’intero Paese. Le associazioni avvertono infine che, se il Governo dovesse forzare la mano ignorando la decisione della Corte dei Conti, si rivolgeranno alla Corte di Giustizia Europea per violazione delle norme ambientali, di concorrenza e di corretta gestione dei fondi pubblici.
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